“L’80% dei circa 24 miliardi affidati a Rete Ferroviaria Italiana dal PNRR è già in fase realizzativa. Siamo in tempo per realizzare opere che entreranno in funzione entro il 2026”. Lo ha detto Gianpiero Strisciuglio, amministratore delegato di RFI intervenuto nel panel “L’impegno per la modernizzazione delle infrastrutture del Paese e per una mobilità sostenibile” tenutosi nell’ambito del quarto “Forum in Masseria”, la tre giorni organizzata dal giornalista Bruno Vespa presso la Masseria Li Reni a Manduria.

 

“Come Polo Infrastrutture abbiamo già in corso oltre 4mila cantieri in tutta Italia per oltre 42 miliardi di euro tra nuove opere e manutenzione delle linee esistenti – ha rilevato Strisciuglio che poi ha sottolineato come nel Piano Industriale decennale del Gruppo FS siano previsti circa “80 miliardi di investimenti in dieci anni nel Mezzogiorno, di cui circa 47 miliardi in infrastrutture ferroviarie attraverso RFI”.

 

Alla presenza del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, Strisciuglio ha elencato poi le principali opere strategiche su cui RFI è impegnata nel sud Italia. Tra queste le linee Palermo-Catania-Messina, la Salerno-Reggio Calabria, la linea Taranto-Metaponto–Potenza–Battipaglia, la Ferrandina-Matera, la Pescara-Bari, la Palermo-Trapani via Milo e il bypass ferroviario di Augusta sulla tratta ferroviaria Catania-Siracusa. 

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Tra le opere principali figura sicuramente la linea Alta Velocità Napoli-Bari grazie alla quale, come specificato da Gianpiero Strisciuglio “entro il 2027, alla conclusione dei lavori dell’ultimo lotto Hirpinia - Orsara, gli spostamenti dalla Puglia verso Napoli e Roma saranno velocizzati: sarà possibile andare da Bari a Napoli in 2 ore, fino a Roma in 3 ore e collegare Lecce e Taranto alla Capitale in 4 ore”. Prima di questa data sono comunque previste progressive riduzioni dei tempi di viaggio, grazie all’apertura per fasi dei nuovi tratti di linea, a partire dal nuovo collegamento diretto del 2024 che consentirà anche di incrementare progressivamente il traffico delle merci su ferro.

 

Opere, insomma, che ridisegneranno il sistema infrastrutturale del Paese con “una rete per i passeggeri e per le merci più integrata, performante e veloce, accessibile, intermodale”. Una rete in cui i collegamenti di ultimo miglio e i terminali giocheranno un ruolo fondamentale per accrescere l’attrattività del trasporto ferroviario e favorire lo shift modale. E questo anche facendo leva sul programma da oltre 5 miliardi per la riqualificazione e il rilancio delle stazioni come nodi intermodali e poli di attrazione per lo sviluppo del territorio con una gestione più moderna e digitalizzata e una nuova offerta di servizi a favore di viaggiatori e cittadini.