In apertura il Teatro greco di Siracusa © ArTo/AdobeStock

Torna a splendere un teatro costruito a partire dal V secolo a.C. che ancora oggi, nella cavea rivolta verso il mare, accoglie spettatori da ogni parte del mondo. Un rito antico, sempre capace di rinnovarsi: inizia al tramonto e dura il tempo sublime e carico di emozioni d’una storia che parla di uomini e dei.

Quest’anno, il Teatro greco di Siracusa si anima nel suo periodo tradizionale, dal 17 maggio al 9 luglio, con il 57esimo ciclo di rappresentazioni classiche proposto dall’Istituto nazionale del dramma antico (Inda), in uno spazio finalmente aperto alla capienza massima di 5mila spettatori.

Tre le nuove tragedie in scena: l’Agamennone di Eschilo con la regia di Davide Livermore e la traduzione di Walter Lapini, dal 17 maggio al 5 luglio in alternanza con l’Edipo re di Sofocle per la regia di Robert Carsen e la traduzione di Francesco Morosi (18 maggio-3 luglio) e, dal 14 giugno al4 luglio, Ifigenia in Tauride di Euripide diretta da Jacopo Gassmann e tradotta da Giorgio Ieranò.

Il Teatro greco di Siracusa

Il Teatro greco di Siracusa © robertos_O/AdobeStock

Il programma curato dal sovrintendente Antonio Calbi prosegue il 6 luglio con le Coefore-Eumenidi di Eschilo, nell’allestimento del 2021 di Livermore. Il 9 è prevista una serata evento con la versione integrale dell’Orestea, sempre del drammaturgo greco, composta da Agamennone, Coefore ed Eumenidi.

Ascolta l'intervista a Marina Valensise, consigliere delegato della Fondazione Inda, a cura di Alessandro Ribaldi

«Dopo due anni di stop e di programma ridotto torniamo in scena nei mesi tradizionali e la ripresa anche del Festival internazionale del teatro classico dei giovani, a Palazzolo Acreide», spiega Marina Valensise, consigliere delegato della Fondazione Inda.

Quest’anno è previsto anche un appuntamento speciale dedicato ai profughi ucraini in Italia, probabilmente il 20 giugno, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. Una serata a donazione libera, con attori impegnati su brani tratti dalle tragedie greche, il cui ricavato viene devoluto alla Croce Rossa.

Gli spettacoli classici al Teatro greco di Siracusa sono un vero e proprio laboratorio d’arte e creatività che conta oltre 350 maestranze impegnate nella realizzazione di scene e costumi, e circa 150 attori tra cui gli allievi dell’Accademia d’arte del dramma antico. «Questo luogo porta con sé non solo la memoria secolare della storia ma anche la consapevolezza fondamentale di come il teatro e l’arte si rinnovino costantemente col cambiare della nostra vita, della società, dei tempi», racconta Livermore.

 

Gli fa eco Carsen: «Da giovane ho studiato il teatro greco ma riuscire ad avvicinarmi a un testo monumentale come l’Edipo re e farne uno spettacolo in un luogo così straordinario è un grande onore e insieme un’enorme sfida». Gassmann, invece, si sofferma sulla profonda modernità di Ifigenia in Tauride: «Un testo costellato di domande e contraddizioni, una tragedia scura e inquieta di figli senza padri».

Tra le attività collaterali del programma, prosegue fino al 30 settembre, la mostra multimediale Orestea atto secondo. La ripresa delle rappresentazioni classiche al Teatro greco di Siracusa, dopo la Grande guerra e l’epidemia di Spagnola, a cura di Valensise con la supervisione di Livermore. Una serie di fotografie d’epoca in bianco e nero raccontano l’impresa di un gruppo di mecenati siracusani, capeggiato dal conte Mario Tommaso Gargallo che nel 1921, con le Coefore di Eschilo, riportò le rappresentazioni classiche al Teatro greco dopo un’interruzione di sette anni.

L’esposizione fa poi tappa a Palazzo Altemps di Roma, una delle quattro sedi del Museo nazionale romano con cui la Fondazione Inda ha firmato un’importante collaborazione. Infine, sempre nella Capitale, al Museo delle Terme di Diocleziano, a luglio va in scena Fedra, lo spettacolo con gli allievi dell’Accademia d’arte del dramma antico.

Articolo tratto da La Freccia

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