«Essere donna in Sicilia è ancora una dura sfida quotidiana, soprattutto se si sceglie di fare la madre ma anche l’imprenditrice in un settore tipicamente maschile come quello agricolo». Una sfida che Giulia Giuffrè, sustainability ambassador e direttore marketing del Gruppo Irritec – azienda leader a livello internazionale negli impianti di irrigazione a goccia – affronta ogni giorno con passione, promuovendo progetti green e inclusivi.
Un impegno che le è valso il riconoscimento di Sustainable Development Goals (SDG) Pioneer 2020 dal Global Compact Network Italy. Il premio è una sorta di Nobel italiano per la sostenibilità e rientra nella più ampia campagna di sensibilizzazione sull'importanza di raggiungere gli obiettivi Onu dell’Agenda 2030.
Come vincitrice del round nazionale, rappresenterà l’Italia nella competizione globale per il titolo di Global Compact Sdg Pioneer 2020, che si concluderà a luglio 2021. Una bella occasione: è soddisfatta?
Come imprenditrice, questo riconoscimento ha per me un significato prezioso e mi richiama a una grande responsabilità, nella speranza che la mia esperienza rappresenti uno stimolo per tutte le donne del sud e d’Italia. Averlo ottenuto in piena pandemia mi spinge a essere ancora più motivata nel mio impegno ambientale e sociale. Soprattutto perché è stata affermata l’importanza del nostro settore – l’irrigazione di precisione – per la salvaguardia del pianeta. Il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 fa parte della mission di Irritec e sono molto orgogliosa che sia stata premiata un’azienda siciliana, modello d’eccellenza a livello internazionale. Per noi la sostenibilità è un impegno costante. E non significa rinunciare al profitto ma applicare un modello di business responsabile legato al perseguimento dei parametri di sostenibilità, che si dimostrano un efficace strumento di competitività nel rispetto e nella tutela di ambiente e risorse.
Giulia Giuffrè
Come è nata l’azienda?
La storia di Irritec comincia nel 1974 a Capo d’Orlando (ME), quando mio nonno Rosario Giuffrè, insieme al fratello Cono e al figlio Carmelo, costituisce la società, inizialmente specializzata nella produzione di avvolgibili in PVC. Poi, grazie alla visione pionieristica di mio padre Carmelo, l’azienda sceglie di convertire la produzione per realizzare sistemi di irrigazione a goccia (microirrigazione) per favorire il risparmio idrico e promuovere un modello di agricoltura sostenibile. Una scelta vincente che, in breve tempo, ci ha portato a diventare leader a livello internazionale con 14 sedi produttive e commerciali, una rete globale di circa 15mila esperti e oltre 800 collaboratori. L’impresa ha oggi sedi produttive e commerciali in Italia, Algeria, Brasile, Cile, Germania, Messico, Senegal, Spagna e Stati Uniti e si appresta a inaugurare una nuova sede in Perù e un hub logistico di 12mila m2 a Bologna. A marzo abbiamo inaugurato anche una filiale commerciale in Senegal. Così si interviene dove ce n’è più bisogno e si mette a disposizione dell’economia locale l’esperienza maturata negli anni.
Essere donna ha rappresentato un ostacolo o un valore aggiunto?
Nella filiera dell’agroalimentare un’impresa su tre è guidata da una donna e il 70% degli occupati del settore di sesso femminile. Sono numeri importanti che devono essere considerati uno stimolo, ma non un traguardo. Sento forte la responsabilità di contribuire a diffondere una cultura che promuova i diritti delle donne e contrasti stereotipi e discriminazioni di genere. Per questo, ho scelto di entrare a far parte dell’associazione nazionale Le donne dell’ortofrutta e diventare membro del direttivo siciliano della Confederazione italiana della piccola e media industria privata (Confapi) con delega alle Pari opportunità. Ho potuto così contribuire all’avvio del progetto 6come6, osservatorio digitale contro le violenze e le molestie sul luogo di lavoro che vuole incoraggiare le donne a denunciare ogni maltrattamento, promuovendo la diffusione di una cultura etica e inclusiva nelle aziende. Sono convinta che occorra un’attenzione maggiore su questi temi, per abbattere certi retaggi culturali che tendono ancora oggi a sminuire il ruolo e la professionalità delle donne.
Sfide da vincere?
Dal 1974 Irritec si impegna a semplificare la vita di chi cura le piante e lavora nei campi, anche in Paesi in via disviluppo come l’Africa, dove l’agricoltura è uno dei settori con le maggiori potenzialità. La sfida è continuare così e garantire a tutti, non solo alle donne, di potersi esprimere al meglio.
Tra le vostre attività, che ruolo ha la formazione?
È un tassello importante: per diffondere la cultura dell’agricoltura sostenibile abbiamo creato Irritec Academy, che mira a promuovere il risparmio idrico attraverso convegni, seminari, corsi e incontri in collaborazione con enti, istituzioni, università, centri di ricerca e rivenditori in tutto il mondo. Inoltre, sosteniamo progetti di alternanza scuola-lavoro con le università e gli istituti tecnici per favorire l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.
Articolo tratto da La Freccia