Quaranta anni da quella tragedia, una targa che la ricorda e ancora tanta voglia di solidarietà per regalare una vita migliore a chi ne ha bisogno. La storia di Modesta Valenti è ed è stata un insegnamento per molti. A questo nome corrisponde una donna senza fissa dimora che il 31 gennaio 1983 purtroppo morì davanti la stazione Termini di Roma, dopo ore di agonia, perché i soccorritori dell’ambulanza, chiamata sul posto, si rifiutarono di portarla in ospedale perché sporca, con i pidocchi e maleodorante. A distanza di quattro decenni, in quello stesso luogo, una cerimonia per ricordarla alla quale sono intervenuti Luca Torchia, chief communication officer del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo e Benoni Ambarus, vescovo ausiliare di Roma delegato per la carità.
NELLA FOTO LUCA TORCHIA (A SINISTRA), BENONI AMBARUS, MARCO IMPAGLIAZZO ©MARCO MATTIA
«Questo tragico episodio – ha dichiarato Luca Torchia - ci ha lasciato la grande eredità che non bisogna mai girarsi dall'altra parte. Per questa ragione il Gruppo FS si sta impegnando per rendere le stazioni non solo un luogo di arrivo e di partenza. Ma anche un luogo di accoglienza per le persone più fragili».
Quello andato in scena in questa giornata è solo il primo appuntamento di solidarietà della Comunità di Sant’Egidio per non scordare chi vive in strada in estrema povertà. Domenica 5 febbraio, in centinaia si ritroveranno alle 12 a Santa Maria in Trastevere per una celebrazione in cui verranno ricordati i nomi di quanti, come Modesta, sono morti per la strada negli ultimi anni. Lo stesso avverrà nelle settimane successive in diversi quartieri della Capitale e in altre città italiane.
GRUPPO FS, LE INIZIATIVE NEL SEGNO DELLA SOLIDARIETÀ
Il Gruppo FS ha dedicato parte del patrimonio immobiliare all’accoglienza delle persone fragili e senza fissa dimora tramite la nostra rete di 19 Help Center dislocati all’interno o nei pressi delle principali stazioni italiane. «Il Gruppo FS - ha aggiunto Luca Torchia - si è sempre impegnata per rendere le stazioni più sicure e più dignitose. Stiamo lavorando già da ora con il Ministero delle infrastrutture e dei Trasporti, attraverso il progetto FS Security, per far diventare la stazione un punto di riferimento. Solo con la sicurezza si può fare accoglienza è protezione dei più deboli».
CHI ERA MODESTA VALENTI?
I dettagli della vita di Modesta Valenti non sono molto chiari. È certo che dal 1982 alcuni giovani di Sant’Egidio l’avevano incontrata nei pressi della basilica di San Maria Maggiore a Roma. Una donna che in modo molto timido, quasi di nascosto, chiedeva in dialetto friulano: «avete mica qualcosa da darmi?». La donna, infatti, nata nel 1912 era originaria di Trieste. La sua vita viene segnata da un ricovero in un ospedale psichiatrico. Trattamenti traumatizzanti che l’hanno cambiata per sempre. All’improvviso il trasferimento a Roma, dove non conosceva nessuno e viveva in strada. Probabilmente l’arrivo nella Capitale per mezzo della fede, chi l’ha conosciuta parla infatti del suo desiderio di incontrare il Papa. Proprio per questa ragione le piaceva camminare fino a San Pietro. Una volta - come viene raccontato dalla Comunità di Sant’Egidio - aveva anche visitato la basilica. Infine, un sogno nel cassetto mai realizzato: un viaggio in treno che voleva fare, forse, per tornare nella “sua” Trieste.
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