In apertura la copertina del libro

Il coraggio di sei madri che hanno perso un figlio. Ai microfoni di FSNews Radio un incontro, seppur telefonico, di quelli che lasciano un senso di ammirazione verso tutte quelle persone che nella vita purtroppo hanno incontrato nel loro cammino degli avvenimenti terribili ma che nonostante il dolore, lo smarrimento e l’incredulità perenne trovano il coraggio di andare avanti.

 

Ospite nella nostra trasmissione Paola Alberti che ha presentato il libro “Lettere senza confini”. Una raccolta di lettere scritte da sei mamme di città diverse (Firenze, Amatrice e Mantova) per raccontare quanta strada sono riuscite a percorrere nel loro ricordo e per ribadire che i figli “persi” sono angeli volati via. Il volume, curato dalla giornalista Gaia Simonetti, mette in risalto molto di quello che hanno in comune le storie: il dolore incancellabile, la disperazione per la perdita della logica della vita, la nostalgia dei momenti intensi fissati nella memoria e via richiamati, l’elaborazione del lutto che si trasforma in progetto di sostegno per gli altri, un soffrire che diventa un donare. Ogni donna si presenta nella sua individualità, le parole e lo stile narrativo dell’una non sono mai quella dell’altra.

 

ASCOLTA L'INTERVISTA A PAOLA ALBERTI

Gaia Simonetti a proposito del libro: «Il dolore ha un nemico. Si chiama speranza. È la mia convinzione e il messaggio che, con altre mamme che come me hanno perso un figlio, abbiamo lanciato. Il libro nasce dallo scavare nel dolore, nella nostra anima per cercare di tendere una mano verso altre madri e padri che, come noi, si sono trovati davanti ad una prova troppo dura della vita».

 

Sei storie diverse che vedono Barbara (il nome con cui Gaia Simonetti firma la sua lettera) rivolgersi ad un esserino mai nato “Quel giorno capii quanto fosse difficile trasformare in realtà i sogni. Scricchiolavano, infranti come i vetri colpiti da un pallone, che non ti vedrò mai calciare…  Nessuno mi chiamerà mai mamma. E la vita continua – come dicono in molti – meno piena e con un senso di vuoto”. Giovanna, che alterna in continuazione gli stati d’animo del presente e i ricordi dei momenti cruciali dell’esistenza con Mauro. Il trillo del campanello durante la notte. La corsa all’ospedale, la perdita di ogni speranza. La donazione di organi. Il voler incontrare chi ha salvato. “Ho messo tante foto sparse per casa perché voglio poterti vedere e ci sono sempre i fiori freschi. Non mancano le rose magnifiche colorate. Erano il tuo fiore preferito”. Poi Laura, per la quale suona strano che salvi una bimba, Ela, da un orfanatrofio russo, per trovartela morta più venti anni dopo in uno stupido incidente. “Continuare a vivere… perché? O andarsene per sempre e finire di star male, ma creando così ulteriore sofferenza agli altri?… E’ dirompente la voglia di seguire la persona che per te significava tutto: passato, presente e futuro, sulla quale hai costruito tanti progetti. Ti sembra di camminare sul crinale di una montagna. O di qua o di là. Vivere o morire. Ho deciso di restare di qua, di vivere”, di donare.

Le autrici le libro

Le autrici del libro durante una premiazione

Paola invece scrive a Michela vittima di un femminicidio. “Fino a quando ci sarà anche un solo uomo convinto che la donna sia una sua proprietà e che possa gestirne la vita, esisteranno sempre odio e violenza”. Infine le parole di due mamme dallo stesso nome, Stefania. La prima che scopre attraverso la scrittura che si vive con l’amore e per l’amore di Lore e di tutti i giovani come lui, la seconda che rivede Filippo scomparso sotto le macerie di Amatrice. “Ti rivedo in quelle tappe della mia vita che sembrano quotidianità e routine, e poi nel tempo diventano ricordi indelebili, che si ti tingono di mille sfumature”.

 

Un libro che vuole essere una mano tesa e un abbraccio verso mamme e papà che vivono la stessa prova dura della vita. Il ricavato delle vendite del volume ha contribuito alla consegna di borse di studio a Claudia e Massimiliano, due studenti di Amatrice ed Accumoli così come era il desiderio di Filippo, giovane di Amatrice, che ha perso la vita nel terremoto e a cui si rivolge nel libro mamma Stefania. Mentre dalla ristampa si daranno vita a nuovi progetti nel ricordo dei loro figli.