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Editoriale tratto da La Freccia di gennaio 2024
Anno nuovo, vita nuova è l’augurale promessa che molti di noi fanno a se stessi allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre. Soprattutto quando non si è soddisfatti di quella che si ha e, persino se angosciati, non si conoscono i sapidi versi del poeta Giacomo Noventa che, nel suo idioma veneziano, ci ammoniva: «Ad uno ad uno/ogni nostra tragedia/xè una farsa».
L’augurio lo si fa abusando del più abusato degli aggettivi – nuovo – intendendo un radicale e positivo cambiamento della nostra vita pubblica e privata, professionale e sentimentale. Poi, quasi sempre, sembra resti tutto com’era. Tanto che verrebbe da ripeterci una volta di più, per la storia dell’umanità come per quella individuale: nihil sub sole novum, niente di nuovo sotto il sole. Però dentro di noi qualcosa possiamo sempre innovare.
Anzi, dovremmo, dobbiamo. Pur privi di una Beatrice che ci ispiri e ci conduca con il suo «spirto soave» a una nuova esistenza, resta un sano e nobile proposito quello di migliorarsi ed elevarsi. Richiede impegno e disincanto, ossia consapevolezza che, stante la nostra ineliminabile imperfezione, non conta l’irraggiungibile meta quanto la costanza nel seguire la via intrapresa in quella direzione. Su quale sia la giusta direzione, dovrei abbandonare i limiti di un editoriale per muovermi nei vicoli, nelle vie e nei viali dell’etica e della morale.
Ognuno segua il proprio percorso, senza però imporlo agli altri, ancor meno prendendosi come garante un proprio dio. Nessun dio – uso un esempio estremo ma con molti precedenti – sarà mai con noi quando esercitiamo violenza ad altri. In ogni caso, mutando registro, pur in assenza di illuminazioni, conversioni o decisi cambi di rotta esistenziali, noi cambiamo lo stesso, sempre. Senza volerlo. Magari di poco, ma ogni giorno.
Così i nostri viaggi e le destinazioni che raggiungiamo per svago o lavoro. Cambiano i nostri occhi, il nostro umore, le persone che ci accompagnano e che incontriamo, la luce che accarezza monumenti e piazze. Anche se sappiamo che tra qualche settimana ci sarà nuovamente il Festival di Sanremo, da noi celebrato in anticipo con Lorella Cuccarini, futura co-conduttrice, in copertina, non sarà mai il solito, identico Sanremo. La vita è così, tutto scorre e tutto muta. Restano le somiglianze, che implicano però differenze. Quindi non tutto sarà nuovo sotto il sole, ma diverso sì. Già questo dovrebbe bastarci per guardare al futuro con curiosità. Fatelo, lo farò anch’io.
Ve lo prometto chiudendo questo mio ultimo editoriale da direttore della Freccia, ringraziando i tanti appassionati e autorevoli collaboratori esterni e la meravigliosa redazione che mi ha accompagnato in questi sette anni. Lo faccio augurando a tutti voi un felice 2024 e tanti bei viaggi, a iniziare da quello della vita.
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