Ormai è una vera e propria tradizione, si chiama Pendolaria ed è la storica campagna di Legambiente  dedicata ai treni regionali e locali, al pendolarismo e alla mobilità urbana. Nata per contribuire a creare un trasporto regionale e locale moderno, per città meno inquinate e più vivibili. Il rapporto 2025 è stato presentato il 18 dicembre a Roma e tra gli ospiti anche RFI e Trenitalia.

 

«Grazie innanzitutto per averci coinvolto – ha dichiarato Giulia Costagli, responsabile strategie polo infrastrutture RFI – il confronto aiuta infatti a comprendere ancora meglio il punto di vista dei clienti del trasporto ferroviario, a orientare al meglio gli sforzi di chi lavora in questo settore e a migliorare il servizio offerto. Il rapporto Pendolaria mostra come anche a fronte di un incremento del 2% dell’offerta complessiva, la domanda ossia il numero di viaggiatori, sia diminuito: questo può essere anche l’effetto di un cambiamento delle abitudini di mobilità con una riduzione degli spostamenti sistematici per studio e lavoro. Ma è nostro compito far sì che il trasporto ferroviario e il trasporto collettivo in generale, sia la scelta di più persone possibile e questo possiamo farlo, migliorando sempre di più la qualità del servizio e sviluppando l’intermodalità per raggiungere i territori non serviti dalle dorsali ferroviarie. Il treno infatti è un trasporto di massa e in alcune realtà non è sostenibile, mentre possono esserlo altre forme di trasporto collettivo. La qualità del servizio è quindi uno dei principali pilastri del nuovo Piano e verrà perseguita con vari ambiti di intervento, dalla riorganizzazione dell’orario, agli interventi per la riduzione del numero di guasti e la resilienza a fattori esogeni, quali ad esempio i rischi idrogeologici. Nel prossimo decennio, inoltre, RFI realizzerà interventi di sviluppo della rete per 61 miliardi di euro; a questi si associano interventi nelle stazioni per l’accessibilità e l’intermodalità e azioni, anche di natura gestionale, per supportare già nell’immediato lo shift modale nel trasporto delle merci».

 

Intermodalità e sviluppo sono, quindi, i temi che RFI ha voluto mettere sul piano del dibattito durante la presentazione di Pendolaria 2025. Lo studio di Legambiente è quindi un motivo di crescita anche per realtà strettamente legate al trasporto ferroviario e non suona affatto come una denuncia. «Per noi – ha spiegato Mario Alovisi Direttore Marketing Trenitalia – essere partner di uno studio del genere è importante, in primis perché contribuiamo dando dati e numeri che aiutato alla realizzazione del report e poi perché tutto questo si trasforma nell’impegno a fare sempre di più. Proprio di recente Trenitalia è stata nominato miglior vettore ferroviario europeo, questo è possibile grazie agli oltre 6000 treni che facciamo muovere quotidianamente. I convogli del regionale sono circa 1300, un settore che stiamo attenzionando sempre di più, abbiamo rinnovata l’80% della flotta con convogli di nuova generazione a basso impatto ambientale. Il treno, in assoluto, è per definizione sostenibile, ma da solo non basta per vincere la battaglia in favore dell’ambiente. Serve essere intermodali e per farlo abbiamo predisponiamo sempre più la possibilità di poter salire sui vagoni con una bicicletta. Poi abbiamo predisposto sugli Intercity delle ricariche elettriche qualora il mezzo a due ruote fosse elettrico. L’ambiente lo si aiuta anche con la scelta dei materiali, il 97% dei treni è riciclabile. Le ferrovie muovono un 1 milione e 600 mila passeggeri al giorno, abbiamo tanto da fare per migliorare ma cooperando insieme a chi gestisce la rete e tanti altri attori del mondo della mobilità siamo pronti a farlo nel migliore dei modi».

 

Pendolaria 2025, nel suo report, ha focalizzato anche un’attenzione importante al rapporto che c’è tra trasporti e crisi climatica. A pesare sul trasporto pubblico – si legge – sono anche gli impatti della crisi climatica. Sono 203 gli eventi meteo estremi che in Italia negli ultimi 14 anni (tra il 2010 e il 2024) hanno causato interruzioni e ritardi a treni, metro e tram in tutta Italia. Piogge intense e allagamenti, frane dovute a intense precipitazioni, temperature record e forti raffiche di vento hanno colpito la mobilità in particolare di Roma (con 36 eventi), Napoli (12) e Milano (11). Secondo il Rapporto del Mit “Cambiamenti climatici, infrastrutture e mobilità”, i danni su infrastrutture e mobilità provocati dalla crisi climatica aumenteranno entro il 2050 fino a circa 5 miliardi di euro l’anno e, in assenza di misure di adattamento, raggiungerebbero un valore tra lo 0,33% e lo 0,55% del PIL italiano al 2050.