Foto di Alex Alberton

È davvero inarrestabile lo chef Bruno Barbieri, forte delle sue sette stelle in carriera Michelin. Oltre a portare avanti il bistrot bolognese Fourghetti, continua a giudicare i cuochi amatoriali a MasterChef su SkyUno, macina fatiche editoriali come il ricettario d’autore Domani sarà più buono (Mondadori Electa, pp. 226 € 19,90) e, dal 6 gennaio, conduce su TV8 Cuochi d'Italia. Dal lunedì al venerdì alle 19:30, la gara gastronomica quest’anno diventa internazionale, ma conferma i giudici Cristiano Tomei e Gennaro Esposito.

Bruno, questa volta non sarai dietro al bancone dei giudicanti.
Sono molto contento di questa nuova esperienza da presentatore: è la mia palestra per condurre Sanremo (ride, ndr).

In questa edizione il format diventa un campionato del mondo

Raccontiamo la storia, non solo gastronomica, di persone arrivate nel nostro Paese da ogni parte del globo. Gente che qui si è integrata aprendo attività di ristorazione. Si scoprono altre materie prime e culture, ma c’è sempre una competizione.

Per cercare nuovi sapori sei stato ovunque. La cosa più particolare che ti è capitata?

Vivere per mesi nell’Amazzonia brasiliana. Scoprire gli angoli più nascosti del Pianeta è stato il punto di svolta della mia vita professionale. La mente si apre e ci si pone in maniera diversa di fronte alla vita.

Le tre cucine migliori?

Quella italiana per le materie prime, la cucina francese per rigore e tecnica gastronomica e quella libanese perché racchiude la storia delle colonizzazioni del mondo arabo, del basso Mediterraneo. Hemingway andava spesso in Libano per scrivere, certo, ma anche per mangiare bene. Gastronomicamente parlando nasconde incroci di profumi e sapori dolci, frutta passita, fiori, elisir. Quando lo scopriremo a fondo ne vedremo delle belle.

Pensavo menzionassi anche la tradizione nipponica.

La cucina giapponese non è quella che conosciamo in Europa: è difficile,fatta di umori e sapori, con colori predominanti profondi, come il verde e il marrone, ed essenze amare, salate, foglie macerate, alghe e muschi. Per questo è importante viaggiare.

Un piatto che ti ha sorpreso?

Gli Acarajé, palle fritte di Bahia con curry e riso quasi tostato. Da rimanere a bocca aperta. Ogni luogo ha gusti eccezionali. Vorrei andare in India per addentrarmi in aree geografiche che conosco poco. Sono come i viandanti e, come un vero viaggiatore, parto sempre senza valigie.

Quindi ti piace anche il treno.

Un sacco. Mi piacerebbe prendere la Transiberiana. In Brasile, tanto per dirne una, ho viaggiato su un convoglio a vapore. E in Australia ho impiegato 12 ore per raggiungere Melbourne da Sydney su rotaia, attraversando un continente dagli spazi immensi. Ovviamente amo il Frecciarossa e le sue comodità, ma prendo spesso anche i Regionali da Reggio Emilia.

Non mi hai parlato, però, della cucina dei Paesi nordici, tanto in voga.

Vanno bene anche i licheni che mangiano in Nord Europa, ma vuoi mettere con i tortellini che fa mia mamma?