Il loro nome fa rima con l’estate, il mare e i tormentoni che la bella stagione porta con sé. Non è un caso, quindi, se i Boomdabash hanno vinto per tre anni consecutivi la Power Hits Estate di Rtl 102.5 con Non ti dico no, Mambo salentino e Karaoke, canzoni che hanno fatto incetta di view, stream e rotazioni radiofoniche. Ma ora è il momento di festeggiare i 15 anni di carriera con un best of che ha lo stesso titolo del singolo di lancio: Don’t worry. Biggie Bash, che insieme a Blazon, Payà e Mr. Ketra forma la band

pugliese, ci racconta come questo brano dal sapore natalizio assuma un significato particolare.

Che cosa rappresenta?

È un inno alla speranza, al restare lucidi, con la schiena dritta e lo sguardo alto. Non solo nella situazione attuale, ma anche nelle difficoltà della vita. Speriamo che la musica aiuti le persone in questo momento duro per l’Italia. E le faccia restare positive, per vedere la luce in fondo al tunnel.

Nel brano c’è un coro di bambini…

Scelta voluta. I più piccoli non conoscono la negatività né alcune ansie e paure, come quella del futuro. Dovremmo imparare da loro.

Con questa raccolta festeggiate i 15 anni di carriera. Che evoluzione avete avuto come artisti ed esseri umani?

Sono stati anni fantastici. Abbiamo creato dal nulla un sogno e lo abbiamo coltivato, i momenti difficili ci hanno temprato. La caparbietà, che manteniamo tuttora, è senza dubbio uno degli ingredienti del nostro successo. Per il resto, siamo rimasti gli stessi, ma con una maggiore consapevolezza musicale. E un gran senso di responsabilità ora che abbiamo tanti fan.

Il vostro nome è sinonimo di summer hit. Non avete paura di restare prigionieri di un’etichetta?

La bella stagione, discograficamente parlando, funziona sempre. Noi non siamo solo quelli dei tormentoni estivi, che comunque ci hanno fatto conoscere a tanta gente. Abbiamo una discografia ampia e, prima di essere mainstream, siamo stati una realtà indipendente che ha calcato tantissimi palchi, con molti live ogni anno.

State pensando a misure particolari per organizzare concerti in tempi di Covid-19?

Abbiamo scelto di non suonare: con le strutture dei nostri live non riusciremmo a fare un concerto. Rispettando tutte le prescrizioni governative, non potremmo rientrare nei costi. E poi c’è l’elemento emotivo: il live è una magia. Se non si può avere il pubblico sotto al palco e sentire il contatto fisico con le persone è meglio rimandarlo a quando sarà possibile, nella massima sicurezza.

Il Festival di Sanremo 2019 vi ha consacrato agli occhi del grande pubblico. Quest’anno vi rivedremo?

Ci abbiamo pensato, ma abbiano ritenuto non fosse congeniale per noi. Preferiamo concentrarci sui singoli e sulla raccolta. Però siamo certi che, in un futuro prossimo, torneremo a calcare il palco dell’Ariston.