In cover, Strade Bianche 2021-15esima edizione, Siena © Dario Belingheri/Bettini Photo 2021

Il passaggio del Giro d’Italia accende i cuori e scalda gli animi degli italiani. Una passione che va al di là della corsa, superando i confini dell’età e delle scelte sportive, riunendo tutti sul ciglio delle strade al grido: «Passa il Giro d’Italia».

 

Questa edizione, la numero 104, prevede epiche sfide ciclistiche, volate di tappa e duelli all’ultima ruota anche in territori di grande elezione vinicola. Dopo aver attraversato, nel corso degli anni, le Langhe del Barolo e del Barbaresco, la Franciacorta dei Satèn e l’Umbria del Sagrantino di Montefalco, quest’anno è la denominazione del Brunello di Montalcino, con il suo leggendario e prezioso fazzoletto di vigneti, a fare da cornice all’11esima tappa che vede il traguardo proprio nello storico borgo senese il 19 maggio.

 

La Wine stage, a cui partecipano i comuni di Montalcino e Siena, in partnership con il Consorzio del Brunello, sarà un appuntamento di grande fascino che riporterà quasi indietro nel tempo – come durante l’Eroica, la corsa ciclistica d’epoca sulle strade bianche – le sterrate della campagna valdorciana.

 

Anche la tappa successiva profumerà di ottimi vini, con partenza da piazza del Campo, a Siena, e arrivo a Bagno di Romagna. Numerose sono le iniziative dedicate al binomio tra il vino e il Giro. Un connubio di grande tradizione che, insieme a quello con l’ottima cucina, ha sempre saputo aggiungere alle cronache sportive un senso di tradizione popolare capace di regalare delle vere chicche tra le eccellenze dei territori italiani.

Foto d’archivio della famiglia Coppi, cantina Vigne Marina Coppi

Protagonista indiscusso di questa accoppiata è stato Gianni Brera, principe del giornalismo sportivo e appassionato gourmeur, che non mancava di tracciare, scrivendo di imprese ciclistiche, quelli che oggi chiamiamo itinerari enogastronomici. Era coetaneo del ciclista Fausto Coppi e ne raccontò le vittorie. Durante la 102esima edizione della corsa, alla presenza di campioni di ieri e di oggi, queste due icone sono state ricordate a San Zenone al Po (PV), comune di origine della grande penna.

 

Il Giro d’Italia, con le moderne tecnologie, le meritate sponsorizzazioni e la potente dimensione mediatica, resta una delle principali manifestazioni della tradizione sportiva del nostro Paese. L’unica, forse, che durante il periodo di svolgimento riesce a portare alla ribalta piccoli borghi e grandi città, strade dai meravigliosi panorami e pezzi di territorio altrimenti sconosciuti ai più. Il tutto nel nome del ciclismo, sport duro e povero, dall’ineguagliabile fascino.

Ogni tappa, ogni traguardo vedrà salire sul podio i migliori, e le bollicine con cui festeggiare saranno ovviamente italiane. A firmare i brindisi, per il decimo anno consecutivo, Astoria. L’azienda di Crocetta del Montello (TV) ha scelto il Prosecco rosé, da uve Glera e Pinot Nero, novità del territorio dallo scorso ottobre che sta riscontrando un ottimo successo. Verrà stappato dai vincitori e degustato dai presenti.

 

La bottiglia dedicata al Giro d’Italia è da sempre destinata a diventare oggetto da collezione, tanto che Astoria ne ha realizzate tre diverse: quella ufficiale del Giro, nera in vetro intagliato con grafiche rosa, riporta il riferimento alla 104esima edizione e un “10” ispirato al Trofeo senza fine che contraddistingue la manifestazione. Come da tradizione per la partenza, nelle bottiglie delle cinque tappe piemontesi sarà impressa la Mole Antonelliana, in omaggio alla regione.

Il francese Arnaud Démare brinda con la bottiglia speciale Astoria al Giro d’Italia 2020, Milano © Gian Mattia D’Alberto/LaPresse

La Maglia rosa brinderà invece con una bottiglia speciale Astoria dipinta ovviamente di rosa, con cui potrà festeggiare solo il leader della classifica, mentre alla fine del Giro il vincitore assoluto firmerà una serie limitata di 100 Jéroboam da tre litri. «Sono oltre 31mila i chilometri che abbiamo percorso in dieci anni con la carovana rosa, vivendo l’entusiasmo del popolo del ciclismo. La serie speciale di 100 esemplari vuole celebrare proprio questa passione», commenta Filippo Polegato, sales manager di Astoria Wines.

 

Anche in Piemonte, altro territorio di ottima qualità enologica, ci si prepara ad accogliere il Giro sulle strade. I paesaggi del Roero, dipinti da vigneti, splendidi borghi e castelli medioevali sono – insieme alle Langhe – Patrimonio mondiale dell’Unesco. E Canale (CN), dove il 10 maggio è previsto l’arrivo dei corridori, approfitta di questo momento per raccontarsi e far conoscere le proprie eccellenze, simbolo ed espressione del territorio. Per questo all’Enoteca regionale del Roero, a partire da sabato 8, è possibile gustare un aperitivo dedicato al Giro d’Italia, con prodotti tipici e due speciali cocktail rosa a base di frutta del territorio: le more di gelso, le fragole e le pesche. Sarà inoltre attivo per tutta l’estate un percorso cicloturistico per attraversare e conoscere le bellezze della zona.

Spostandosi in Alto Adige, lungo la Strada del vino si snodano tre diversi itinerari dedicati ai wine lover da percorrere su due ruote. A nord, si può attraversare la zona di produzione classica dei vitigni Santa Maddalena, giungendo fino a Terlano (BZ). Al centro, si può scoprire il territorio del Lago di Caldaro, sul quale affacciano notevolissime cantine, e a sud, partendo da Cortaccia, si passa per i vigneti di Niclara, Magré e Cortina fino a raggiungere Salorno.

 

A suggellare l’unione tra vino e bicicletta tre grandi nomi. Il primo è Fausto Coppi, poiché nel suo paese natale, Castellania (AL), si trova la cantina del nipote Francesco, Vigne Marina Coppi. Poi c’è Francesco Moser, i cui vini dell’azienda di famiglia Maso Warth, eccellenza del Trento doc, sono pluripremiati. Infine, Giuseppe Olmo detto Gepin, che da bambino correva in bici dietro alle ruote del mitico Costante Girardengo tra i colli del Chianti. E proprio qui, dopo i grandi successi sportivi e le imprese imprenditoriali, acquistò la Tenuta di Artimino (PO), oggi guidata dalla nipote Annabella Pascale.

Articolo tratto da La Freccia