Luigi Ghirri. The Marazzi Years 1975-1985 © Eredi Luigi Ghirri/courtesy Marazzi Ceramiche

Ricercatore della forma, immortala il reale che lo incuriosisce con dialettica minimalista e bagni di colore rarefatto. Luigi Ghirri (1943-1992), tra i grandi maestri della fotografia contemporanea internazionale, curatore e docente, è famoso soprattutto per le immagini del paesaggio italiano, i luoghi-non luoghi del quotidiano spesso vuoti e ritratti con cromie prima pop e poi pastello.

 

Nato a Sassuolo, in provincia di Modena, instaura con il suo territorio un rapporto creativo, a partire dalla produzione che realizza, dal ‘75, con l’azienda di ceramiche Marazzi coinvolgendo altri fotografi, tra cui John Batho, Cuchi White e Charles H. Traub. Un progetto di ricerca in cui la ceramica è interpretata e ritratta con creatività come elemento e spazio mentale, possibilità infinita di composizione, luce e tono.

 

In questa serie utilizzata come sfondo per composizioni concettuali da fotografare e su cui porre, ad esempio, un arcobaleno di carta. La mostra Luigi Ghirri. The Marazzi Years 1975-1985, a cura di Ilaria Campioli, fino al 31 ottobre a Palazzo Ducale di Sassuolo, propone un nucleo inedito di 30 fotografie dell’artista emiliano, conservate per decenni negli archivi dell’azienda Marazzi. L’esposizione, promossa dalle Gallerie Estensi, è anche l’occasione per ammirare l’appartamento dei Giganti riaperto eccezionalmente al pubblico.

 

Articolo tratto da La Freccia