In cover, Michelangelo Pistoletto, Tra specchio e tela (1988). Serigrafia su acciaio inox lucidato a specchio.

All’interno del complesso monumentale medievale costituito da Palazzo dell’Arengo e Palazzo del Podestà si è inserito un ambizioso progetto espositivo che coniuga la riqualificazione a fini culturali dei due edifici storici alla valorizzazione della straordinaria iniziativa solidale messa in campo dalla comunità fondata da Vincenzo Muccioli.

«Part è un percorso sinergico che, attraverso cultura e arte, alimenta un nuovo modello di collaborazione tra pubblico e privato», ha spiegato Letizia Moratti, cofondatrice della Fondazione San Patrignano durante l’inaugurazione del nuovo museo, lo scorso settembre. Che, in attesa della riapertura delle sedi espositive superata l’emergenza Covid, si può visitare online ammirando la nuova collezione.

«Ringrazio la città di Rimini e il suo sindaco per aver creduto fin dall’inizio in questo progetto di alleanza virtuosa a cui San Patrignano contribuisce con la propria collezione d’arte, nata dall’idea – mutuata dalla tradizione delle fondazioni anglosassoni – di dotarsi di una risorsa patrimoniale per eventuali progetti di natura straordinaria». Tutte le opere infatti, continua Moratti, «sono frutto unicamente di donazioni e affrontano temi chiave per San Patrignano: l’emarginazione, il disagio sociale, l’accoglienza, la rinascita. Credo che Part rappresenti un unicum nel suo genere e possa costituire uno stimolo per progetti simili in una nazione come l’Italia che dovrebbe sempre costruire, anche sulle leve dell’arte e della cultura, una delle direttrici di sviluppo attuale e futuro».

Thomas De Falco, arazzo (particolare) (2020). Tecnica mista.

E se il concetto di patrimonio artistico nel nostro Paese viene prevalentemente ricondotto ai capolavori antichi, questo nuovo museo «è invece un’ulteriore testimonianza del fatto che anche le opere contemporanee contribuiscono in maniera significativa ad arricchirlo», sottolinea Clarice Pecori Giraldi, responsabile del coordinamento curatoriale della Collezione San Patrignano. Part è il risultato, in continua evoluzione, della prima grande iniziativa italiana di endowment su modello anglosassone: le opere della raccolta sono infatti state donate alla Fondazione San Patrignano con atti che impegnano a non alienarle per un periodo minimo di cinque anni, ma valorizzandole e rendendole visibili al pubblico. Successivamente, potranno essere cedute solo in caso di esigenze straordinarie della comunità per soddisfare necessità prioritarie degli ospiti che stanno seguendo un percorso di recupero dalla tossicodipendenza.

Francesco Vezzoli, Madonna piangente con lacrima cubista (2019). Ricamo in cotone su tela e tessuto.

La raccolta è già oggi ricca, riunisce oltre 50 artisti di rilievo internazionale, tra i quali Vanessa Beecroft, Sandro Chia, Enzo Cucchi, Thomas De Falco, Nicola de Maria, Damien Hirst, Emilio Isgrò, Igor Mitoraj, Mimmo Paladino, Michelangelo Pistoletto, Mario Schifano, Grazia Toderi, Francesco Vezzoli e tanti altri. Part ospita inoltre un’opera site specific dell’artista David Tremlett, realizzata con l’aiuto dei ragazzi della comunità. La sede di Rimini è il punto di arrivo della mostra itinerante La collezione San Patrignano - Work in progress che dal 2018 ha toccato alcune delle principali istituzioni museali del Paese, come la Triennale di Milano, Palazzo Drago a Palermo, il MAXXI di Roma e la Sala d’Arme di Palazzo Vecchio a Firenze.

Articolo tratto da La Freccia