Solare, determinata e impegnatissima. Alessia Orro, palleggiatrice della Nazionale italiana femminile di volley, si sta preparando per i Campionati europei di pallavolo che inizieranno il 15 agosto con la sfida tra le Azzurre e la Romania nell’Arena di Verona e si concluderanno il 3 settembre a Bruxelles. Trenitalia è Official Green Carrier della competizione.
Come ti stai preparando agli Europei?
Sono molto carica, ma non do niente per scontato. Preferisco non fare previsioni perché sono molto scaramantica, ma sto cercando di prepararmi al meglio per arrivare prontissima. Abbiamo iniziato ad allenarci settimane fa, tra collegiali e amichevoli.
Qual è il tuo ruolo all’interno della squadra?
Io sono una palleggiatrice. Credo che sia uno dei ruoli più difficili, perché bisogna essere sempre a disposizione della squadra. È come essere la regista di un film: abbiamo tanta responsabilità, dobbiamo guardare dall’altra parte cosa succede e nello stesso momento essere attente a quello che accade nel nostro campo. Tutte le palle passano per le nostre mani. Bisogna sapersi adattare all’esigenza di ogni attaccante e gestire bene i momenti di calo di ogni singola giocatrice. È un ruolo abbastanza complicato.
È il ruolo che immaginavi per te?
Io in realtà ho iniziato la mia carriera come schiacciatrice, mi piaceva tantissimo attaccare. Ho iniziato il mio percorso da palleggiatrice solo quando Marco Mencarelli, allenatore del settore giovanile, ha visto in me questo talento che io non avevo mai notato. Alla fine sono stata reclutata come palleggiatrice, anche se in tutta la mia vita non avevo mai coperto questo ruolo. È stato un po’ strano e difficile perché sono passata dall’essere la persona che faceva i punti a quella che doveva aiutare le altre a fare i punti, però pian piano ha iniziato a piacermi e ora so da dove trarre le soddisfazioni.
Come hai iniziato a giocare a pallavolo?
Non ho un ricordo preciso. Mi hanno sempre portata in palestra, anche quando ancora non camminavo. Mia madre era allenatrice e anche mia sorella Sara praticava questo sport. Io ho iniziato a giocare appena ho potuto, da piccola. Quindi ti direi che faccio pallavolo da tutta la vita. La mia famiglia che mi ha sempre spinta ad andare avanti.
La tua adolescenza è stata diversa da quella delle tue coetanee?
È stata assolutamente diversa. Sono andata via di casa a 14 anni, spostandomi dalla Sardegna a Milano, lasciando la mia famiglia e i miei amici. È stato un cambiamento drastico, ho iniziato le superiori in una nuova città e non avevo mai tempo tra scuola, studio e allenamento.
Come è adesso la tua routine?
Più o meno sempre la stessa, ma crescendo e diventando professionista è più facile crearsi una sfera fuori dalla pallavolo, ritagliarsi i propri spazi e andare dove si vuole. Il tempo libero è sempre poco, e quando riesco ad averne capita di essere stanca.
Quando non ti alleni come passi il tempo?
Quando decido di rimanere a casa mi piace guardare film e serie tv. Sono un po’ una pantofolaia da questo punto di vista. Dall’altro però mi piace molto uscire con gli amici, condividere esperienze, andare a cena fuori o a goderci anche solo un semplice brunch. Mi piace fare cose semplici, ma in compagnia.
Segui altri sport oltre la pallavolo?
Sì, mi piace ogni tipo di sport. Quando ero piccola e frequentavo le scuole medie ho praticato basket, nuoto, pallamano, equitazione, atletica.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Bella domanda! In realtà non saprei. Ho notato che quando si fa un progetto spesso la vita va in tutt’altro modo. Magari accadono cose belle, ma diverse da quelle che ci si aspettava. In questo momento della mia vita mi concentro su un giorno per volta, senza pensare troppo al futuro, senza programmi e aspettative. Un mattoncino alla volta.
Viaggi spesso in treno?
La maggior parte delle volte. Anche per le trasferte con la squadra da qui siamo andate a Roma, a Firenze… Da una decina d’anni vivo in Lombardia: cinque anni a Milano, tre a Busto Arsizio (Varese), tre a Monza. In queste zone mi sono sempre spostata in treno.
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