Amerigo è un bambino che non ha mai lasciato Napoli e sua mamma Antonietta. Ha otto anni nel 1946 quando saluta il rione e a bordo di un treno si dirige alla volta di Modena, verso una nuova vita e famiglia. È il destino del protagonista de “Il treno dei bambini” di Cristina Comencini, tratto dall'omonimo romanzo di successo di Viola Ardone e presentato a ottobre alla Festa del Cinema di Roma 2024.

 

Insieme a migliaia di altri bambini meridionali Amerigo attraversa la penisola per raggiungere una nuova famiglia pronta ad ospitarlo per un periodo. È la storia vera di oltre 70mila bambini che in soli due anni vennero trasferiti a bordo dei cosiddetti “treni della felicità” dalla Campania e basso Lazio fino al Nord, verso case di operai e contadini aperte per offrire loro cura e accoglienza.

 

È un viaggio attraverso la miseria e la generosità di un’Italia che si rialza dalla guerra, vista attraverso gli occhi di un bambino diviso tra due madri, brillantemente interpretate da Serena Rossi e Barbara Ronchi. Nella prima risiede la forza di tante donne che hanno trovato il coraggio di allontanare il proprio figlio come unica strada per offrirgli una possibilità di sopravvivenza. Nella seconda la tenerezza e generosità di chi apre il proprio cuore a una nuova vita.

 

«È un film che parla di unione e solidarietà. – ha raccontato Serena Rossi allo Stand del Gruppo FS durante la Festa del Cinema di Roma– È la storia del nostro paese, ma è anche una parte della mia storia personale essendo stata mia nonna proprio su uno di quei treni».

 

Sullo sfondo l’Italia del dopoguerra, tinta di contrasti, povertà e sofferenze ma anche profondamente generosa, solidale, resiliente.

 

Stefano Accorsi veste i panni di Amerigo adulto quando torna a Napoli e comprende il gesto di amore profondo compiuto da Antonietta: non trattenere ma avere il coraggio di lasciare andare.