L'emergenza Covid-19 ha trasformato la televisione: variazioni al palinsesto, programmi saltati, show ripensati. Tv Talk, appuntamento cult di Rai3, ogni sabato alle 15 analizza il piccolo schermo grazie al lavoro del capo progetto Furio Andreotti, del cast e del conduttore Massimo Bernardini, giornalista di lungo corso che prova a spiegarci come è cambiata e quale direzione sta prendendo la tv.
 

Cosa è stato modificato a causa della pandemia?

La decurtazione del personale negli studi e l’assenza del pubblico in molti show hanno cambiato geneticamente le cose. Oggi un conduttore dialoga con una o due finestre virtuali.
 

Il coronavirus ha agevolato l’uso delle piattaforme streaming?

Molti hanno avuto più tempo libero e chi ha preso l’abitudine di vedere le serie online difficilmente la perderà. È anche vero che circolano meno soldi e qualcuno potrebbe rivolgersi unicamente verso la grande offerta gratuita disponibile. Non credo però, come dicono alcuni, che niente sarà più come prima.
 

Da spettatore cosa si augura?

Abbiamo visto la trasformazione di una televisione sostanzialmente morbosa in tv di servizio: diversi conduttori e programmi sono diventati pedagogici, spiegando ai cittadini come comportarsi. Se uscissimo da questo cambiamento con la cronaca nera

ridimensionata nel daytime, sarebbe un grandissimo acquisto.

 

Ci sono però programmi come Ciao Darwin, su Canale 5, che macinano ascolti anche in replica…

L’overdose di informazione, all’inizio, era necessaria. Ora c’è voglia di evasione.

 

E Tv Talk analizzerà i gusti del pubblico fino a giugno...

Spero che prosegua anche a luglio. C’è lavoro da recuperare e molti professionisti

sono pagati a puntata.
 

Con l’allungamento di diversi show, molti auspicano un nuovo assetto dei palinsesti estivi.

La verità è che il mercato pubblicitario si è ridimensionato. Andrebbero rivisti anche i meccanismi dei periodi di garanzia sulla redditività della pubblicità. La Rai ha uno dei canoni più bassi in Europa e ho l’impressione che non ci saranno soldi per evitare le repliche.

 

Da grande conoscitore del piccolo schermo ha suggerimenti?

Il servizio pubblico potrebbe utilizzare la bella stagione per testare programmi a basso costo, nuovi conduttori, autori, creativi. Abbiamo bisogno di svecchiare e sperimentare.