«Sono una fan del viaggio da sempre, per cultura, per curiosità e per contaminarmi con le cose nuove che ancora non conosco. Allo stesso modo amo il treno, mezzo geniale che permette di fare più cose contemporaneamente». Esordisce così Milly Carlucci, la regina del prime time targato Rai1. Conduttrice super preparata e stacanovista del piccolo schermo, capace di inanellare un successo dopo l’altro come Ballando con le stelle e Il cantante mascherato.

 

Quest’anno il talent di Rai1, che vede sfidarsi coppie di vip e ballerini professionisti, ha avuto una vita difficile: doveva partire in primavera ma è arrivata la pandemia. E la prima puntata è slittata a settembre…

Già, con tutti i problemi che questo comporta: non era automatico che il cast mantenesse lo stesso entusiasmo. C’era il rischio che si sfilacciasse tutto.

 

Come è riuscita a tenere unito il cast?

Mantenendo vivo il rapporto tra maestri e celebrità: con allenamenti via web tutti i giorni. La prima doccia fredda, però, è arrivata poco prima di iniziare, quando il ballerino Samuel Peron e il pugile Daniele Scardina sono risultati positivi al coronavirus. Da lì ce n’è capitata una alla settimana: Raimondo Todaro operato di appendicite, Elisa Isoardi infortunata alla caviglia, Lucrezia Lando e Marco De Angelis con un’intossicazione alimentare. È vero che le difficoltà aiutano a crescere e a fortificarsi, ma ne sarebbero bastate anche meno. Per noi, comunque, è stata una grande vittoria arrivare alla decima puntata.

 

Mai avuti momenti di scoramento?

Non me li posso permettere. Come allenatore di questa squadra devo essere il primo esempio di compattezza psicologica.

 

Uno dei punti di forza dello show è il cast. C’è qualche personaggio che vorrebbe vedere in pista?

Ce ne sono vari. Ho un libro nero con tutte le celebrities che vorrei. A Tullio Solenghi, per esempio, chiedevo di esserci dalla seconda edizione, ma sono riuscita ad averlo solo quest’anno. Pian piano vengono a maturazione anche le vicende private dei personaggi che si coinvolgono: chi partecipa deve essere libero da impegni e avere la disponibilità mentale per un programma in cui bisogna allenarsi tutti i giorni. Nello show, poi, non è mai messa in gioco la professionalità di ogni artista.

 

A gennaio torna anche Il cantante mascherato, sempre in prima serata su Rai1, che la vede nuovamente al timone. Che novità sono previste?

Abbiamo in mente un cast e dei travestimenti sorprendenti, qualche rimaneggiamento

nella giuria e cambi strutturali nel corso delle cinque puntate. Ci sarà una maschera in più e stiamo pensando a qualcosa di veramente rivoluzionario. I sudcoreani, detentori

del format, hanno idee clamorose.

 

Qualche trasmissione che vorrebbe condurre, magari in una fascia diversa?

Ho fatto quasi unicamente prime serate in questi anni di carriera. Mi sono super

specializzata. E credo di conoscere uno per uno, per nome e cognome, i telespettatori del prime time dell’ammiraglia Rai (ride, ndr). Però, a parte tutto, perché negarsi qualcosa? Vediamo che succede. In questo momento sono concentrata su questi due show a cui lavoro artigianalmente con i miei autori.

 

Come trascorrerà il Natale?

Ho un viaggio del cuore in sospeso: mio figlio vive e lavora a Londra. Durante il lockdown di marzo non è potuto venire. E in Inghilterra, al momento, sono di nuovo reclusi. Dobbiamo trovare il modo di stare insieme: il Natale, se non si passa in famiglia, che Natale è?

 

Cosa si porta a casa di questo anno difficile?

La consapevolezza netta, decisa e inequivocabile del valore fondamentale della salute e della prevenzione. Speriamo che le persone non facciano un lavoro di rimozione, com’è successo quest’estate. Non dobbiamo dimenticare, per essere pronti a ogni evenienza. Anche perché al giorno d’oggi il viaggio rappresenta una grande libertà, visto che in mezza giornata si arriva dall’altra parte del mondo, ma al contempo un grande pericolo.

 

Sperando che il Covid ci abbandoni presto, che anno pensa sarà il 2021?

Credo che usciremo migliori da questa esperienza, abbiamo ribilanciato la nostra vita mettendo nella giusta prospettiva i valori e gli affetti. Così come abbiamo rivalutato la casa come spazio per vivere: prima del Covid-19 era quasi una stazione ferroviaria di scambio.

Articolo tratto da La Freccia