Photo by Juan Naharro Gimenez/Getty Images for Netflix
L’attesa è ormai agli sgoccioli: gli episodi conclusivi de La Casa di Carta 5 saranno visibili su Netflix da venerdì 3 dicembre. Come finirà il colpo alla banca di Spagna che ha tenuto incollati allo schermo milioni di fan in tutto il mondo? Lo scopriremo solo vedendo l’ultima puntata. Nessun dettaglio, infatti, è emerso persino ieri, quando si è tenuta a Madrid una conferenza stampa globale, in spagnolo e in inglese, a cui hanno preso parte i creatori e il cast.
Le parole di Ursula Corberó (Tokyo), Álvaro Morte (il Professore), Pedro Alonso (Berlino), Jaime Lorente (Denver), Najwa Nimri (Alicia Sierra), Belen Cuesta (Manila), Hovik Keuchkerian (Bogota), Luka Peros (Marsiglia), Darko Peric (Helsinki), Enrique Arce (Arturo Román), Esther Acebo (Stoccolma), Miguel Herrán (Rio), oltre che degli sceneggiatori Esther Martinez Lobato e Alex Pena e del regista Jesus Colmenar, non hanno fatto trapelare nessun indizio narrativo, anzi l’attenzione è stata massima nel tacere qualsiasi elemento di possibile spoiler.
LA CASA DI CARTA 5: SI CHIUDE IL CERCHIO
Nelle loro dichiarazioni si sono però soffermati sulle emozioni che potranno essere vissute vedendo gli ultimi episodi. «Il primo volume era emozionante ma nel secondo – ha spiegato Alex Pena – abbiamo collegato tutti i personaggi, siamo andati indietro nel tempo e messo insieme tutti i pezzi del puzzle; abbiamo anche aggiunto alcune parti emotive ai personaggi, chiudendo in qualche modo il cerchio delle loro storie e dando così risposte utili a capire l'intero universo de La Casa di Carta». La fase di scrittura, ha svelato lo sceneggiatore, non si è rivelata affatto facile: «Quando abbiamo iniziato ci siamo resi conto che c’erano molti aspetti da raccontare e il tempo che abbiamo avuto per elaborarle è stato ristretto, il secondo volume è stata la parte più difficile da scrivere. Quando abbiamo finito, in tempi record, eravamo esausti, non sono riuscito neanche a leggere di nuovo la trama ma penso che così sia più eccitante».
Gli sceneggiatori de La Casa di Carta Esther Martinez Lobato e Alex Pena. Alle loro spalle l'attrice Najwa Nimri
VOLUME 2: PIÙ SENTIMENTO E MENO AZIONE
«Nel passaggio dal Volume 1 al Volume 2 – ha aggiunto Esther Martinez Lobato – la morte di Tokyo è stata una bomba ad orologeria che ha cambiato radicalmente lo spettacolo, facendo virare verso la fine questi personaggi che hanno accompagnato i propri fan in tutto il mondo per diversi anni. Questi ultimi capitoli sono un omaggio a tutti i fan. Tutti i personaggi trovano spazio in questo volume finale per mostrare un po' del loro cuore. Sono sicura che i cardiologi saranno felici di vedere meno azione».
Luka Peros, Darko Peric, Enrique Arce, Jesus Colmenar, Ursula Corberó, Miguel Herrán, Esther Acebo
Sulla stessa linea d’onda anche il regista Jesus Colmenar. «Nel primo volume di questa stagione c’è stata pura adrenalina, azione, è stata una delle esperienze più brutali sia per il cast che per la troupe. È stato complicato ma abbiamo generato il giusto climax. Mi trovo d’accordo con Esther, questa è una stagione o un volume più emozionante e penso che sia così alla fine della storia, e pur sempre pieno di adrenalina, con colpi di scena inaspettati, ma penso che abbia un ritmo diverso, non è più una guerra, ma ci sarà pur sempre un crescendo fino alla fine».
Belen Cuesta e Álvaro Morte
Nella dicotomia tra cervello e cuore, inevitabilmente assume un ruolo particolare del Professore. «Ciò che più mi piace di questo personaggio – ha confessato l’attore che lo interpreta, Álvaro Morte – è quando mostra la sua umanità, perché a volte pensi che sia un robot meraviglioso, ma poi ci sono altre volte in cui lo interpreto e sono in grado di connettermi all’essere umano che è parte di lui. Ciò implica il poter commettere errori, infatti il professore non è perfetto e queste crepe nel suo personaggio sono quelle di cui sono più entusiasta. La verità è che, qualsiasi decisione prenda, cercando di risolvere in anticipo la situazione, c'è sempre un pasticcio dietro l'altro e questo lo rende molto, molto divertente».
Belen Cuesta, Hovik Keuchkerian, Jaime Lorente, Pedro Alonso e Álvaro Morte
UN SUCCESSO MONDIALE PER UN GRUPPO DI AMICI
La Casa di Carta ha avuto una fortuna di pubblico sorprendente in tutto il Pianeta. La maschera di Dalì ha iniziato a invadere tutti gli angoli del globo. Ma per quale motivo? Secondo Ursula Corberó questa è una domanda chiave a cui nessuno può rispondere. «Ho sempre pensato che ognuno di noi abbia una teoria o un’ipotesi diversa. Penso che ci sia qualcosa tra i personaggi che abbia molto a che fare con l'amore della famiglia, la fratellanza e la sorellanza. Ci sono diversi elementi nella serie che hanno un valore universale, riconoscibile ovunque».
Questione probabilmente anche di empatia e chimica, come quella che si è creata tra i membri del cast. «Quando lavori a qualcosa di cui sei così appassionato – ha spiegato Esther Acebo – e che richiede così tanta emozione, energia, lavoro, crei legami umani all'interno del team. Tanto nello spettacolo quanto nella vita reale siamo molto legati, in particolare quelli di noi che hanno lavorato a stretto contatto. Un feeling che va oltre lo schermo». Una relazione che si è irrobustita nel tempo. «È importante andare all'inizio – ha concluso Jaime Lorente – e spiegare come tutto è cominciato per La Casa di Carta. Tutti sono consapevoli del successo che ha avuto, ma abbiamo iniziato bevendo delle birre e condividendo il nostro sogno. Molte persone hanno messo tutta la posta in gioco qui e il pubblico ha creduto che questo fosse un buon prodotto. Penso che questo tipo di fiducia ci abbia fatto fraternizzare».
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