In cover Elena Santarelli © Roberta Krasnig

È uno dei volti che abbiamo visto più spesso in tv nell’ultimo ventennio. Dopo i primi passi nel game show L’Eredità e come concorrente del reality L’Isola dei Famosi, Elena Santarelli ha iniziato un percorso nella conduzione con programmi come Total Request Live su Mtv e Plastik - Ultrabellezza su Italia1.

 

Tutto perfetto: una carriera avviata, un amore e un figlio. Ma poi, come a volte accade, la vita ti mette di fronte a prove inaspettate. Ed Elena si è trovata a gestire la malattia del figlio Giacomo. Un evento che l’ha portata in prima linea nella lotta contro le neoplasie cerebrali infantili.

 

Com’è iniziato il tuo percorso da attivista?

Quando Giacomo è stato colpito da un tumore cerebrale ho scoperto che il costo di uno degli esami veniva coperto grazie al contributo della Fondazione Heal. Così, è nata in me una gratitudine smisurata per il loro progetto. Molte delle attività organizzate in ospedale, infatti, erano realizzate grazie alle donazioni, che sono servite anche a pagare le borse di studio di alcune dottoresse. Così ho deciso di scendere in campo a livello comunicativo. Gli impegni sono tanti ma, ogni anno, scegliamo qualcosa che richiami il Natale. Quest’anno c’è il pandoro solidale.

 

Che tipo di messaggio volete divulgare?

Non siamo mai tragici, ma teniamo a presentarci con il sorriso e il morale alto. Mio figlio per esempio, ce l’ha fatta grazie alla ricerca.

 

Che obiettivo avete?

Acquistare una strumentazione molto costosa e complessa, l’Hyperion, che consentirà di studiare e visualizzare i tumori cerebrali. Speriamo di farcela, visto che costa più di 450mila euro.

 

È più difficile fare beneficenza in tempo di Covid-19?

Il virus ha un po’ frenato la ricerca e l’attività di tutte le associazioni. Molte hanno perso qualcosa non potendo organizzare manifestazioni o cene di beneficenza, ma anche perché le persone ora sono molto più attente prima di mettere mano al portafoglio. La crisi è grande, per questo comprare il nostro pandoro è un vero atto di generosità.

 

Da mamma e attivista, quali cambiamenti ha portato il coronavirus?

Ci sono tanti bambini malati di tumore, quindi immunodepressi, e con il Covid-19. Forse se ne parla poco, ma bisognerebbe mostrarne le immagini per far capire determinate realtà a chi nega ci sia questa pandemia. Forse una scena con un forte impatto aiuterebbe alcune persone a comprendere quello che sta succedendo, purtroppo c’è chi pensa che il problema riguardi sempre gli altri. Io ho imparato, però, che la vita può assestare un pugno nello stomaco da un momento all’altro. Non voglio sprecare energie con i negazionisti. Le terapie intensive sono al collasso e c’è chi deve essere operato per patologie gravissime e non può subire l’intervento.

 

Cosa vuoi trasmettere con il tuo lavoro sui social?

Quello che consiglio, prima di tutto, è imparare la gentilezza, non si sa mai chi abbiamo davanti. Magari rispondiamo male a qualcuno che, in realtà, sta combattendo una battaglia complessa. Attraverso i social cerco di accendere i riflettori sulla Fondazione e su questi temi importanti, condividendo la mia vita, quella di una persona normale.

 

Come passerai il Natale?

Abbiamo una chat di famiglia e mio zio sta cercando di capire come ci organizzeremo per le festività. Speriamo di passarle insieme, pochi ma buoni. In caso contrario, ci faremo portare le lasagne della mamma a domicilio.

 

Sperando che il Covid-19 ci abbandoni presto, che anno pensa sarà il 2021? Ci renderà migliori?

Ci sono persone che non vengono cambiate in meglio neanche dalle tragedie più grandi. Mia nonna diceva che chi nasce tondo non può morire quadrato. Per quel che mi riguarda, sono cambiate le priorità. Sono preoccupata per le restrizioni legate al virus, ma dopo quello che ho passato non posso lamentarmi. Anche se mi dispiace per i commercianti e per la crisi che dilaga. Siamo in guerra, ma anche dopo le più grandi battaglie sorge il sole. Questa luce ritornerà, anche se per molti, al momento, è difficile vederla.

Articolo tratto da La Freccia