Non amava le celebrazioni e, nonostante fosse ancora richiestissima, nel piccolo schermo tornava solo se aveva qualcosa di nuovo da dire: le minestrine riscaldate le piacevano poco. Con Raffaella Carrà se ne è andato via un pezzo dell'Italia, un familiare cui abbiamo voluto molto bene, una diva immensa che cercava sempre di superarsi. Personaggio unico, amatissima anche oltre i confini nazionali, ha accompagnato intere generazioni con il suo inconfondibile caschetto, riuscendo a scardinare tabù e rendere meno provinciale il nostro Paese (e non solo). Lo faceva tra un Tuca Tuca e il celeberrimo gioco dei fagioli di Pronto, Raffaella? Per questo motivo tutti le volevano bene: dalle nonne ai bambini, dalle donne che hanno visto in lei un baluardo di emancipazione alla comunità arcobaleno che, in Raffaella, ha trovato un'icona e un supporto. Oggi la piangiamo, ma presto torneremo a fare Fiesta con le sue canzoni, ricordando le sue carrambate (termine entrato, di diritto, nel vocabolario italiano) e la mitica risata. Abbiamo avuto l'onore di incontrarla e ospitarla nella cover de La Freccia di dicembre 2018 in occasione del lancio dell'album-strenna Ogni volta che è NataleVi riproponiamo l'intervista in cui si dichiarò fan del Frecciarossa. Se per caso cadesse il mondo io mi sposto un p0' più in là, cantava Tanti auguri. E oggi, Raffaella, a tutti noi, quel mondo è come se ci fosse caduto addosso.

L'intervista a Raffaella Carrà su La Freccia di dicembre 2018:

C’è poco da fare: quando Raffaella Carrà sforna un nuovo progetto ha tutti i riflettori puntati. Ancora di più se la nuova avventura professionale è un disco in cui la strepitosa artista bolognese ricanta le più importanti e famose canzoni natalizie. Ed ecco Ogni volta che è Natale (Sony Music), lo scintillante album di una delle stelle più luminose dello showbiz italiano e internazionale. Perché non dimentichiamoci che super Raffa è amatissima in Spagna e in tutti i Paesi dell’America Latina. Basti pensare che, a ottobre, in quel di Roma, è stata insignita dall’ambasciata spagnola dell’onorificenza di Dama al Orden del Mérito Civil: «Amo la Spagna, è la mia seconda patria. È un Paese che ammiro profondamente. E gli spagnoli, quando mi incontrano, mi trattano come una di loro».

Com’è nata l’idea di questo regalo di Natale?

La Sony per quattro volte ha insistito perché facessi questo album. In realtà faccio musica e tv solo quando il mio intuito mi suggerisce di credere in un progetto.

 

L’hanno presa per sfinimento?

La quarta volta mi hanno detto che il repertorio c’era. Cosa fondamentale, perché trovare dei pezzi nuovi è difficilissimo. Così mi hanno mandato una quarantina di brani. A quel punto ho chiesto se avevo libertà di scelta. Mi hanno risposto di sì.

 

E cosa ha fatto, allora?

Per prima cosa ho coinvolto il maestro Valeriano Chiaravalle, con cui ho lavorato in The Voice of Italy e Forte Forte Forte. Con lui ho un feeling particolare. Poi ho ascoltato tutti i brani e ho deciso che doveva essere un disco di Natale arcobaleno, da ballare, per vivere le festività con spiritualità, ma anche in allegria.

 

Le sorprese?

Ho inserito Halleluja, che non è una canzone natalizia, ma l’ho messa come augurio per uscire dal tunnel e vedere un po’ di luce. L’orchestra sinfonica accompagna me e le soprano Vittoriana De Amicis ed Erika Realino, che cantano divinamente. È un omaggio alla musica. Ho inserito anche La Marimorena, una rumba popolare che si suona in Andalusia e a Barcellona. È venuto fuori un pezzo tutto da ballare.

Ci sono anche i cosiddetti classici moderni, come Happy Xmas (War is over) di John Lennon...

Ho fatto arrangiare il pezzo come un valzer lento, con la partecipazione del Piccolo coro dell’Antoniano. Ed è di una bellezza unica! In questo album mi ritrovo, in fondo, più per le idee che come interprete. E poi c’è l’atmosfera che volevo.

 

E l'inedito Chi l’ha detto?

È molto carino, semplice e divertente. Insomma, anche se sono sempre molto critica verso me stessa, questa volta devo dire che ho fatto un bel disco.

 

Ma è vero che lei è una grande amante del viaggio in treno?

Da quando ci sono le Frecce. Quando andavo a trovare mia nonna, in Romagna, facevo sette ore di treno, con cambi ad Ancona o a Falconara Marittima. Era molto faticoso. Adesso con il bello o il cattivo tempo il servizio è divino. Il personale è gentilissimo e si mangia pure molto bene nelle carrozze ristorante. Sono una fan del Frecciarossa.

 

Che regalo vorrebbe fare ai nostri viaggiatori?

Una bella Freccia fino a Matera. È unaterra che, per la sua reputazione cinematografica e culturale, ospita una quantità enorme di turisti. Forza!

 

Come passa le festività?

Con i miei nipoti, anche se quando erano bambini mi divertivo molto di più. C’erano anche mio fratello e mia mamma. Man mano che la famiglia si assottiglia, il Natale si vive in modo diverso. Di solito facciamo un viaggio. 

I ricordi più belli legati al Natale?

Da adulta, quando preparavo i regali per le tre bimbe di Gianni Boncompagni. Che allegria! C’era un albero di Natale grandissimo pieno di doni per loro. È bello regalare.

 

E da bambina?

A Bologna Babbo Natale portava i dolci. Mia mamma li comprava con la forma dei cibi che non mangiavamo, per farci capire che le vitamine erano in quegli alimenti lì. Ma sa qual era la vera magia per me?

 

Quale?

Quando la notte tra il 5 e il 6 gennaio aspettavamo la Befana. Ci lasciava tantissimi regali, una volta ero addirittura sicura di averla vista andare via attraverso la parete del tinello. Anche se mio padre non era con noi, le feste erano comunque bellissime.