Sessanta minuti per fare tutto, presto e incredibilmente bene. Non è la trama di un action movie, ma la corsa contro il tempo della superstar della comicità, Enrico Brignano, nel nuovissimo one man show di Rai2 in onda dal 15 settembre: Un’ora sola vi vorrei. Un progetto innovativo, in cinque prime serate, tra monologhi graffianti sull’attualità, satira, una resident band e ospiti vip chiamati a mettersi in gioco.


Finalmente ritorna in tv!

Per me è una vera e propria ripresa dopo il lockdown. Fremo dalla voglia di calcare le scene, diciamo che mi sto recitando sotto! Forse non è elegantissimo, ma rende l’idea.

 

Ci sarà il pubblico in studio?

Stiamo cercando di capire cosa è possibile fare, a seconda dell’andamento del coronavirus. Si è parlato di persone distanziate, ma anche di gruppi familiari. Mi dispiacerebbe rinunciare al pubblico: la loro risposta durante le esibizioni e lo scambio di energia tra palco e platea è fondamentale.

 

Questo format ha il sapore della sfida: raccontare tutto in 60 minuti non è semplice.

Non lo dica a me! Ho accettato il guanto della sfida anche per abituarmi al piccolo schermo, che necessita di un codice comunicativo diverso, più ritmato e rapido.

 

Quali sono gli argomenti che, durante la reclusione forzata, le hanno strappato un sorriso o che vuole mettere alla berlina?

Non è semplice ridere di un periodo così complicato. Di certo assistiamo a scene da Far West, tra chi indossa la mascherina e chi no. O in treno, per esempio, penso a chi si trova costretto ad ascoltare le conversazioni telefoniche a voce alta, il cui argomento principe è chi ha fatto il sierologico. Con la chiosa dell’immancabile complottista: «Ma tanto il Covid-19 è tutta una montatura». Io a questi direi che sono stati fortunati a non aver perso i propri cari e li inviterei a tacere.

 

Nel programma ci saranno ospiti insoliti e interpretazioni inaspettate…

È una sorpresa pure per me: ancora non so quali dei nostri amici saranno presenti, quindi non posso sbilanciarmi. Dico solo che l’intento è offrire interventi insoliti, con personaggi che rivestono ruoli a cui non siamo abituati. Vorrei stupire un po’ e giocare tutti insieme: se saremo i primi a ridere, il divertimento giungerà anche nelle case degli spettatori.

 

A parte questa nuova trasmissione, cosa le piacerebbe portare in tv?

Onestamente, vorrei interpretare un film per la televisione, raccontando una storia di spessore. Chi l’ha detto che un personaggio capace di far sorridere non sappia offrire spunti di riflessione?

 

Cosa si augura per la stagione autunnale?

Forse, con una dose di banalità, auguro la salute per tutti. Vorrei meno tensione per una ripresa economica e sociale e un lento ritorno alla vita di sempre. Per il mio settore, in particolare, mi auguro la riapertura dei teatri. E spero che quello che abbiamo passato abbia prodotto nuova linfa e storie da portare in scena o sul grande schermo.

 

Fonte: La Freccia settembre 2020