In cover, Genova © saiko3p/Adobestock

Città dalla storia gloriosa, in cui nel ‘600 le grandi famiglie del luogo raggiunsero la massima prosperità e le chiese una prorompente opulenza nelle linee barocche. Metropoli di mare, di mercanti e di banchieri. Ma anche di artisti, galleristi, storici e critici che hanno segnato l’arte contemporanea. Siamo a Genova. Dove, tra le strette vie del centro storico – i famosi carruggi – i palazzi signorili che si alternano a modeste abitazioni e i belvedere panoramici sul golfo, sono incastonati musei, gallerie private e spazi indipendenti di ricerca che offrono ai visitatori un itinerario culturale alternativo e sorprendente.

 

Il percorso parte dal Museo d’arte contemporanea Villa Croce, all’interno di una residenza neoclassica affacciata sul mare e incorniciata da un parco lussureggiante, nel quartiere di Carignano. La collezione qui conservata comprende oltre quattromila opere, tra cui spicca la raccolta appartenuta a Maria Cernuschi Ghiringhelli, considerata una Peggy Guggenheim dell’arte astratta italiana e internazionale. Una piccola ma significativa rappresentanza dei dipinti e delle sculture donati da Ghiringhelli è in mostra fino alla fine di agosto nell’ambito di Make it New! Tomas Rajlich e l’arte astratta in Italia.

La rassegna è concepita come un dialogo, lungo le sale di Villa Croce, tra un grande interprete internazionale dell’astrattismo come Rajlich (Repubblica Ceca, 1940) e celebri esponenti italiani del movimento. A partire da Getulio Alviani, Gianni Colombo, Bruno Munari, Nicola Carrino e Giuseppe Uncini, che alla fine degli anni ‘60 spedivano a Rajlich via posta disegni e stampe da includere nelle mostre collettive in quella Cecoslovacchia ormai meno isolata dal mondo occidentale. Fino ad arrivare al versante della pittura fondamentale, più nota come analitica, rappresentato da Enzo Cacciola, Giorgio Griffa, Riccardo Guarneri, Claudio Olivieri, Claudio Verna e Gianfranco Zappettini.

Opere di Alberto Garutti e Arseny Zhilyaev per la mostra Mirror Identity, C+N Canepaneri © courtesy Claudio Grimaldi

Tra gli artisti presenti non poteva mancare Lucio Fontana, un faro per gli astrattisti di ogni latitudine. Tra le sue opere esposte, un prezioso Concetto spaziale. Attese proveniente dalla Galleria del Deposito a Genova-Boccadasse, uno spazio autogestito in un ex magazzino di carbone dove la tela fu acquistata nella seconda metà degli anni ‘60 dai suoi attuali proprietari. Fondata il 23 novembre 1963, questa struttura fa parte di quelle realtà private genovesi i cui nomi sono oggi storia, insieme alla Polena, la Carabaga, la Bertesca e la Galleria Rotta. Basti pensare che ai suoi soci fondatori si aggiunsero ben presto affermati critici come Gillo Dorfles, un giovane ma già geniale Germano Celant e artisti del calibro di Fontana e Victor Vasarely.

 

A questa straordinaria pagina di ricerca artistica del ‘900 nel capoluogo ligure, la galleria Martini & Ronchetti dedica oggi la mostra I fabbricanti di immagini. La Galleria del Deposito. Avanguardia a Genova 1963-1969. In oltre 50 anni questa galleria – nelle due sedi di Genova e New York – ha presentato, spesso in anteprima nazionale, autori come Man Ray, Allan Kaprow, László Moholy-Nagy e Fausto Melotti, dedicando fin dagli inizi particolare attenzione alle donne, da Meret Oppenheim a Hannah Höӧch e Natalia Goncharova, fino alle fotografe Florence Henri e Lisetta Carmi, di cui la galleria Martini & Ronchetti cura gli archivi.

 

La C+N Canepaneri, con sede nel centro storico (e a Milano nel quartiere di Brera), porta avanti due percorsi paralleli: da un lato, promuove le figure fondamentali dell’arte tra gli anni ‘50 e‘70 e quindi la riscoperta di talenti innovativi del periodo come Claudio Costa; dall’altro, si concentra sulla valorizzazione di artisti italiani e internazionali come Patrick Bayly, Gillian Brett, Stefano Cagol, Alberto Garutti, Roger Hiorns, Filip Markiewicz, Olivia Parkes, Harriet Riddell, Andrea Salvino, MJ Torrecampo e Arseny Zhilyaev.

Arnaldo Pomodoro, Impronta (2004), opera in mostra da ABC-Arte © Aurelio Barbareschi

Anche ABC-Arte è incastonata nel centro storico di Genova, affacciata sulle arcate del Mercato orientale. Questa galleria sostiene autori impegnati nella sperimentazione di differenti linguaggi e formati, con una predilezione per l’astrazione, in particolare di taglio gestuale. Tra le rassegne memorabili, Shozo Shimamoto. Samurai acrobata dello sguardo al Museo d’arte contemporanea Villa Croce nel novembre 2008, con annessa performance a Palazzo Ducale, Colours on stage, nel 2012, degli artisti Shozo Shimamoto, Georges Mathieu e Hermann Nitsch, fino alla monumentale personale dedicata ad Arnaldo Pomodoro dal titolo To scratch, draw, write in corso fino al prossimo ottobre. Trenta importanti sculture, dalla fine degli anni ‘50 a oggi, ricostruiscono la lunga appassionante avventura del grande scultore italiano, dalle prime Tavole dei segni del 1957 e 1960 alle memorabili Cronache del 1976, da Papiro I (1985-86) a Torre a spirale (1999), dal grande Arco del 2000 fino alle Colonne e al Continuum X del 2010.

Altra tappa imperdibile per gli appassionati è Pinksummer Contemporary Art, che affaccia sul Cortile maggiore di Palazzo Ducale. Questa galleria deve il nome alla prima mostra inaugurata il 19 febbraio 2000, in particolare al titolo di un acrilico su tela di Takashi Murakami. Idealmente, attraverso il lavoro degli artisti che rappresenta (tra cui Guy Ben-Ner, Bojan Šarčević, Peter Fend, Stefania Galegati, Tomás Saraceno e Georgina Starr), tende ad affrontare temi che connotano le società odierne, rimandando all’idea di diversi futuri possibili plasmabili sulla contemporaneità. A giugno, nella sede di Palazzo Ducale è di scena l’esposizione In Bocca, di Luca Trevisani, mentre la prima personale di Mark Dion da Pinksummer, By the Sea, è visitabile nello spazio pop-up al piano nobile di Palazzo Cambiaso Pallavicini.

 

La VisionQuesT 4rosso, invece, è nata a Genova a fine 2008 dal desiderio di promuovere e divulgare la fotografia in tutti i suoi aspetti. È tutt’oggi l’unica galleria della città, e una delle poche in Italia, a occuparsi esclusivamente di fotografia contemporanea. Dal 5 giugno presenta le opere di grande impatto emozionale firmate MacMaris, esito della collaborazione tra Cristina Maris e Massimo Curti.

Tomás Saraceno, Albedo (2018), opera in mostra da Pinksummer Contemporary Art © Alice Moschin

Negli spazi dello storico Palazzo Squarciafico, in piazza Invrea, nel cuore della Città della Lanterna, Unimediamodern di Caterina Gualco rappresenta l’unione di una lunga esperienza e di nuove forze giovani per l’indagine, l’approfondimento e la diffusione di quanto avviene nel campo della cultura e, specificamente, dell’arte contemporanea. Qui attende i visitatori il progetto 20x20eventi 2020! 50 anni, un sogno lungo una vita: per celebrare questo suo anniversario, Gualco ha chiesto ai talenti che più ama e con i quali è in contatto di dedicarle un lavoro su carta, senza cornice, di 20x20 cm. In 150 hanno risposto al suo invito, tra maestri ed emergenti, dando vita a una fantastica corale di immagini.

 

Ma nel capoluogo ligure non mancano spazi indipendenti per la ricerca artistica, tra i quali spiccano Prisma Studio, Space 4235 e Chan. Il Comune di Genova si distingue anche per un’intensa attività di sostegno alla street art, che si è concretizzata negli anni in numerosi e importanti progetti, la cui valenza sociale, estetica e di rigenerazione urbana ha prodotto ricadute positive sul tessuto cittadino.

 

Da Baltimora free street art, tra i grattacieli del Centro direzionale dei Liguri, a On the Wall che ha visto, nell’estate 2019, 12 importanti autori italiani e stranieri impegnati in un happening-festival nel quartiere di Certosa, subito dopo il tragico crollo del ponte Morandi. Un grande intervento di riqualificazione che ha coinvolto la popolazione e tantissimi volontari, trasformando 12 grandi muri vuoti in altrettante opere d’arte. Per chi volesse approfondire, la pagina facebook Street art in Genoa raccoglie centinaia di fotografie e informazioni utili.

Articolo tratto da La Freccia