Photo ©Alberto Gottardo

Decisa nell’affondare il colpo quando crede sia il momento giusto e pronta a mettersi in pausa quando i tempi lo richiedono. Margherita Granbassi è una donna la cui personalità è stata plasmata dalla scherma, lo sport che l’ha fatta apprezzare in tutto il mondo. Ci ha emozionato nel 2006 quando ha vinto a Torino i Mondiali di fioretto individuale, precedendo Valentina Vezzali e Giovanna Trillini in un podio tutto italiano. E ancora nel 2008, quando ha conquistato uno storico bronzo alle Olimpiadi di Pechino. Una determinazione che ha sviluppato seguendo anche un’altra sfida, a fianco dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro. Prima nelle vesti di volontaria e poi come testimonial di vari progetti tra cui, dal 2017, Margherita per Airc, il sostegno che l’Associazione italiana centri giardinaggio (Aicg) garantisce alla Fondazione Airc, devolvendo il ricavato delle vendite del fiore, simbolo della purezza per eccellenza. Quest’anno, considerate le misure adottate per il Covid-19, è possibile acquistare le margherite, fino al 25 aprile, contattando i vivai per assicurarsi che siano aperti o facciano consegne a domicilio. Così è possibile anche per FSNews La Freccia condividere un’altra nobile causa, in un periodo che concentra la solidarietà per questa emergenza sanitaria.

 

Come ti sei avvicinata all’Airc?

Mia madre è da tempo una loro volontaria. Ogni volta che venivano organizzate le giornate di raccolta fondi a Trieste andavo con lei. Da bambina prendevo queste iniziative come un gioco e le persone che venivano a trovarci scherzavano con me. Poi hanno iniziato a raccontarmi la storia che avevano alle spalle e così, anche dalle loro parole, ho capito l’importanza di ciò che stavo facendo. Quando mi hanno contattata per propormi di comunicare il messaggio dell’associazione è stato bellissimo, un’evoluzione naturale del mio percorso. La ricerca è fondamentale, ognuno di noi dovrebbe contribuire come può a promuoverla e finanziarla.

 

Nel 2017 hai ricevuto dal presidente della Repubblica il premio Credere nella ricerca. Cosa hai provato?

È stata una grande emozione. Ma anche un momento di imbarazzo, perché ero in compagnia di persone straordinarie. Io ho fatto qualcosa dal punto di vista della comunicazione e del volontariato, dando un piccolo aiuto. Ma loro, i ricercatori, sono degli esempi incredibili, dovrebbero essere valorizzati di più, divenire il fulcro di tutto. Dovremmo ringraziarli tutti i giorni.

 

Cosa significa per te credere nella ricerca?

Avere fiducia, sapere che ogni giorno può esserci un miglioramento. Che però deve essere in qualche modo stimolato, innanzitutto, dalla mentalità. Faccio un paragone con il mondo sportivo: quando si ha un obiettivo bisogna fare il possibile per raggiungerlo mettendo insieme diversi elementi, non basta la parte fisica e tecnica, se non hai la testa giusta o distogli l’attenzione dall’avversario va tutto in fumo. Per me la ricerca è come un allenamento: bisogna sempre cercare di migliorarsi, però prima bisogna crederci. Il risultato arriverà.

Photo ©Claudio Bonoldi

Sei anche ambassador del progetto di promozione turistica Friuli-Venezia Giulia Live Experience. Che rapporto hai con la tua regione?

Speciale, perché è la terra dove sono cresciuta. La mia famiglia è di Trieste, io sono nata lì ma ho sempre pensato di essere un collante per tutta la regione: sono diventata una campionessa allenandomi a Udine, vado in vacanza a Trieste, ma anche a Lignano Sabbiadoro e Tarvisio (UD), conosco bene tutte le zone sia di montagna che di mare. Abito a Roma, ma ogni volta che torno a casa è un’emozione. L’idea di poter raccontare la mia terra, farla conoscere agli altri e invitarli a visitarla mi entusiasma.

 

Ti piace viaggiare?

Tantissimo. Normalmente l’unica noia è preparare le valigie e, al ritorno, fare le lavatrici. Sono diventata brava nel portare poche cose e nell’incastrarle bene. Ho fatto tanti chilometri in auto e altrettanti in treno. Anzi, devo dire che sono un po’ demodé…

 

In che senso?

Mi è sempre piaciuto prendere il treno notte [ride, ndr]. Mi diverto un mondo con la mia bambina Léonor: lei di solito dorme benissimo e ama svegliarsi la mattina e fare colazione a Trieste. A bordo sono presa da lei, mentre disegna o fa la pappa. L’ho portata con me da subito e quando ha imparato a camminare faceva su e giù lungo il vagone per tutto il viaggio. Già prima che nascesse, però, avevo preso il treno notte da Trieste, arrivavo a Roma alle 6:45 e andavo direttamente ad allenarmi. A parte queste parentesi notturne, uso il treno anche di giorno, sono titolare CartaFRECCIA da anni e ho accumulato un sacco di punti. Mi piacerebbe che fosse ampliata l’Alta Velocità tra Venezia e Trieste.

 

Ora come stai vivendo questo periodo di quarantena a causa del coronavirus?

Ero a Trieste quando è arrivata la comunicazione del Governo, quindi sono rimasta a casa dei miei genitori con mia figlia. È ovvio che a tutti manchi la possibilità di stare all'aperto o lavorare, ma non mi piace lamentarmi. Mi reputo fortunata perché penso alle persone che invece non hanno una casa o vivono da soli e hanno problemi di salute, o ancora a chi è risultato positivo alla malattia o ha perso parenti e cari. Sto vivendo questo momento con grande responsabilità cercando di far capire la situazione alla piccola. La giornata a casa con lei diventa più impegnativa e poi devo studiare. Sono in attesa di sapere le date degli appelli.

Cosa studi?

Economia, curriculum in Economia e politiche dello sport, alla Link Campus University di Roma. Anni fa frequentavo la facoltà di Scienze della comunicazione ma ho interrotto per fare delle esperienze in televisione. Poi, mentre ero in attesa di mia figlia, ho vinto una borsa di studio che mi ha permesso di riprendere il percorso. Ho scelto di provare con una materia completamente diversa. Quando è arrivata la bimba ho rallentato moltissimo ma per fortuna ho ripreso, mi mancano pochi esami. Ora devo dare Diritto commerciale ed Economia aziendale, sto studiando tantissimo.

 

Consigli per mantenere uno stile di vita attivo restando a casa?

Bisogna organizzarsi e trovare uno spazio per poter fare un po’ di movimento. E poi stare attenti all’alimentazione: vedo che c'è tanta gente che si è messa d'impegno in cucina, è una cosa bellissima, però non bisogna mai esagerare.

 

Cosa pensi del blocco che è stato dato alla maggior parte degli eventi sportivi?

Li ritengo in secondo piano rispetto alla salute. È ovvio che si tratti di un danno immenso per qualunque settore, soprattutto sotto l'aspetto economico. Ma credo che gli sportivi in particolare debbano essere un buon esempio per i giovani. Gli atleti sanno cosa significa il rispetto delle regole. Quello dello sport è un mondo in cui non si possono tenere a distanza le persone e, obiettivamente, c’è un rischio maggiore di contagio.

 

Nella tua bio su Twitter scrivi: «Vorrei vincere due volte: nello sport e nella vita. Per la prima sono a posto, per la seconda mi sto allenando». In che modo?

Come nello sport e nella ricerca, anche nella vita bisogna cercare di migliorarsi sempre, come persona, dal punto di vista umano, culturale, comunicativo. Basta volerlo. Serve poi mettersi in dubbio: prima lo facevo con i movimenti del braccio per colpire il bersaglio, oggi lo faccio su tutto il resto cercando di colmare le lacune. E mi addormento ogni sera pensando che la giornata sia stata utile per qualcosa o per qualcuno.

MARGHERITA PER AIRC

Per il settimo anno consecutivo l’Aicg rinnova il sostegno alla Fondazione Airc con il progetto Margherita per Airc. L’iniziativa negli anni ha raggiunto notevoli risultati: nel 2019 è stata presente in circa 70 garden center e grazie alla vendita di 18mila esemplari sono stati raccolti circa 27mila euro. È stato così finanziato un progetto sui percorsi molecolari condivisi dalle cellule tumorali e da quelle della placenta condotto dalla dottoressa Arghavanifard Negar dell’Istituto Firc di Oncologia Molecolare di Milano. Fino al 25 aprile 2020 numerosi centri associati Aicg consentono l’acquisto delle piante, con consegna a domicilio, al prezzo di 4,50 €. Per ogni prodotto venduto, sarà devoluto 1,50 € per sostenere una nuova borsa di studio.