Convoglio storico a Marradi (FI), uno dei luoghi dell’esilio di Dante © Archivio Fondazione FS Italiane

Anche il viaggio su rotaia festeggia il Sommo Poeta a 700 anni dalla morte. Il Treno di Dante è una delle iniziative che fanno parte delle celebrazioni che lo commemorano, nell’ambito di un progetto finanziato interamente da Regione Emilia-Romagna, con la partecipazione di Fondazione FS Italiane e Trenitalia.

 

È un percorso sull’antica ferrovia Faentina, che dalla fine del 1800 congiunge Firenze con Faenza per poi entrare in Romagna, con arrivo a Ravenna. Il convoglio storico, un locomotore diesel con al seguito tre vetture Centoporte, passa attraverso i luoghi della vita di Dante, soprattutto quelli dell’esilio, che più ne influenzarono l’esistenza e l’opera.

 

La presenza del Poeta si percepisce a ogni sosta: si parte da Firenze, città dove nacque nel 1265 e visse fino all’esilio del 1301, per poi dirigersi verso la prima delle quattro fermate intermedie, Borgo San Lorenzo. Nel 1303, la cittadina del Mugello fu teatro del tentativo da parte dei guelfi fiorentini capitanati da Scarpetta degli Ordelaffi, tra cui lo stesso Alighieri, di rientrare in città.

 

L’assalto non andò a buon fine e Dante fu costretto a riparare a Marradi, seconda tappa dell’itinerario. Secondo una leggenda popolare, qui subì anche il furto del proprio cavallo e, riferendosi agli abitanti del posto, avrebbe esclamato: «Gentiluomini sì, ma-radi!», dando così il nome al paese in provincia di Firenze.

 

Il treno prosegue giungendo a Brisighella, nella valle del Lamone, alle pendici dell’Appennino tosco-romagnolo. Qui Dante fu ospite del marchese Maghinardo Pagani da Susinana, personaggio di spiccata ambiguità politica che trovò posto nel Canto XXVII dell’Inferno.

 

La penultima destinazione è Faenza, città nota a Dante che nel De vulgari eloquentia analizzò le differenze tra il volgare faentino e quello ravennate, dimostrando una notevole conoscenza del luogo.

 

La tappa conclusiva rende omaggio alla città che accolse Alighieri negli ultimi anni della sua vita: Ravenna. Qui sono custodite le sue spoglie ed è possibile visitare il museo a lui dedicato, all’interno del Centro dantesco dei Frati Minori, che conserva alcuni dei suoi documenti e oggetti.

 

Un’esperienza unica, quindi, che ogni sabato e domenica fino al 10 ottobre (a esclusione del 7 e dell’8 agosto) consente di visitare città e borghi che oggi fanno parte del percorso culturale Le terre di Dante.

Articolo tratto da La Freccia