Il nome di Gabriella Pession fa rima con fiction di successo come Capri e Orgoglio o pellicole brillanti del calibro di L’amore è eterno finché dura di Carlo Verdone e Se son rose di Leonardo Pieraccioni. L’attrice italoamericana, tornata in Italia dopo aver vissuto a Los Angeles, è richiestissima oltreoceano: attualmente è sul set di Those about to die, il serial del regista tedesco Roland Emmerich dove divide la scena con Anthony Hopkins. Non contenta, sta mettendo in scena La bella regina di Leenane, opera del drammaturgo irlandese Martin McDonagh. Il 30 agosto esce nei cinema italiani con Una commedia pericolosa, film di Alessandro Pondi con Enrico Brignano.
Contenta di tornare sul grande schermo con una commedia?
Molto. Se potessi farei solo quelle.
Interpreti l’hostess Rita. Che personaggio è?
Evanescente, con la testa fra le nuvole e un matrimonio finito. Ci siamo ispirati a Marilyn Monroe: bionda, svampita, quasi un cartoon. Viene coinvolta in un’avventura dal vicino di casa Maurilio, un puro come lei. E i due finiranno per innamorarsi.
Ti trovi meglio in Italia o negli Stati Uniti?
In Italia vivo bene. Ho deciso di crescere mio figlio nella bellezza e nella storia. Una scelta voluta anche da mio marito (l’attore Richard Flood, ndr). A livello lavorativo, invece, in America gli interpreti hanno una cifra stilistica più asciutta, meno drammatica e io ho assorbito un modo di recitare più anglosassone.
Sei attenta alla sostenibilità ambientale?
Sì, cresco mio figlio insegnandogli il rispetto per l’ambiente: le nuove generazioni non devono trovarsi un disastro tra le mani. Nel serial che sto scrivendo come co-autrice c’è anche una linea green.
Ci anticipi qualcosa?
Sarà una dramedy che strizza l’occhio alla commedia all’italiana. La protagonista è single, nevrotica, cerca di essere sempre performante. Succederà qualcosa che le farà trovare il suo posto nel mondo.
Viaggiare ha influito sulla tua formazione?
Totalmente. Negli ultimi dieci anni ho cambiato 23 case. Per me muovermi è necessario: senza sarei infelice.
Come è cambiato il tuo modo di intendere la vita negli anni?
In America, durante il Covid-19, non avevo punti di riferimento, ero lontana dalla mia identità sociale. Uscire da quello stato con la mia creatività, scrivendo progetti, mi ha fatto mettere la palla al centro. Quando facevo una fiction dietro l’altra non mi divertivo più e non avevo il coraggio di fermarmi. Ora ricomincio da me.
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