In Europa è la Germania il Paese leader nei flussi delle merci. Dalla fotografia scattata da Eurostat (i dati si riferiscono al 2021) emerge che sul territorio tedesco vengono movimentate complessivamente quasi 4 miliardi di tonnellate di merci, seguita dalla Spagna con poco più di 2 miliardi di tonnellate, Francia (2 miliardi), Paesi Bassi (1,7 miliardi) e Italia che raggiunge quasi 1,6 miliardi di tonnellate. Nel settore del cargo ferroviario in Italia la quota di mercato è dell’12,6% contro una media Ue del 17,1% (in Svizzera è del 33,6%, in Austria del 29,8%, in Svezia del 28,8%, in Finlandia del 26,9%, in Germania del 19%). L’obiettivo indicato dall’Europa è quello di trasferire dalla strada alla ferrovia il 30% delle merci su percorrenze superiori ai 300 chilometri entro il 2030.
In base ai dati Istat, la Germania è anche il paese con cui l’Italia ha i principali scambi di merci via ferrovia: circa 13 milioni di tonnellate si sono mosse nel 2021 dall’Italia verso la Germania su ferro, seguita da Paesi Bassi (3,6 milioni), Belgio (3,4 milioni), Austria (2,3 milioni) e Francia (1,7 milioni). In Italia passa invece su strada l’87,3% delle merci (stesso dato anche in Francia), in Spagna il 95,7%, in Germania il 73,6%, in Austria il 68,1%, in Svizzera il 66,3% e nei Paesi Bassi il 51,7 per cento.
Secondo i dati della Società federale tedesca di logistica, in Germania sono circa 2,7 milioni gli impiegati nel settore divisi tra industria, commercio e servizi. La forza economica del Paese genera investimenti sulle infrastrutture tali da generare più posti di lavoro di quanti non se ne perdano ogni anno. In Francia alla fine del 2020 gli occupati nella logistica erano 1,4 milioni di persone, concentrati soprattutto nei trasporti e nello stoccaggio. Il 73% dei posti di lavoro interessa le medie e grandi imprese; con il trasporto via terra che si prende il 61% degli addetti alla logistica.
La Spagna ha registrato nel 2021 un vero boom della logistica con un milione di nuovi posti di lavoro e circa 197mila aziende che operano nel settore.
Per il trasporto marittimo, i porti italiani crescono nel 2022 con oltre 490 milioni di tonnellate movimentate, in aumento dell’1,9% sul 2021. Il sistema portuale italiano si conferma a vocazione multi-purpose: i nostri porti sono in grado di rispondere ad esigenze di domanda di trasporto differenziata; hanno gestito rinfuse liquide per 169 milioni di tonnellate, Ro-Ro per 120,9 milioni, container per 119,5 milioni, rinfuse solide per 61,1 milioni e altre merci per 19,7 milioni.
Per l’Italia – secondo Assoporti-Srm - è significativa la dipendenza dal mare nel settore del commercio internazionale: il 39% dell’import - export avviene via nave per un valore di 377 miliardi di euro; l’interscambio marittimo ha mostrato una ripresa molto solida nel 2022, con un + 38%, 10 punti percentuali in più rispetto alla performance dell’interscambio nel suo complesso.
Le prime 5 categorie di merci in entrata nel Paese via mare concentrano il 72% dell’import marittimo (oil & gas; metalli; macchinari; prodotti chimici e tessile e abbigliamento) mentre le prime 5 categorie di merci in uscita concentrano il 76% dell’export marittimo (macchinari; prodotti raffinati; prodotti chimici, mezzi di trasporto; alimentari e bevande)
La Cina è il primo fornitore per l’Italia con un quinto delle merci in entrata via mare nel nostro Paese. Gli Stati Uniti si confermano un grande mercato di sbocco per l’export italiano: un quarto delle nostre merci in uscita su nave sono dirette nel Paese nordamericano.
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