Al binario 1 di Termini si è svolta la cerimonia in memoria di Modesta Valenti, la donna senza fissa dimora che 42 anni fa morì davanti alla principale stazione di Roma, dopo diverse ore di agonia, perché, essendo in pessime condizioni igieniche, l’ambulanza si rifiutò di portarla in ospedale. Attorno alla targa che la ricorda è avvenuta la commemorazione presenti Marco Impagliazzo presidente di Sant’Egidio, Gian Luca Orefice Chief Human resources di Ferrovie dello Stato Italiane e Benoni Ambarus vescovo ausiliare di Roma delegato per la carità.
«Modesta – ha detto Marco Impagliazzo, presidente di Sant’Egidio, la Comunità che in tutti questi anni ha tenuto viva la sua memoria - ci ha fatto scoprire la strada in modo diverso: non come un luogo che collega un posto ad un altro, ma come una singolare casa per chi non ha casa. Ci ha invitato a fermarci e a vedere chi vi abitava: persone messe ai margini ma con tanta voglia di vivere, fragili ma che non vogliono essere ignorate. Abbiamo scoperto una doppia Roma, quella dei sommersi e quella dei salvati, noi, più fortunati che spesso non ci accorgiamo di esserlo. Modesta morì perché era sporca, ma soprattutto perché era sola: nessuno si fece suo avvocato, neanche d’ufficio. Da allora abbiamo capito che la solitudine è una malattia un più che può portare anche alla morte. Ma dalla memoria di Modesta è nata la speranza rappresentata, solo a Roma, da 110 convivenze, dove persone che vivevano nella strada hanno riacquistato la loro dignità e ritrovato il loro futuro».
Anche per Gian Luca Orefice, Chief Human resources di Ferrovie dello Stato Italiane, «Modesta non va dimenticata», perché non si ripetano più storie di abbandono così drammatiche. Le Ferrovie dello Stato, ha assicurato, «continueranno a impegnarsi per incentivare la solidarietà, perché la stazione sia un luogo di tutti e perché ci sia quel calore di cui tutti abbiamo bisogno: quell’attenzione agli altri che deve essere il pane quotidiano non solo delle associazioni ma di tutti».
La cerimonia è terminata con l’omaggio di una corona ai piedi della targa che ricorda Modesta Valenti. Anche molti volontari e senza fissa dimora hanno portato un fiore per ricordarla e rappresentare il largo movimento di solidarietà nato attorno alle persone che vivono nella strada.