Ciro Immobile e Jessica Melena durante la festa per i 30 anni di Ciro (20 febbraio 2020) © Emanuele Novelli

Ciro Immobile, attaccante della Lazio e giocatore della Nazionale, il 20 febbraio festeggia il suo 31esimo compleanno. La moglie Jessica Melena, con la quale è sposato dal 2014 e ha avuto tre figli – Michela nel 2013, Giorgia nel 2015 e Mattia nel 2019 – è nata invece il 17 luglio di 31 anni fa a Bucchianico, in provincia di Chieti.

 

Un numero, il 17, che Ciro porta orgogliosamente sulla maglia della squadra capitolina in omaggio alla sua compagna di vita. Sono una coppia semplice, genuina, non amano lo show business e trasudano amore. A rispondere alle nostre domande è Jessica, che parla anche a nome del marito.

 

Come vi definireste?

Una coppia innamorata.

 

Cosa fate generalmente il giorno di San Valentino?

Sembra scontato dirlo ma non serve il 14 febbraio per festeggiare. Usiamo questa ricorrenza come scusa per prenderci del tempo per noi, partite e allenamenti permettendo. A Ciro piace prendere l’iniziativa: l’anno scorso siamo andati in una spa e poi a cena fuori. Quest’anno cade di domenica e poi siamo in piena emergenza Covid-19, quindi staremo a casa.

 

Il regalo più bello?

Per il nostro primo San Valentino mi ha preparato tante piccole sorprese. Tra queste un cuscino con una nostra foto. Mi emoziono ancora quando ci ripenso.

 

Vi siete conosciuti nel 2012 in Abruzzo, quando Ciro giocava nel Pescara, ed è stato un colpo di fulmine. Hai lasciato gli studi universitari, la tua famiglia, la tua regione per cominciare il vostro viaggio insieme...

Dopo tre giorni che ci conoscevamo, Ciro mi ha mandato un messaggio dicendomi che se avesse avuto figli li avrebbe voluti con me. Come si può definire il vero e grande amore se non così?

 

Dopo tanti traslochi, da qualche anno siete stabili a Roma. Come vi trovate?

È una città caotica, ma ci ha accolti con estremo calore. Ammetto di non frequentare tanti posti, ma ormai per noi è casa.

 

Il luogo a cui siete più legati?

Lo stadio Olimpico, serve un perché?

 

Un’altra città del cuore, in cui avete vissuto momenti importanti?

Ho amato Torino. È stato magico il periodo che abbiamo trascorso lì: era nata da poco Michela, la nostra prima figlia, e le cose andavano bene. Ciro era felice, io ero felice.

 

Il viaggio indimenticabile, all’estero e in Italia?

New York su tutti. Sono un’amante di Sex and the City, abbiamo fatto anche il tour di Manhattan nei luoghi simbolo di questa serie tv. In Italia, invece, senza dubbio la Sardegna, per noi significa famiglia, è la vacanza che dedichiamo solo a noi cinque.

 

E quello che vorreste fare appena l’emergenza Covid-19 lo consentirà?

La meta non l’abbiamo decisa, ma sarà un posto caldo, al mare.

 

La vostra canzone e il film del cuore?

Eccomi, degli 883, è stata la serenata scelta da Ciro per la proposta di matrimonio. Mentre la pellicola a cui ci sentiamo legati è Famiglia all’improvviso - Istruzioni non incluse, di Hugo Gélin.

 

Le passioni che condividete?

Viaggiare, i film horror e i giochi di società. E, ovviamente, la Lazio.

 

A proposito di condivisioni, siete molto attivi sui social e pubblicate molte foto…

Cerchiamo di mostrare quello che siamo nella realtà, ma senza dover postare a tutti i costi qualcosa. Nell’ultimo anno i social ci hanno aiutato a distrarci dall’emergenza e a mantenere il contatto con chi ci segue. Leggiamo e rispondiamo sempre con piacere ai messaggi, ma ci dispiace quando per questioni di tifoserie si scatena la rabbia: per questo motivo, a volte, sono stata tentata di cancellare i nostri profili.

 

Avete tre figli, due femmine e un maschio, e tu fai la mamma a tempo pieno. È un lavoro impegnativo che ti soddisfa?

Chiunque abbia figli non si annoia mai. Fare il genitore è il lavoro più bello del mondo, non si dice così? L’impegno primario sono i miei piccoli, essere mamma è faticoso. Molti pensano che, essendo Ciro un calciatore, ci siano tate a non finire e che io faccia chissà quali altre cose. Niente di più falso. I figli sono i nostri, non delle tate, li portiamo a scuola, li laviamo, li vestiamo, li facciamo crescere. Durante il lockdown la mattina seguivamo le lezioni al pc, poi facevamo i compiti. Ovviamente, c’è chi mi aiuta in casa e chiamavamo la babysitter per uscire a cena quando si poteva, ma mai potrei farli crescere a qualcun altro.

 

Ciro che papà è?

Straordinario, ama tutti e tre in modo totalizzante. Michela e Giorgia sono le sue principesse, Mattia il suo complice. Ogni tanto la notte mi sveglio e mio marito non è a letto, poi controllo e lo trovo addormentato in camera delle figlie con un libro delle favole vicino.

 

Il maschietto è arrivato nel 2019, già tira calci al pallone?

È un Immobile, come potrebbe non avere il piede buono? A parte gli scherzi, Mattia è un bambino straordinario. Capisce tutto e imita quello che fanno le sue sorelline. Insieme al papà gioca spesso con la palla, anche se in casa non dovrebbero… le decorazioni del nostro albero di Natale sono state distrutte.

 

Il gol più bello?

Quello contro il Napoli che lo ha consacrato Scarpa d’oro nello scorso campionato.

 

Una partita su tutte che vi è rimasta dentro?

La sua prima gara in Champions con il Borussia Dortmund, segnò anche un gol.

 

Sei nata in una famiglia semplice, non ami metterti in mostra. E Ciro, nonostante il successo, è un antidivo. Anche su questo siete in sintonia.

La nostra fortuna è il nostro quotidiano. È vero, il lavoro di Ciro ci permette di vivere bene, ma poi dopo cena ci sono comunque i piatti da lavare.

 

Hai progetti per il futuro?

Vorrei poter ballare in televisione, la danza è sempre stata il mio sogno e la mia passione. Se Maria De Filippi decidesse di rifare Amici Celebrities sicuramente mi candiderei.

Articolo tratto da La Freccia