In cover, l’anticamera dello studio del Presidente, nella carrozza un tempo riservata alla regina © Archivio Fondazione FS Italiane

Il 20 febbraio 1854 ha inizio una storia unica che arriva fino ai giorni nostri. Il protagonista è un treno molto particolare che ha la capacità di attraversare oltre un secolo di trasformazioni epocali. Quella mattina d’inverno c’era una gran folla a Genova, in piazza Caricamento. Si inaugurava, infatti, la prima linea ferroviaria del Regno sabaudo, che ancora oggi dal capoluogo ligure conduce a Torino.

 

Ad attendere il convoglio che percorrerà la nuova strada ferrata anche il re di Sardegna, nonché futuro sovrano d’Italia, Vittorio Emanuele II, e il primo ministro, Camillo Benso conte di Cavour. In stazione, tra lo stupore degli spettatori, arriva il primo treno reale della storia italiana: la locomotiva sbuffante traina cinque carrozze ad assi con cassa in legno, abbellite esternamente da fregi di bronzo dorato e simbologie araldiche, con eleganti decorazioni anche nelle parti meccaniche delle ruote. 

Nel 1873 emerse quella necessità di ammodernamento che ne caratterizzerà l’evoluzione: il mezzo venne sostituito con un convoglio più moderno a nove elementi, tra cui una caldaia per riscaldare gli ambienti in inverno. Nel corso degli anni le migliorie furono sempre più consistenti e il treno, che nel 1906 venne affidato alle neonate Ferrovie dello Stato, arrivò a essere composto da 11 elementi intercomunicanti, con una cucina, una sala da pranzo, le carrozze personali del sovrano e della consorte e altri ambienti.

 

Le nozze del principe Umberto di Savoia con la principessa Maria José del Belgio, nel 1929, furono l’occasione per l’introduzione di ulteriori modifiche. La Fiat realizzò tre nuove carrozze, ricorrendo ai migliori artigiani dell’epoca per la lavorazione del bronzo e del cuoio, degli intarsi, della tessitura, del ricamo. Il risultato fu un arredo raffinato ed esclusivo, ricco di simbologie di Casa Savoia.

Nel periodo postbellico, quando nel 1948 si accantonò la monarchia, le Officine FS riconvertirono le nove vetture sostituendo le simbologie reali con la nuova iconografia repubblicana. L’ultimo ammodernamento risale al 1955, quando la Società Breda effettuò una generale ristrutturazione del treno, con l’installazione di una centrale telefonica per garantire un sistema di comunicazione in tutte le carrozze.

 

Il treno fu utilizzato in diverse occasioni istituzionali: il 25 aprile 1956 il capo dello Stato Giovanni Gronchi lo prese fino a Parigi per incontrare il presidente francese René Coty. E non si può dimenticare lo storico viaggio di papa Giovanni XXIII da Roma ad Assisi, il 4 ottobre 1962. Più recentemente, il 31 marzo 2017, il presidente Sergio Mattarella ne utilizzò alcune carrozze per muoversi da Napoli al Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa.

 

E ancora, il 5 ottobre 2019, in occasione dei 180 anni della prima ferrovia italiana Napoli-Portici, Mattarella è tornato a bordo del treno presidenziale, ospite della Fondazione FS Italiane, che oggi ha il compito di conservare e valorizzare il significato storico nazionale di questo mezzo. Un impegno importante che ha reso necessario l’impiego, oggi come in passato, dei migliori artigiani italiani, necessari per garantire la tutela e il mantenimento in efficienza di una importante testimonianza storica del nostro Paese.

Articolo tratto da La Freccia