Cosa sarebbe capace di fare una donna se potesse ricominciare tutto da capo, dimenticare il passato e costruire la propria storia senza pregiudizi, pudori e sensi di colpa? Diventerebbe certamente una creatura nuova come la Bella Baxter interpretata da Emma Stone in “Poor Thing” per la regia di Yorgos Lanthimos. La pellicola vincitrice del Leone d’oro all’ultima Mostra internazionale del cinema di Venezia, ha ricevuto due Golden Globe, ben undici nomination agli Oscar e ha ottenuto quattro statuette tra le quali quella alla migliore attrice.

 

Consolidato il sodalizio tra Lanthimos e la sua “favorita” Stone che sarà protagonista anche del prossimo film del regista greco, Kinds of Kindness in programmazione nelle sale americane già da questa estate.

 

Il mondo di Bella Baxter trionfa agli Oscar anche nelle categorie trucco, scenografia e costumi, che raccontano una storia nella storia, di una eroina gotica con pantaloncini corti, gambe nude e capelli sciolti che diventa una donna alla ricerca del proprio posto nel mondo.

 

Ambientato in un magico Ottocento, una suicida incinta viene riportata in vita dallo scienziato Godwin Baxter, interpretato magistralmente da Willem Dafoe, che impianta nel corpo esanime della donna il cervello del feto che porta in grembo. Da questo esperimento nasce una bambina-donna, una moderna Frankestein, frutto degli esperimenti del padre-creatore Godwin che lei chiamerà semplicemente, e non a caso, God.

 

È un viaggio iniziatico quello compiuto da Bella che nel proprio corpo adulto racchiude un bambino interiore che cresce, impara a camminare, parlare e scoprire il mondo fuori dalla propria casa-guscio. E in quel corpo da donna rivive tutte le tappe dell’infanzia, i turbamenti dell’adolescenza e l’incontro con la propria fisicità e quella dell’altro. Impara a dare un nome ai sentimenti, ampliando il proprio bagaglio linguistico ed emotivo per conquistare la propria voce e così la propria storia.

 

Disinibita, libera e curiosa, insieme a un dissoluto compagno di avventure, attraversa Londra, Lisbona, Alessandria d’Egitto e Parigi. Il viaggio fisico si interseca e alimenta quello interno, un percorso verso l’autodeterminazione e la consapevolezza di sé.

 

Una favola cinematografica, gotica e allo stesso tempo incredibilmente contemporanea, nella quale la curiosità, il desiderio e il crescente spirito critico guidano un’eroina moderna nella costruzione della propria identità e femminilità.