Un treno, Vienna e l’incontro di due anime le cui traiettorie casualmente si intersecano nello stesso vagone. Jesse e Céline, lui un giovane statunitense diretto all’aeroporto per rientrare in America, lei una ragazza francese in viaggio verso Parigi.
Le destinazioni di entrambi sono ai poli opposti ma Jesse propone alla sconosciuta viaggiatrice una sosta a Vienna. Con l’impulsività e leggerezza dei venti anni, decidono di scendere nella prima stazione e trascorrere un’imprevedibile notte in giro per la capitale austriaca per poi separarsi, forse per sempre.
Ha inizio così Prima dell’alba, con una fermata del treno che è allo stesso tempo una scommessa sentimentale e una cinematografica.
La pellicola diretta da Richard Linklater ha infatti superato la prova del tempo come poche altre commedie degli anni Novanta, divenendo un cult generazionale a cui hanno contribuito i due sequel che, nel 2004 e nel 2013, hanno visto il regista tornare a collaborare con i due interpreti e cosceneggiatori Ethan Hawke e Julie Delpy.
Il film, girato en plein air fra le strade di Vienna, ha un andamento quasi teatrale dal momento che l’intera narrazione è affidata esclusivamente alla parola. Lo spettatore partecipa ai fitti dialoghi fra Jesse e Céline sviluppati su lunghi piani sequenza che sembrano dilatare lo spazio in un tempo non definito che è tutto da consumare prima che arrivi l’alba. C’è un’urgenza temporale che sprona i protagonisti a raccontarsi e svelarsi, a cogliere ogni istante di un inatteso breve e intenso soggiorno.
È l’imprevisto che diventa romantico e la comunicazione che si fa trama perché al termine della notte non restano che le parole scambiate e donate uno all’altra ad aleggiare nell’aria rarefatta di Vienna.
Ma l’alba giunge e il treno deve ripartire. Resta soltanto la promessa di rincontrarsi, sei mesi dopo, in quella stessa stazione dalla quale si stanno separando.
A distanza di nove anni e poi nove ancora, l’incontro tra Jesse e Céline a Parigi, nel sequel Prima del Tramonto, dove l’ormai affermato scrittore sta presentando il suo libro dedicato alla notte viennese con Céline, e poi in Grecia, in Before Midnight. L’ultimo capitolo della trilogia vede la coppia ormai consolidata con due gemelle e qualche anno e pensiero in più, chiedersi se l’amore basterà a superare le paure, le responsabilità, le differenze caratteriali e lo scorrere inarrestabile del tempo.
Tre film che raccontano tre diverse fasi dell’amore, da quella romantica a quella coniugale, passando per le infinite sfumature dei sentimenti che evolvono con il passare degli anni e assumono volti nuovi e nuovi modi di accogliere l’altro. È il viaggio di un treno che potrebbe essere diretto ovunque e che sosta in una delle tante stazioni del mondo ma che è unico perché al suo interno due vite si incontrano e si sforzano di uscire dalla propria individuale visione della realtà per comprendere l’altro.
“Io credo che se esiste un qualsiasi Dio, non sarebbe in nessuno di noi ma solo in questo piccolo spazio nel mezzo” dichiara Céline a Jesse. “Se c'è una qualsiasi magia in questo mondo, dev'essere nel tentativo di capire qualcuno condividendo qualcosa. Lo so, è quasi impossibile riuscirci, ma che importa, in fondo? La risposta dev'essere nel tentativo”.
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