Una tavola rotonda per spiegare e approfondire i progetti del Gruppo FS per lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto in Italia. A parteciparvi ad Ancona sono state le società di Ferrovie dello Stato nell’ambito del convegno “Infrastrutture di trasporto tra passato, presente e futuro” organizzato dalla SIIV “Società Italiana di Infrastrutture Viarie” all’Università Politecnica delle Marche.

Nel pieno di una fase storica che vede le infrastrutture al centro di un vasto programma di ammodernamento e potenziamento, il Gruppo FS diventa un propulsore di innovazione nel campo delle opere per lo sviluppo della mobilità del Paese.

 

La tavola rotonda è stata coordinata dal Presidente di Rete Ferroviaria Italiana, capofila del Polo Infrastrutture del Gruppo FS Dario Lo Bosco che ha sottolineato “la rilevanza del coordinamento tra le infrastrutture e l’importanza del fare rete tra i vari settori del trasporto, connettendo la ferrovia con il sistema marittimo e con quello aereo, creando hub per una mobilità sostenibile ed efficiente sia lato merci che passeggeri”.

L’importanza del coordinamento tra le varie società del Gruppo FS è stata anche rimarcata dall’intervento di Gianpiero Strisciuglio, AD di RFI che ha evidenziato come “la logica integrata per lo sviluppo delle infrastrutture è al centro dell’impegno e degli investimenti da 180 miliardi nei prossimi 10 anni del Polo Infrastrutture del Gruppo FS”.

 

Foto convegno

La strada, insomma, è quella di migliorare le sinergie tra i vari sistemi di mobilità e le varie infrastrutture, come rimarcato anche da Aldo Isi, AD di Anas, società del Polo Infrastrutture del Gruppo FS che sta puntando gran parte del suo impegno sulla manutenzione delle strade “con un miliardo di investimenti sulle infrastrutture esistenti, di cui il 50% per ponti e viadotti. Per quel che riguarda le nuove opere, in sinergia con Italferr – ha detto Isi – stiamo implementando la nostra capacità ingegneristica e progettuale. Tra gli interventi più innovativi, segnalo il progetto di monitoraggio delle opere esistenti, grazie ad algoritmi che abbiamo sviluppato per recepire maggiori informazioni sulle infrastrutture che stiamo rendendo sempre più intelligenti”.

 

E l’innovazione è al centro del lavoro di Italferr, società d’ingegneria del Gruppo FS che – secondo quanto evidenziato nell’ambito del convegno da Andrea Nardinocchi, AD di Italferr – sta progressivamente crescendo, passando da 1700 a circa tremila dipendenti, “segno di un momento importante per lo sviluppo infrastrutturale del paese, come dimostrano le grandi opere che ci vedono coinvolti da nord al sud del Paese”.

 

Un impegno supportato anche dai numeri ricordati da Vincenzo Macello, vicedirettore generale operation di RFI che ha ricordato come “solo l’anno scorso RFI ha lanciato dieci miliardi di gare d’appalto, più di tre miliardi quest’anno. Sono stati aggiudicati il 90% dei progetti del PNRR e siamo in realizzazione per l’80% di tutti questi interventi”. Un insieme di progetti e grandi opere come il raddoppio entro il 2036 della Orte-Falconara che, come sottolineato da Macello, “permetterà il passaggio da quattro a dieci treni l’ora”. Il tutto per rendere il trasporto delle merci e dei passeggeri “più accessibile, capillare, veloce e in grado di connettere il nord al sud dell’Italia, la sua dorsale tirrenica con quella adriatica e tutto il Paese con l’Europa”. Senza dimenticare, poi, l’investimento sulle tecnologie digitali, “pensiamo all’ERTMS, che vogliamo portare entro il 2036 vogliamo portarlo su tutta la rete nazionale”.

 

E gli investimenti per la trasformazione del sistema della mobilità del Paese non possono non coinvolgere anche i treni e la loro manutenzione. “Dietro i nostri circa ottomila treni al giorno – ha ricordato nel suo intervento Marco Caposciutti, Responsabile della Direzione Tecnica di Trenitalia - c’è un sistema di manutenzione, con cinquanta impianti che stiamo attualizzando, perché avere treni moderni significa anche ammodernare gli impianti di manutenzione che stiamo coinvolgendo anche per quel che riguarda l’autoproduzione energetica. Oggi abbiamo quattro megawatt di impianti rinnovabili installati nei nostri impianti di manutenzione, ma ben presto arriveremo a quindici”.