Il cantautore Giovanni Caccamo è molto legato alla sua Sicilia. Per questo, non appena può, torna tra fichi d’india e mare. Una vittoria tra le Nuove Proposte di Sanremo nel 2015 con Ritornerò da te e la medaglia di bronzo, l’anno successivo, in coppia con Deborah Iurato intonando la canzone Via da qui. Poi il successo del tour internazionale legato all’album Eterno e la partecipazione al Live Streaming Festival organizzato da Patti Smith per il cinquantennale dell’Earth Day. Tra una registrazione e l’altra del nuovo progetto di inediti, Giovanni si ferma a ricordare la bella stagione.
 

Qual è l’estate che ricordi di più?

Quelle dell’infanzia in Sicilia, a Ragusa Ibla, Modica, Scicli e Taormina. Ci sono fotografie esperienziali che, ogni qualvolta penso alle vacanze, mi ritornano alla mente. Almeno dieci giorni li passo sempre nella mia regione, andando a degustare i sapori nei posticini che per me rappresentano un must.
 

Quali?

La granita da BamBar a Taormina, un posto favoloso che mi ha fatto conoscere Fiorello qualche anno fa. È gestito da Saretto, un personaggio sui generis davvero meraviglioso. Le altre due tappe immancabili sono nella mia Modica: il cannolo doppio gusto pistacchio e crema, all’Antica Dolceria Bonajuto, e la cena alla Taverna Nicastro, locale storico a conduzione familiare, dalle tovaglie ruspanti, un po’ campagnolo e coi tavolini su una scalinata. Passeggiando tra i vicoli di queste città si crea un legame emotivo fatto di sensazioni, odori, rumori. Non si è illuminati dai neon, ma da una luce calda tendente all’arancione, con i suoni che provengono dalle case che tengono le finestre aperte: pezzettini dell’anima e della vita di quelle persone.
 

Un altro luogo del cuore?

L’estate per me è anche la fattoria dei miei zii, a Frigintini, una frazione di Modica. Ci vado sempre per un paio di giorni, guido il trattore, raccolgo le carrube, vivo la campagna.

La hit estiva che associ alla bella stagione?

Un’estate al mare per le sonorità arabeggianti, il tocco di Battiato e la voce sensazionale di Giuni Russo. Una canzone spensierata, ma non banale. C’è quella macchia di autenticità che rende il brano eterno.


Cosa vorresti fare quest’anno?

Tornare nella mia terra, ora più che mai. Abbiamo bisogno di riveder sorgere il sole.