Foto cover Villa del Balbianello, Tremezzina (CO) ©Giorgio Majno/Fai - Fondo Ambiente Italiano

Votare è un diritto-dovere anche quando a essere scelti non sono i governanti, ma i luoghi del nostro meraviglioso Paese. L’invito, da non perdere, arriva dal Fai - Fondo Ambiente Italiano che, con il consueto e prezioso contributo di Intesa Sanpaolo, ha avviato la decima edizione della gara-censimento I luoghi del cuore. Fino al 15 dicembre tutti i cittadini, anche residenti all’estero, possono scegliere i siti italiani che più amano e vorrebbero vedere tutelati e valorizzati, votando sul sito iluoghidelcuore.it.

 

Questa grande campagna nazionale è un’opportunità per tutti di esprimere il sentimento che oggi, dopo il lungo lockdown, ci lega ancora di più al nostro territorio e ai suoi tesori. Tutti possiamo contribuire e fare la differenza: a vincere è sempre l’Italia con la sua bellezza. Da fine maggio, inoltre, sono di nuovo aperti al pubblico molti beni del Fondo Ambiente Italiano, come il Castello e Parco di Masino a Caravino (TO), Villa Della Porta Bozzolo a Casalzuigno (VA), Villa del Balbianello a Tremezzina (CO), il Castello di Avio a Sabbionara d’Avio (TN), Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (PD), l’Abbazia di San Fruttuoso a Camogli (GE), il Parco Villa Gregoriana a Tivoli (RM), il Bosco di San Francesco ad Assisi (PG), l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate a Lecce e le Saline Conti Vecchi di Assemini (CA). Un bel modo per tornare a visitare la nostra Penisola.

 

Fino a oggi, con I luoghi del cuore, il Fai ha sostenuto e promosso 119 progetti per recuperare e valorizzare siti artistici e paesaggistici in 19 regioni, con più di 2,2 milioni di voti nell’ultima edizione e mappando oltre 37mila bellezze di diverse tipologie. Quest’anno il censimento si arricchisce di due classifiche speciali: l’Italia sopra i 600 metri, ovvero le aree interne montane che da sole coprono il 54% del territorio nazionale, e i luoghi storici della salute, in omaggio a tutte le strutture che, a causa del coronavirus, sono state più che mai valorosi presidi a tutela di tutti i cittadini. Come sempre, i più votati riceveranno premi in denaro per l’avvio dei progetti di riqualificazione. «La bellezza e la forza del fare comunità ci salveranno, il nostro censimento testimonia l’amore per il Paese e il cuore grande degli italiani». Questo il pensiero di Andrea Carandini, presidente del Fai dal 2013, uomo colto e gentile, archeologo e professore universitario, che ha regalato alla Freccia spunti e riflessioni per la ripartenza.

Il presidente del Fai Andrea Carandini

La gara promossa dal Fai richiama a gran voce la partecipazione dal basso e ci spinge a ripartire dal patrimonio. Lei che valore dà all'edizione 2020 de I luoghi del cuore?

Siamo al decimo censimento e nella prima settimana abbiamo raggiunto 100mila voti, più di tre volte tanto rispetto alla scorsa edizione. I cittadini votano per eleggere la propria classe dirigente sperando di essere governati dai migliori di noi, ma il Fai insieme a Intesa Sanpaolo dà loro anche la possibilità di scegliere i beni paesaggistici e storico-artistici italiani che più amano, consentendo così di raccogliere fondi e sensibilizzare il ministero dei Beni e delle attività culturali e i Comuni a intervenire per mantenere in salute il nostro patrimonio. È una vera e propria chiamata dal basso per ricordare allo Stato la necessità di proteggere i gioielli di famiglia e incentivare la società civile a organizzarsi per aiutarlo in questa impresa. Saranno questi grandi numeri a sostenere il Fai che, a causa della pandemia, ha perso oltre tre milioni di euro per il mancato svolgimento delle Giornate di primavera. Abbiamo circa 300 impiegati e 7.800 volontari e questo censimento gratuito è anche un appello all’iscrizione, alle visite, alla partecipazione. Un appello a unirci, fraternamente, per rimettere in piedi il nostro Paese.

 

Quella che sta per iniziare è un’estate particolare, che speriamo di poter ricordare anche per una maggiore consapevolezza e tutela del mondo che abitiamo. Come Fondo Ambiente Italiano, quale turismo è ora necessario e possibile?

Credo che l’Italia, dopo questa batosta che la natura ha dato all’intero globo, alle dittature dell’Asia e alle democrazie dell’Occidente, rinascerà diversa perché c’è qualcosa di sbagliato in tutto il sistema. Come le orde di turisti mordi e fuggi riversati nelle nostre città d’arte, in particolare Venezia, Firenze e Roma, che poi tornano a casa solo con un selfie dietro cui compare un’essenza ignota, che può essere piazza San Marco o il Colosseo. Dobbiamo passare a un turismo che non cerchi la quantità ma la qualità, la ricchezza del sapere. Un turismo compatibile, colto, dialogante, meno numeroso, che rechi vantaggi culturali ed economici. Il nostro variegato Paese è purtroppo sconosciuto anche agli italiani stessi: io sono nato a Roma nel 1937 e ancora non posso dire di conoscerla veramente. Poi c’è l’Italia sopra i 600 metri e quella dei luoghi della salute e del benessere, alla quale ci rivolgiamo con il nostro censimento. Tutta da scoprire, di paese in paese, di paesaggio in paesaggio: il turismo non va subìto, ma gestito in modo intelligente.

 

Come si è comportata l’Italia, secondo lei, durante il lockdown?

Abbiamo toccato con mano il fatto che anche la democrazia può prendere decisioni importanti e impattanti sulla nostra vita, senza bisogno di una dittatura, e gli italiani, se non fanno sciocchezze proprio ora, si sono comportati molto bene. Però non possiamo concentrarci solo sulla forza fisica, sull’amore fisico, sulla ricchezza fisica, dobbiamo integrare questi aspetti, pur importanti, con l’elevazione spirituale, religiosa, culturale. Finora il benessere ci ha resi narcisi e onnipotenti, ma questi mesi di reclusione ci hanno fatto riflettere e capire che dobbiamo escludere dalle nostre vite il consumismo come divinità. Dobbiamo costruirci, formarci, elevarci e ritrovare un equilibrio tra anima e corpo. Non possiamo accontentarci di essere benestanti e furibondi, a che serve? È un pessimo risultato. Storia, bellezza, natura e amore per il prossimo sono componenti essenziali per gestire bene la nostra vita.

Terme del Nuotatore, particolare, Ostia (RM)

Il suo luogo del cuore 2020?

Forse sarò l’unico a votarlo, ma se altri lo faranno sarò molto contento, perché ho scelto un sito di cui ho completato lo scavo io stesso: le Terme del Nuotatore a Ostia antica, vicino Roma. Ci si arriva da via degli Augustali, godendo della vista sulle mura. Qui ho scoperto un tesoro: lo spazio termale era stato trasformato in un immondezzaio e ho ritrovato le merci del mondo romano che provenivano da tutte le province dell’Impero, olio, vino e altre derrate alimentari. Quello che scartiamo ci racconta chi siamo.

 

Dove vorrebbe andare non appena potremo considerarci fuori dall’emergenza e viaggiare di nuovo?

Dove nessuno va, alla scoperta delle nostre piccole meraviglie, anche girovagando senza meta, per stupirmi di una vista, di una chiesetta, di un palazzetto. Questa è l’Italia intatta, abbandonata dagli italiani, è qui che ci attende e ha bisogno di sostegno. Usciamo dalle autostrade, digitali e reali, percorse a 150 all’ora, e incamminiamoci per le vie minori. Vie che impiegano più tempo, certo, ma un tempo di qualità ritrovato.

Tanti i testimonial del Fai. Quali sono i loro luoghi del cuore? Scopriamolo nella Gallery.