Cassiopea e Orione non sono solo raggruppamenti di stelle che popolano la volta celeste. Rappresentano anche i primi due tasselli del progetto discografico Italian Songbook targato Mina. «Nella sua carriera si è concentrata solo su quello che voleva produrre. È stata la prima a concepire album a tema come quelli dedicati al Brasile, a Napoli o a alla reinterpretazione dei pezzi di grandi cantautori come Lucio Battisti», spiega il figlio e arrangiatore-produttore Massimiliano Pani.

La Tigre di Cremona ha pubblicato oltre 1.400 canzoni e 75 album, probabilmente più di qualunque altro artista. Ma scovare tutte le sue meraviglie non è semplice. Ecco, quindi, l’idea: imbastire un lavoro filologico su tutto il materiale in italiano così da raccogliere in un solo progetto i successi dell’interprete, le cover e diversi inediti pieni di sentimento. «Abbiamo riaperto i nastri e alcuni brani sono stati risuonati alla sua maniera. Si è cercato di dare un equilibrio ai pezzi che ne avevano bisogno. Per quelli che funzionavano, invece, abbiamo fatto solo un restauro audio», prosegue Pani.

Il risultato è un lavoro che esalta le diverse sfaccettature di una voce unica, amata da generazioni diverse, permeata di sincerità, che non ha mai abbracciato mode passeggere. Una diva sempre avanti, «capace di giocare con la sua immagine attraverso le copertine dei dischi, prima ancora di Madonna e Lady Gaga. Popstar che poi, vedendo le sue cover, sono impazzite». Mina ha portato avanti le sue idee «riuscendo a non finire in una nicchia e non concedendo mai ciò che non le interessa, come la promozione». È sempre stata una pioniera e, nella remotissima ipotesi di tornare sulle scene, sceglierebbe comunque modalità innovative. «Nel 2001 realizzò il primo grande evento sul web e crollò la Rete per quanta gente si era collegata», spiega il figlio. «Se dovesse mai rifare qualcosa, quindi, sarà solo attraverso canali nuovi». Per essere, anche questa volta, la prima.