In cover, Enrico Ianniello © Erika Kuenka

Enrico Iannello torna ad indossare i panni del commissario Vincenzo Nappi – questa sera su Rai1 la seconda puntata di Un passo dal cielo 6 - I Guardiani, fiction prodotta dalla Lux Vide, in onda dal 2011 –, personaggio che ha permesso all’attore casertano di entrare nel cuore dei telespettatori italiani.

 

«Sono molto legato al commissario Vincenzo Nappi – racconta l’attore e scrittore che si divide fra teatro, il suo primo amore, fiction, cinema e letteratura – in questa nuova stagione, la sesta, viene trasferito di commissariato e si porta dietro tutti gli altri, a cominciare dal fedele Uber (Gianmarco Pozzoli), e poi la figlia Mela, la nuova fidanzata Elda (Anna Dalton) e la sorella Manuela (Giusy Buscemi). Si rafforzerà moltissimo l’amicizia con Francesco, Daniele Liotti, ormai ex comandante della Forestale, rimane la linea di commedia con Uber e poi grande spazio ha l’investigazione e l’evoluzione delle vicende familiari e sentimentali di Nappi, che stanno molto a cuore al pubblico».

 

Grandi protagoniste di questa nuova serie saranno le Dolomiti bellunesi, il gruppo infatti si è trasferito a San Vito di Cadore, fra montagne, laghi e boschi incantati. «Abbiamo girato a luglio 2020, in piena era Covid, e abbiamo sempre avuto la sensazione che tutto, all’interno del set, fosse estremamente controllato e sicuro».

Enrico Ianniello ©Anna Camerlingo

IL DOTTOR MODO, MEDICO ANTIFASCISTA E GRANDE AMICO DEL COMMISSARIO RICCIARDI

Ianniello – che dopo la formazione alla Bottega teatrale di Firenze di Vittorio Gassman ha lavorato in teatro sotto la direzione di Leo de Berardinis, Federico Tiezzi, Andrea Renzi, Toni Servillo e al cinema, ha recitato, tra gli altri, in Habemus Papam e Mia Madre, di Nanni Moretti – è reduce da un altro fortunato personaggio, fra i protagonisti del Commissario Ricciardi, fiction record di ascolti di Rai1 con la regia di Alessandro D’Alatri. Si tratta del dottor Bruno Modo, medico antifascista e grande amico del commissario interpretato dall’attore Lino Guanciale.

 

«Il dottor Modo – racconta Ianniello – ha avuto un successo grande e per certi versi inaspettato. O meglio, me lo immaginavo perché già in lettura il personaggio era molto interessante ma è stata comunque una sorpresa. La figura di Modo è molto bella, scritta bene, anche se mi vedevo un po’ giovane per il ruolo, poiché più ampia è la differenza d’età con Ricciardi nei romanzi di Maurizio De Giovanni. Invece la lettura fatta dal regista Alessandro D’Alatri è veramente geniale, con un personaggio acuto, sarcastico, a cui piace la vita perché anche lui, in un modo diverso da Ricciardi, ha a che fare con la morte che, a differenza del commissario, lo porta non a schermarsi ma a lanciarsi fra le braccia della vita con coraggio, anche contro i fascisti. Credo invece che la dote di Modo di parlare sempre senza problemi oggi si trasformerebbe nel suo opposto: per essere controcorrente forse parlerebbe molto poco».

Photo © Anna Camerlingo

NUOVI PROGETTI PER IL TEATRO

L’attore vive e lavora fra l’Italia e Barcellona, in Spagna, proprio nella città catalana a breve prenderà il via un nuovo progetto teatrale: «fra due settimane comincerò le prove di Filumena Marturano che dovrebbe andare in scena il prossimo 17 giugno perché in Spagna, seppur contingentati e con tutte le precauzioni necessarie, si può andare a teatro, all’opera e questa è una grande differenza con l’Italia. Ricordo che pochi giorni dopo il primo lockdown, lo scorso marzo, al Piccolo Teatro di Milano avrebbe dovuto debuttare lo spettacolo Giacomino e Mammà, che mi vedeva in scena insieme a Isa Danieli, terzo testo catalano che traduco per la scena in napoletano, dopo Chiòve e Giocatori entrambi di Pau Miró. Tutto è stato rimandato, forse avremmo dovuto farlo in estate, ma intanto siamo ancora in attesa».

IN ARRIVO UN NUOVO ROMANZO PER IL QUARANTENNALE DELLA TRAGEDIA DI ALFREDINO RAMPI

Intanto, sempre a giugno, Ianniello tornerà ad un’altra delle sue passioni, la scrittura: dopo il romanzo d’esordio La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin del 2015, che ha ottenuto il Premio Campiello e La compagnia delle illusioni del 2019, entrambi editi da Feltrinelli, il prossimo 10 giugno, sempre per la stessa casa editrice, arriverà il terzo romanzo, in occasione del quarantennale della tragedia di Alfredino Rampi,  morto a soli 6 anni, il 13 giugno 1981, dopo essere rimasto intrappolato in un pozzo per 3 giorni.

 

«A quarant’anni da quell’evento tragico ho voluto condurre una riflessione a partire, metaforicamente, da questo bambino caduto nel pozzo che tutta l’Italia si ferma a guardare. Ma non guarda il bambino bensì il pozzo, e ascolta una voce che dal pozzo viene fuori. Dalla forza simbolica di quell’evento parte la riflessione di un uomo dei giorni d’oggi che si chiede dove sia finita la nostra capacità di innocenza e se, e in che modo, la tragedia di Alfredino abbia rappresentato la perdita dell’innocenza».