Cento concorrenti per altrettante categorie, un campo da gioco gigante e solo 45 secondi per vincere o tornare a casa. Ecco il meccanismo di The Floor, il nuovo quiz show di Rai2 che ha promesso scintille e un ritmo al fulmicotone, mantenendo la parola e con un buon risultato di share. Il format di prima serata vede al timone due star nate dal web, ma capaci di essere credibili anche fuori dalla rete: Ciro Priello e Fabio Balsamo, della factory artistica The Jackal.

 

Ciro, in Italia non si era mai visto un gioco come questo. Come funziona?

[C] Avremo cento concorrenti, ognuno dei quali specializzato in una materia, che si sfideranno fra loro. I duelli verranno scelti in maniera random dal pavimento, the floor, appunto. L’obiettivo è conquistare tutte le caselle per portarsi a casa 100mila euro. È tutto molto divertente.

 

Fabio, tu di cosa ti occuperai?

[F] Tirerò fuori alcune curiosità sulle varie tematiche del gioco e sui concorrenti. Oltre alla preparazione, sono stati valutati profili con personalità interessanti e hobby particolari. Abbiamo aggiunto una componente divertente che il format originale non prevedeva. Io sarò il tuttologo che risponderà a domande tipo: «Perché la scatola nera non è nera?». O sciorinerò curiosità come quella della pizza che va tagliata col coltello al contrario e non con la parte seghettata, perché porterebbe via tutti gli ingredienti dalla base.

 

Siete nati dal web che ha una fruizione on demand. Come scegliete i programmi da condurre sulla tv generalista?

[C] Fabio viene dal teatro classico e io dalla danza. Scegliamo i progetti cercando di capire quanto possono essere sfidanti. Ogni volta che ci leghiamo a un media, studiamo per rendere al meglio la nostra performance.

[F] Pensiamo anche a come farlo nostro. In questo programma, per esempio, Ciro ha scritto la sigla e creato la coreografia correlata per omaggiare la tv degli anni ‘90 che tanto ci piace.

 

Cosa guardavate in quel periodo?

[C] I programmi di Paolo Bonolis e Luca Laurenti. Varietà che prevedevano sempre un momento dedicato al corpo di ballo.

[F] E poi apprezzavamo le paillette di Raffaella Carrà, la spontaneità di Lorella Cuccarini e Marco Columbro e la delicatezza umana di Alberto Castagna in Stranamore, format che un giorno mi piacerebbe riportare in tv.

 

Quali altri programmi vi piacerebbe fare?

[C] Amo i varietà: sarebbe bello farne uno scritto e diretto dai The Jackal.

[F] Ovviamente, punto al Festival di Sanremo. Ma io non voglio solo condurlo: voglio anche il potere di farlo fallire (ride, ndr).

[C] Va bene sognare, ma un passo alla volta.

 

Il viaggio della vita?

[C] Quello che mi ha portato a conoscere mia figlia. Sono ancora in viaggio, in realtà. [F] In Francia, ad Avignone, dove ho passato 20 anni della mia vita a fare l’artista di strada. Ho perso 15 chili nelle prime tre settimane. Lì ho capito che sarei stato anche disposto a morire per quest’arte. E poi possiamo dire una cosa?

 

Prego.

[C] Noi viaggiamo solo in treno.

[F] Perché abbiamo paura dell’aereo e siamo dei romantici.

 

E se vi chiamano a fare un film a Hollywood?

[F] Vengono loro. Ora girano tante pellicole in Italia: c’è stato Denzel Washington, c’è stato James Franco. Non possono fare pure un set per noi a Napoli?

 

 

Articolo tratto da La Freccia di gennaio 2024