Che sia un Ferragosto in vacanza al mare con amici o in una rovente e deserta città, in montagna con temperature miti e paesaggi da scoprire o in famiglia con un ricco pranzo tradizionale. Il 15 di agosto rimane la festa più attesa dell’estate e la più raccontata dal cinema italiano.
Da Il sorpasso di Dino Risi a Un Sacco bello di Carlo Verdone, passando per Caro diario di Nanni Moretti, Pranzo di ferragosto di Gianni Di Gregorio e Ferie d’agosto di Paolo Virzì, senza dimenticare Una botta di vita con Alberto Sordi.
Non solo i festeggiamenti sulla spiaggia, le grigliate e gli amori estivi ma anche il grande caldo, le città deserte e silenziose con i negozi chiusi e la malinconia di chi resta. Sembrano dei sopravvissuti i protagonisti delle pellicole di Dino Risio o di Carlo Verdone, che si aggirano in una Roma bollente, spettrale e allo stesso tempo palcoscenico di infinite possibili avventure.
Commedie divenute cult che fotografano un’Italia in trasformazione attraverso il racconto ironico, disincantato e bonario delle abitudini di un paese nella festa di metà agosto.
Se un tempo “le smanie per la villeggiatura” rappresentavano uno status riservato a una classe benestante, è con il boom economico che la vacanza diviene il momento più desiderato del calendario degli italiani. Ed è proprio la grande commedia a immortalare l’evoluzione dei costumi, interpretando, talvolta criticando ma sempre accogliendo il cambiamento in corso.
Sarà infatti il bisogno di continuare a leggere le trasformazioni della realtà o la nostalgia degli anni Novanta ad aver spinto Paolo Virzì a dirigere, ventotto anni dopo, il sequel di Ferie d’agosto.
Uscito nelle sale a marzo, in Un altro Ferragosto tutti i personaggi si rincontrano dopo quasi tre decenni nuovamente sull'isola di Ventotene. Protagoniste due famiglie agli antipodi, quella dei Molino e quella dei Mazzalupi, con un cast d’eccezione composto, tra gli altri, da Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Christian De Sica, Laura Morante, Vinicio Marchioni, Emanuela Fanelli.
Un film corale sul tempo che passa e che si veste, rispetto alla commedia d’esordio, di una veste più malinconica. Se Ferie d’agosto concludeva con le urla dell’adolescente Sabrina Ferilli che a squarciagola gridava “Io ti amo”, il sequel termina con una domanda alla quale la ragazza, divenuta donna, oggi non trova risposte: “Dove sono andati tutti?”. È un invito a riflettere perché nelle due tribù di villeggianti ci sono due Italie apparentemente inconciliabili ma destinate a scontrarsi e riscoprirsi ancora una volta a Ferragosto.
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