Per le egiziane era impensabile uscire di casa senza il kohl sugli occhi, per le greche della Polis mai con i capelli fuori posto, finemente intrecciati in elaborate acconciature, mentre le matrone romane amavano usare il fondotinta, disegnarsi nei finti sul volto e colorare di rosso le labbra. Che la cura della persona sia da secoli una pratica dell’essere umano è cosa nota, ma a fare luce su preparati cosmetici e maquillage avanti Cristo ci ha pensato il make up artist Rossano De Casaris con il libro Trucco e bellezza nell’antichità (Ed. Sillabe, pp.112 € 14).

 

Come è nata l’idea del libro?

In realtà è stata una maniera per conciliare le mie due grandi passioni, mettendo a frutto anni di ricerche e visite all’interno delle varie aree archeologiche di riferimento, con annessi musei. Poi, diciamolo pure, viviamo un momento politicamente culturalmente triste, dove regnano sovrani ignoranza e oscurantismo: un po’ di luce dal e sul passato non può farci altro che bene.

 

Tra gli usi e i costumi che hai descritto, qual è il più curioso?

Mi ha colpito la composizione di una maschera astringente etrusca specifica per pelli grasse, a base di farina di orzo, lenticchie e gusci d’uovo, che venivano mescolati a miele, bulbi di narciso, resina e amido. Tuttavia, nel testo sono presenti tanti altri esempi per noi oggi decisamente grotteschi. Interessante il maquillage degli occhi degli egiziani, come il famoso occhio di Horus, che oltre a essere in onore al dio era anche un rimedio medicale.

 

Cioè?

Insieme alla funzione ornamentale e decorativa, nell’antico Egitto si usava il kohl sia per proteggere gli occhi dalle infezioni che, mescolandosi con l’umidità dei bulbi oculari, dal bagliore della luce intensa del sole, dal vento e dalla sabbia. Su molti antichi contenitori per il kohl sono state trovate iscrizioni come "buono per la vista", "adatto per arrestare la congiuntivite". Pertanto, l’usanza di truccare gli occhi veniva spesso prescritta come rimedio per alcune patologie oculari ed è probabilmente grazie alle sue proprietà mediche che era adottata indistintamente da uomini e donne

di ogni ceto sociale. 

Rossano De Cesaris

Tra le popolazioni prese in esame tornano spesso le labbra femminili di colore rosso. Il rossetto si consacra quindi il must have di tutti i secoli?

Guardando al passato non si può fare a meno di notare come, proprio fin dall’antichità, le donne di qualunque etnia e civiltà abbiano applicato pigmenti scarlatti, di varia natura e provenienza, sulle proprie labbra. Da sempre la bocca è unanimemente considerata la parte più sensuale del volto. Applicandovi il rosso, se ne accentua il potere seduttivo e si invia un segnale ben preciso, fondamentalmente di richiamo sessuale. È in quest’ottica che si spiega il millenario successo del rouge sulle labbra.

 

Per gli occhi, invece, le nuance più usate sembravano essere verde e azzurro, in alcuni periodi in Egitto e nell’antica Roma. Come li producevano?

Sostanzialmente, da polveri di minerali finemente tritate e applicate sulle palpebre mescolandole a grassi animali o vegetali. Il verde era ricavato dalla malachite, mentre per i vari toni dell’azzurro si ricorreva ai sali di rame, all’azzurrite o alla fermentazione delle foglie di Indigofera Tinctoria. Il giallo invece, molto in voga nella Roma imperiale, era ottenuto dalla pianta del croco.

 

Le usanze di bellezza servivano anche per sottolineare una differenza sociale?

Certo, per esempio le tonalità di rosso utilizzate per decorare le unghie tra gli egizi servivano a evidenziare la distinzione di classe: toni rossastri per le classi superiori e colori più delicati per quelle inferiori. Discorso analogo per ciò che concerne le acconciature, dove i modelli adottati dalle classi agiate erano decisamente più elaborati delle pieghe usate dai ceti inferiori.

 

Oltre al trucco, poi, l’igiene personale: l’essere umano si depila dal 5500 a.C., in pratica sono sette millenni che combattiamo contro barba ispida e gambe villose…

Oggi è un fattore estetico, ma nel mondo antico la rimozione dei peli corporei garantiva un’igiene più accurata, riducendo il cattivo odore causato dalla sudorazione.

 

Quale tra le antiche creme di bellezza ti sembra valida ai giorni nostri?

Molte delle pozioni realizzate e applicate anticamente risultano pressoché improponibili oggi. Forse, fra tutte, individuo una ricetta egiziana utilizzata per tonificare l’epidermide, dove venivano impiegati olio di semi di sesamo, di lino, di ricino, d’oliva e di mandorle. 

Cover del libro Trucco e bellezza nell'antichità