Partecipazione, inclusione, multidisciplinarietà, diffusione sono le parole chiave del

Verdi Off, rassegna di oltre 130 appuntamenti collaterali a ingresso libero, curata da Barbara Minghetti, che da sei anni arricchisce il Festival Verdi del Teatro Regio di Parma.

Dal 18 settembre al 17 ottobre, spettacoli totalmente gratuiti coinvolgono visitatori, appassionati e curiosi che si trovano a Parma e nella provincia, da Busseto a San Secondo, da Traversetolo a Zibello e Sissa. Una sinergia con il Comune e con l’associazione Parma, io ci sto! che in questi anni ha avvicinato milioni di spettatori

alla musica classica. Quest’anno, sono quattro i progetti che caratterizzano l’edizione. 

Illustrazione per festival Verdi off

Il primo è Verdi sotto casa, che porta nelle strade di sette quartieri di Parma eventi di danza, musica e teatro, trasformando le finestre delle abitazioni in veri e propri palchi da cui assistere allo spettacolo.

La città che danza, ideato da Riccardo Olivier e dal coreografo Alex McCabe,

è un’azione pubblica che coinvolge in prima persona bambini e ragazzi dai sei ai 19 anni, alcuni dei quali con disabilità, per raccontare attraverso le loro performance l’idea della resilienza dimostrata dalla collettività in un periodo storico

tanto complesso.

IVerdi, progetto site specific per Parma e il Festival Verdi a cura di Karakorum

Teatro e Centro teatrale MaMiMò, conduce invece gli spettatori alla riscoperta

dei luoghi del Maestro, guidandoli attraverso il proprio smartphone in un viaggio immersivo di musica e parole, uno spazio magico sospeso tra verità e finzione.

Infine, il Verdi Graff Contest, la call a cura di McLuc Culture rivolta ai writer di tutta Italia a partire dai 16 anni: un’occasione unica per re-interpretare con sguardo contemporaneo, scrivendo o dipingendo in modo classico o con i graffiti, la figura e l’opera di Giuseppe Verdi.

Una rassegna di qualità, creatività e divertimento, insomma, che mantiene Parma in pole position tra le mete più ambite dal turismo culturale sofisticato.

Articolo tratto da La Freccia