In apertura, La Martigny-Combe-Chamonix, una delle sette gare della Ultra-Trail du Mont-Blanc
Ci sono certe storie che, per essere capite, vanno raccontate dalla fine. Immaginate una corsa a piedi in montagna dove i primi arrivati tornano sulla linea del traguardo dopo 24 ore per salutare e complimentarsi con gli ultimi. Questo è quello che accade ogni anno all’Ultra-Trail du Mont-Blanc, conosciuta come UTMB, la gara di corsa in montagna più prestigiosa al mondo che quest’anno festeggia la 20esima edizione.
I 2.300 partecipanti partiranno nel pomeriggio del 1° settembre da Chamonix, in Francia, per fare ritorno nello stesso punto dopo aver percorso – in uno scenario alpino unico al mondo 170 chilometri e una salita di 10mila metri di dislivello in totale. La gara gira in senso antiorario intorno al Monte Bianco toccando Francia, Italia e Svizzera e attraversa sette valli, circondate da 400 vette. Il tempo massimo per completare il percorso e tornare nella piazza di Chamonix è di 46 ore e 30 minuti.
Lo scorso anno il vincitore, lo spagnolo Kilian Jornet, e il secondo classificato, il francese Mathieu Blanchard, hanno concluso l’impresa in meno di 20 ore: per la precisione, in 19 ore e 49 minuti il primo e in 19 ore e 54 il secondo. Ma a prescindere dal tempo che si utilizza per completare la gara, correre intorno alla montagna più alta d’Europa è comunque un’avventura interiore in cui ogni partecipante dovrà superare i propri limiti fisici e mentali.
«Immagina di andare di corsa da Aosta a Milano con due cime come il Monte Bianco, una sopra l’altra, da superare», spiega Francesca Canepa, valdostana classe 1971, vincitrice dell’UTMB nel 2018 e unica italiana ad aver conquistato il gradino più alto del podio in questa gara. «Gli atleti d’élite corrono per vincere o arrivare tra i primi dieci. Tutti gli altri iscritti partecipano per vivere una grande esperienza. Lungo il percorso nascono molte amicizie, le persone si aiutano nei momenti di difficoltà. Della mia gara, a distanza di cinque anni, ricordo tutto perfettamente: invece di partire a mille sono rimasta concentrata sul mio passo, senza farmi distrarre dalle avversarie. Così, posizione dopo posizione, ho fatto una grande rimonta e pur partendo dal 23esimo posto sono riuscita a tagliare il traguardo per prima».
Francesca Canepa durante la competizione del 2022
In attesa della grande partenza, dal 28 agosto sono in programma altre sette gare “di contorno” con distanze e percorsi differenti sempre tra i tre Paesi. In totale, sono previsti 10mila appassionati di trail running provenienti da 107 nazioni diverse. Tutte le gare vengono indicate con tre lettere che ne riassumono il percorso. La Courmayeur Champex Chamonix (CCC), sorella minore dell’UTMB, si snoda per 100 chilometri tra queste tre città. La OCC, competizione di 55 chilometri, parte da Orsières, in Svizzera, e arriva a Chamonix, passando per Champex. La Petite Trotte à Léon (PTL) è il Grand Tour del Monte Bianco, una vera e propria avventura di circa 300 chilometri che si disputa a squadre.
La sur les Traces des Ducs de Savoie (TDS) è la seconda prova più dura della settimana: i concorrenti partono da Courmayeur e arrivano a Chamonix dopo aver percorso 145 chilometri. Seguono la MCC da Martigny-Combe a Chamonix, una corsa di 40 chilometri riservata a volontari, partner e residenti locali. Chiudono a Courmayeur nel cuore delle Alpi italiane la Experience Trail Courmayeur (ETC) di 15 chilometri e la Youth Courmayeur Chamonix (YCC) dedicata ai giovani. L’organizzazione, oltre a gestire l’evento, si impegna per tutto l’anno – grazie al supporto dello staff, volontari e corridori – a sostenere le comunità locali. Recentemente ha affiancato il Comune di La Thuile, in Val d’Aosta, e la famiglia di Edoardo Camardella, giovane alpinista e trail runner tragicamente scomparso nel 2019, nella costruzione del primo bivacco solidale sul ghiacciaio del Ruitor. Situato al confine tra Italia e Francia, permette agli escursionisti di incontrarsi o trovare rifugio in caso di maltempo.
Partenza della Ultra-Trail du Mont-Blanc (2022)
Il percorso della gara è anche conosciuto come uno dei più bei trekking al mondo da programmare durante il periodo estivo. Il tracciato, infatti, è evidenziato con alcuni segnavia a forma di rombi gialli in Italia e biancorossi in Svizzera e Francia, a volte accompagnati dalla sigla TMB (Tour du Mont-Blanc). Equipaggiati con zaino e buone scarpe, si può decidere di percorrere l’intero anello solitamente suddiviso in 12 tappe giornaliere, fermandosi durante la notte in uno dei tanti rifugi o campeggi presenti lungo il percorso, oppure completare solo alcune tappe seguendo il proprio istinto e la propria preparazione. È una di quelle avventure da sperimentare almeno una volta nella vita, che porta a contatto con panorami unici, in mezzo alla flora e alla fauna alpina, sempre all’ombra di sua maestà il Monte Bianco.
Canepa ricorda che per affrontare il percorso è meglio prenotare prima i posti dove dormire, perché in estate c’è tanta gente sui sentieri. «Consiglio anche di gestire le tappe in base alle proprie capacità e di non superare i 30 chilometri al giorno. Fare il giro della montagna più alta d’Europa lascerà comunque una grande energia da trasferire anche nella vita di tutti i giorni», aggiunge l’atleta, che ha cominciato a correre in montagna a 39 anni, dopo una carriera da snowborder, e ha ottenuto il secondo posto all’UTMB nel 2012, sei anni prima della vittoria. «Questo significa che se una persona cura il proprio corpo e ha la giusta mentalità può migliorare con il passare degli anni. Abbiate fiducia in voi stessi: se correte o camminate con ottimismo, l’età non sarà uno scoglio».
Articolo tratto da La Freccia agosto 2023
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