No, il nome “Termini” non allude alla “meta finale” di un viaggio. La stazione di Roma si chiama così per la vicinanza delle Terme di Diocleziano, le più grandi terme della Roma Antica, che sorgevano tra le attuali piazze della Repubblica, piazza dei Cinquecento, via Volturno e via XX Settembre. Vicino a dove oggi sorge la stazione era anche collocata la cosiddetta “Botte di Termini”, una grande cisterna costruita da Diocleziano stesso per alimentare le sue terme. La cisterna aveva una forma a trapezio e i suoi ultimi resti furono demoliti nel 1876.

 

Anche la piazza antistante la stazione era fino al 1888 denominata piazza di Termini, prima di essere dedicata ai 500 soldati italiani che persero la vita a Dogali, in Eritrea dove le truppe del Regno d'Italia caddero sotto i colpi delle forze dell'Impero etiope, nella prima avventura coloniale italiana. Ai caduti di Dogali era dedicato anche un obelisco che sorgeva dinnanzi alla vecchia stazione. Negli anni successivi l’obelisco fu spostato nel giardino di via delle Terme, dove tuttora è situato.

Le terme di Diocleziano a Roma

Le terme di Diocleziano a Roma

La storia di Roma Termini

C’è una data che segna l’inizio della storia della stazione di Roma Termini: è il 1° dicembre 1862 quando entrò in esercizio la linea Roma-Ceprano. Da subito la stazione Termini divenne il capolinea di un numero sempre maggiore di collegamenti ferroviari: nel 1864 la linea Roma-Civitavecchia e la Roma-Ciampino, poi i collegamenti per Monterotondo e Orte (1866) e ancora Foligno e Livorno; mentre la Roma-Frascati partì nel 1856.

 

Con l’avvento dello Stato Unitario, il 3 febbraio 1871, dopo la breccia di Porta Pia e la resa dello Stato Pontificio, Roma fu annessa al Regno d’Italia e ne divenne Capitale. Fu in questo clima che si avviarono i lavori per la stazione di Roma, conclusi il 20 aprile del 1873 sul progetto dell’architetto Salvatore Bianchi. La nuova stazione era composta da due corpi laterali e paralleli (a destra gli arrivi, a sinistra le partenze), uniti da una grande tettoia in ferro a protezione dei binari. Parallelamente alla stazione, si sviluppa anche il commercio nell’area attigua. E soprattutto i servizi per l’accoglienza cominciarono a rivolgersi esplicitamente verso la categoria del viaggiatore. 

La stazione Termini negli anni '30 (Credit: Archivio Storico Fondazione FS)

Il Piano Regolatore di Roma del 1931 prevedeva la trasformazione di Termini in stazione di transito, con 16 binari sotterranei e la costruzione ex novo di due stazioni terminali una rivolta verso nord (Flaminia), una verso sud (Casilina). Ma le evoluzioni tecnologiche della ferrovia e i progetti urbanistici degli anni ’30 (legati anche all’ Esposizione Universale Roma del ’42 che non si tenne per motivi bellici) innescarono un dibattito feroce che, alla fine, annullò il Piano del '31. Il compito per ideare il nuovo scalo fu affidato ad Angiolo Mazzoni, capo della Sezione Architettura del Servizio Lavori delle FS che dotò la stazione di un aspetto monumentale, poi rivisto nel dopoguerra, con la nascita di un nuovo edificio frontale, posizionato cinquanta metri più avanti, garantendo maggiore funzionalità all’esercizio ferroviario.

 

Il nuovo fabbricato fu inaugurato il 20 dicembre 1950 e dieci anni più tardi la stazione e l’antistante Piazza dei Cinquecento accolsero migliaia tra atleti, tecnici, giornalisti, politici internazionali per le Olimpiadi di Roma del 1960.

Viaggiatori sui binari della stazione Termini negli anni '60 (Credit: Archivio Storico Fondazione FS)

A imprimere una nuova svolta alla stazione Termini concorse il Giubileo del 2000 che portò a Roma circa 78 milioni di pellegrini. Furono questi gli anni in cui la stazione assunse una nuova veste con una vastissima offerta commerciale e con un occhio di riguardo al pubblico non viaggiatore. L’ala Mazzoniana subisce un notevole intervento di restauro e diviene un centro polifunzionale con nuovi spazi dedicati alla pubblica utilità, allo shopping, alla ristorazione, al benessere e alla cultura. II 23 dicembre 2006 la Stazione Termini è stata dedicata a Papa Giovanni Paolo II, confermando il proprio ruolo di luogo urbano all’interno della Capitale d’Italia. Senza perdere però di vista la propria funzione infrastrutturale sempre più potenziata in chiave intermodale, con l’inaugurazione di un nuovo parcheggio multipiano e nuovi collegamenti pedonali. La recente inaugurazione della nuova Piazza dei Cinquecento in vista del Giubileo del 2025 rappresenta in questo senso l’ultima tappa di un percorso storico che affiora le radici nella nascita della nostra nazione e che proietta Roma verso le sfide future della mobilità.

La nuova piazza dei Cinquecento inaugurata per il Giubileo del 2025

La nuova piazza dei Cinquecento inaugurata per il Giubileo del 2025