In cover, un campo di girasoli nell'alto Lazio visto dalla Freccia 9506 © Jacopo Di Cera

Viaggiare come stato ed espressione di sé. Essere sempre di passaggio, tra una città e l’altra, di stazione in stazione, lungo i binari che corrono da nord verso sud. Paesaggi che passano, tornano, si modificano come le stagioni, in una costante quotidianità in divenire. Jacopo Di Cera ha fatto del concetto di viaggio il tema principale della sua ricerca fotografica, indagandolo nelle sue plurime sfaccettature: turistico, mitologico, leggendario o quello, più complesso, del migrante.

 

Con l’ultimo progetto artistico, MiRo. Milano-Roma, a cura di Massimo Ciampa, si concentra in particolare sui quotidiani spostamenti dei pendolari per lavoro, fermando con il suo obiettivo le immagini che compongono lo scenario tra le due grandi città. Il progetto è in mostra fino al 21 novembre a Paratissima di Torino e, dal 17 al 21 novembre, alla prima edizione della fiera d’arte moderna e contemporanea Roma arte in Nuvola.

 

Per dieci anni Di Cera è salito sullo stesso treno – da Milano Centrale verso Termini e ritorno – si è seduto nello stesso posto lato finestrino e, come uno spettatore, si è messo in osservazione di tutto ciò che scorreva lungo la tratta. «È un grido a guardare fuori e ad accorgersi della bellezza del momento», spiega l’autore, e a dare spessore a quella visione immaginifica che spesso diamo per scontata. Ne è nato un racconto personale, costruito di scatti in itinere e immortalato con occhio da poeta e rigore documentaristico.

 

Le foto, stampate su vetro e allestite con un supporto di ferro a forma di un oblò del treno, mostrano un pezzo di Paese che cambia aspetto col correre dei chilometri e l’alternarsi del tempo: campi estivi abbagliati di giallo, paesaggi invernali sotto coltri di nebbia, periferie industriali e pianure arate, massicciate ricamate da murales o sparuti casali antichi che lasciano il passo a grovigli di strade. Un balletto di bagliori e ombre, pieni e vuoti, tinte calde e fredde che, in ogni mese, trasfigurano lo sfondo.

 

«Ogni viaggio è una storia. Per un pendolare, il treno diventa un non-luogo. Dal finestrino, però, la vita è in costante evoluzione, con i suoi colori, le sue luci, le sue stagioni, le sue costruzioni urbane. Io ho voluto rappresentare quello che, normalmente, chi si sposta ogni giorno si dimentica di osservare intorno a sé, fuori».

Articolo tratto da La Freccia

Raggiungi Paratissima e Roma arte in Nuvola in treno

Tra Torino e Roma non c'è che da scegliere