In cover, Palinuro (SA) © Iurii/AdobeStock

Qualche anno fa sono stato catapultato nel mondo della televisione e uno dei primi incontri è stato quello con una lucana, versante Cilento: Daniela Ferolla, ex Miss Italia e conduttrice Rai. Daniela è una ragazza timida, riservata, e sono sicuro che la mia irruenza e festosità in principio l’abbiano un po’ stordita. Girando insieme a lei per un anno intero tutta l’Italia, abbiamo avuto l’occasione di stare spesso da soli, lontano dalle telecamere, durante interminabili viaggi in macchina o in treno.

 

Ho riconosciuto in lei una dolcezza sincera, la discreta difesa di un mondo privato e tutto famigliare che capivo essere la sua vera forza, ciò che alimentava il motore delle sue passioni più vere. Un giorno, dopo aver capito il mio amore per il cibo (non che dovessi dire molto per farlo capire, è una chiara evidenza corporea), durante una colazione in una terrazza d’albergo fronte mare, cominciò a raccontarmi del suo paese di origine e di quanto fosse brava la sorella a cucinare. Potete immaginare quanto sia montata la mia curiosità nel tempo. Finché non è giunto finalmente il momento di compiere questa missione.

 

Parto con il Frecciarossa delle 7.17 dal secondo binario di Potenza Centrale, direzione Ceraso, ma con prima tappa Palinuro, nel Salernitano. Ho prenotato il solito posto a sedere, per intenderci uno di quelli con il tavolino, perché mi piace sistemare l’acqua nell’apposito stallo e appoggiare il libro e il telefonino. La verità è che adoro il treno perché amo chiacchierare con gli sconosciuti. Per me il viaggio non è mai un trasferimento veloce. Sono l’incubo di quelli a cui non piace parlare. Nel mio vagone ci sono poche persone, attraverso il corridoio alla ricerca del mio posto e vedo due ragazzi che dormono, un militare che gioca con il telefonino e una signora anziana con due valigie enormi, che probabilmente starà andando dai figli al nord. Il viaggio prosegue così fino a Salerno, dove devo cambiare treno.

Daniela Ferolla, ex Miss Italia e conduttrice Rai

Sul regionale mi colpisce una signora con un cappotto verde, la gonna verde, le calze e le scarpe verdi. Mi avvicino e le dico che sarebbe la testimonial perfetta del mio programma Linea Verde e lei risponde immediatamente che in quella zona vive già la regina di quella trasmissione. Sorrido e le dico che sto andando appunto a trovarla. I complimenti per lei si sprecano e io non vedo l’ora di conoscere la sorella cuoca. Daniela mi ha dato appuntamento a Palinuro e precisamente alla pista di pattinaggio dove da ragazza incontrava gli amici per trascorrere le serate.

 

Palinuro è una piccola frazione di Centola, in provincia di Salerno, ed è una delle località balneari più rappresentative della Campania e del Cilento. La biodiversità che la circonda è emozionante, ha una ricchezza di vegetazione tra le più importanti del Mediterraneo. L’alto promontorio si tuffa d’improvviso nelle limpide acque con rocce che cadono a picco anche per cinquanta metri, offrendo l’habitat ideale a numerose specie di uccelli nonché alla rarissima primula di Palinuro.

 

Ecco Daniela: arriva prima il suo sorriso e poi la sua bellezza. Senza neanche farmi fare colazione mi invita a seguirla. Mentre camminiamo mi parla di un tesoro nascosto nella zona. Arriviamo vicino al mare e c’è una barchetta che ci aspetta. In brevissimo tempo entriamo in una grotta e, da quel momento in poi, le parole non bastano a esprimere quello che gli occhi stavano vedendo. Un ombelico del mondo, un manto blu cobalto dove sembra possibile immergersi e vivere anche solo per un attimo una seconda vita. Ce ne sono ben trentadue di grotte, una più bella dell’altra.

 

Scendiamo dalla barca e Daniela mi chiede se me la sento di fare trenta chilometri in bicicletta. Non si è allenata oggi per aspettarmi e quindi c’è solo da assecondarla: chiaramente, scelgo una bici a pedalata assistita. La macchia mediterranea del Parco nazionale del Cilento ci accompagna nel nostro tragitto e immediatamente comprendo perché qui la qualità della vita è tra le più alte al mondo.

Una delle grotte di Palinuro (SA) © JonShore/AdobeStock

Immagino Ancel Benjamin Keys, nutrizionista statunitense considerato il padre della dieta mediterranea, camminare per queste strade e razionalizzare la sua idea. Così da concludere definitivamente che l'alimentazione della popolazione locale era l’emblema della dieta perfetta per apportare benefici fondamentali alla salute. Attraversiamo odori e colori, siamo in completa armonia con la natura e la sua magnificenza.

 

Dopo circa due ore, finalmente si intravede Ceraso, grazioso paese immerso nel verde. Con una scusa mi fermo e faccio una piccola sosta per cogliere gelsi bianchi e tornare un bambino intento a raccogliere dolcezze. A Ceraso attraversiamo la frazione di Santa Barbara, la più attiva culturalmente, dove vivono i cugini di Daniela e si organizzavano sempre serate da ballo o canore. La immagino cantare e ballare con il suo sorriso contagioso, lo stesso che ho visto una sera durante una trasferta in Calabria, dove abbiamo coinvolto tutti in un karaoke a perdifiato.

 

Il racconto delle serate si intreccia sempre con un ricordo della casa in campagna della nonna dove si riuniva sempre tutta la famiglia e si consumavano i riti della domenica. Profumo di pane caldo, pizza al pomodoro e ragù in pentola dalle prime ore del mattino. La nonna era la regina della casa, preparava la pasta a mano e la sorella Gabriella sempre attenta a rubare i segreti della cucina. Colazione insieme davanti al camino e poi tutti a messa. Insomma, Ceraso come il posto sicuro dove ritrovare se stessi e vivere in serenità e armonia con l’ambiente.

 

L’amore per la natura e gli animali è evidente dalla luce che ha negli occhi mentre ne parla. E lo capisco quando arriviamo nella casa della nonna, oggi ristrutturata da lei e il suo compagno. Ad aspettarci ci sono tutte le sorelle. Mi presento e l’accoglienza è di quelle che conosco bene, essendo anche io lucano. La prima ad arrivare è Giusi, che immediatamente marca il territorio ricordando di essere la più grande: quando Daniela era piccola la controllava sempre, anche se poi crescendo sono diventate complici, tanto che uscivano e Daniela poteva rientrare più tardi rispetto alle amiche proprio grazie alla sorella maggiore.

Ceraso (SA) © Antonio Ferolla © Antonio Ferolla

Dopo poco arriva Miriam, la più piccola, che già conosco. Ci salutiamo affettuosamente e mi racconta di una scenata di gelosia che le fece Daniela su un aereo di ritorno da Milano perché si era già organizzata le giornate a Ceraso senza contemplarla. Poi mi porta a vedere cosa bolle in pentola. La cucina è grande proprio come nei racconti ricevuti e ai fornelli c’è Gabriella, la sorella appassionata di cucina, grembiule di ordinanza e mani all’opera per il piatto della tradizione della famiglia Ferolla: fusilli fatti con il ferretto.

 

La tradizione si ripete, il rito è sempre quello. Come da bambine, quando tutte e quattro le sorelle provavano a imparare dalla nonna l’arte della pasta di casa, oggi sono tutte vicine intente a ripetere questo rituale. La più brava è ovviamente Gabriella. Mi fermo a parlare con lei e le comunico che la sua fama la precede. Ma anche la mia fame mi precede. Mi racconta di aver trascritto e conservato tutte le ricette della nonna, mostrandomi con orgoglio il suo libro. Ho sempre sognato di averne uno tutto mio, scritto da me: lo trovo un modo romantico per conservare le tradizioni di famiglia, rivivere i momenti insieme e far partecipare anche chi non c’è più.

 

Giusy è attenta a ogni dettaglio, una perfetta cuoca. Conosce i tempi per fare una buona cucina, ha esperienza e si vede. Mi dice che è semplice mangiare bene se hai a disposizione prodotti buoni, frutto di una cultura di tutela del territorio come in Cilento. Ha ragione, ma sono sicuro che sappia bene anche quanta dedizione e amore ci vuole per assemblarli e prepararli a regola d’arte. Ammiro molto chi decide di presidiare il territorio conservandone l’identità più profonda.

 

È quasi ora di pranzo, c’è fermento. La tavola è imbandita, tutto è pronto per offrire ancora una volta questo dono a tutta la famiglia. È il segno che si ripete negli anni di quanto sia importante stare insieme a tavola, seduti a chiacchierare e a ricordare eventi familiari. Oltre ai fusilli al ferretto c’è un altro assaggio di primo, il piatto di cui Daniela mi aveva sempre cantato le lodi: le rondelle in bianco al forno con besciamella, prosciutto cotto e formaggio. Mi sento a casa, sorrido con loro celebrando questa giornata di festa e rifletto su quanto sia importante la famiglia e il rispetto delle tradizioni.

Articolo tratto da La Freccia