Foto: Marco Piraccini

«La mia stazione di riferimento è Reggio Emilia AV, comodissima. Viaggio sempre in treno, ne ho preso anche uno ieri, da Bari». Esordisce così Orietta Berti, evergreen della musica italiana e personaggio del momento grazie a Mille, grande hit dell’estate 2021 che la vede intonare il ritornello super orecchiabile insieme a Fedez e Achille Lauro. Un trio inedito che funziona alla grande: il pezzo ha ottenuto il Disco di platino, superando 33 milioni di stream, ed è il più ascoltato in radio. E non finisce qui: il video ufficiale – tutto bagni in piscina con vistose cuffie colorate, vestiti anni ‘60, passerelle a bordo vasca e gossip dal parrucchiere – ha ottenuto più di 32 milioni di visualizzazioni.

 

Niente male per l’interprete di Cavriago (RE), da sempre volto familiare sia per brani di successo degli anni ‘70 come Tipitipitì, Finché la barca va e la sigla del cartoon Barbapapà, sia per la partecipazione a programmi televisivi nazionalpopolari come Buona domenica, Quelli che il calcio, Che tempo che fa, Celebrity MasterChef Italia, Ora o mai più e Il cantante mascherato.

 

Negli anni è diventata un personaggio amatissimo anche dai giovani.

Tutto è cominciato con il tavolo di Fabio (Fazio, ndr) a Che tempo che fa. Quando volevo partecipare al Festival di Sanremo mi diceva: «Ma cosa ci vai a fare che non vinci mai? Dai, porta una canzone così ti facciamo subito squalificare e resti qui con noi!». La gente rideva perché sembrava una telenovela con Nino Frassica e Gigi Marzullo (ride, ndr).

 

Se lo aspettava tutto questo seguito?

Di una tale portata no, ma devo dire che, fino a quando è stato possibile fare i concerti, prima del lockdown, venivano a vedermi famiglie intere: dai bambini ai giovanotti, fino alle mamme e alle nonne. Questo perché molte persone sono cresciute con me e si sono affezionate. Magari ascoltano altra musica, ma quando mi esibisco vogliono conoscermi: le mie canzoni allegre fanno parte dei loro ricordi d’infanzia.

 

E poi è arrivata Mille, il tormentone di quest’estate.

Un vero boom: ci sono fan che mandano le loro versioni del pezzo suonato con l’arpa, con strumenti a fiato, in inglese, francese, tedesco. Ho chiesto a Fedez e Achille se una cosa del genere fosse normale. Mi hanno risposto che non era mai successo prima di avere così tanti video e conferme di ascolto. Una cosa unica per me e nella storia delle hit estive. In passato avevo già interpretato brani per la bella stagione, come L’altalena, Via dei ciclamini e Non illuderti mai. Successi che sono stati ricantati anche all’estero, da artisti internazionali. E poi non dimentichiamoci di Finché la barca va.

 

Beh, quella chi se la scorda…

Nel tempo ha venduto oltre nove milioni di dischi, quasi un record. Ma anche quest’anno con i social, Spotify e la vendita del singolo in versione liquida abbiamo avuto un riscontro altissimo. Poi Fedez inserirà il brano nella tracklist del suo album in uscita a ottobre.

 

Cosa mi dice dei suoi compagni in quest’avventura?

Achille Lauro lo conoscevo da molto prima di Fedez perché abbiamo lo stesso stylist, Nicolò Cerioni. E quando ci incontravamo nei corridoi Rai o Mediaset ci siamo sempre fermati a fare due chiacchiere. È un ragazzo molto elegante e intelligente. Ha l’ironia sorniona dei romani e mi fa tanto ridere. Fedez l’ho sentito durante l’ultima serata di Sanremo. Mi ha detto che aveva una canzone adatta alla mia vocalità e mi avrebbe mandato il provino su WhatsApp. Mi è piaciuta subito e gliel’ho ricantata immediatamente.

 

E poi?

Mi ha chiesto di inciderla e, visto che passavo da Milano per partecipare al programma di Tv8 Name That Tune - Indovina la canzone, l’ho registrata. Qualche tempo dopo, Fedez mi ha detto che Achille voleva far parte del progetto e io ho pensato subito che fosse un’idea bellissima, un vero terno al lotto. A lavoro ultimato mi hanno mandato la copertina del disco, realizzata dall’artista Francesco Vezzoli e ispirata alle Tre grazie del pittore francese Émile Vernon.

 

Anche il video è molto carino.

Volevano girarlo a Forte dei Marmi, in una villa con le palme alte che potesse ricordare gli anni ‘50 di Hollywood. Conosco benissimo la zona perché vado in vacanza lì da 26 anni e sapevo che palme simili a quelle di Los Angeles erano difficili da trovare. Alla fine, hanno scovato un’abitazione signorile, fuori Roma, che ricorda una residenza

californiana. Nella grande piscina, con alcune campionesse di nuoto sincronizzato abbiamo realizzato un omaggio alla nuotatrice e attrice Esther Williams, mia carissima amica, che è stata la prima a cimentarsi in una danza subacquea addirittura con dei cartoni animati, Tom & Jerry, nel film del ‘53 Nebbia sulla Manica.

Orietta Berti, Fedez e Achille Lauro

Foto: Giulia Parimigiani

Come vi siete conosciute?

Grazie ad alcuni amici di Los Angeles titolari dei più importanti negozi di antiquariato della città: lì si usa cambiare l’arredamento ogni volta che si cambia moglie (ride, ndr). Con Esther ci frequentavamo spesso, aveva una bellissima casa vicino a quella di Charlton Heston. Era un po’ claudicante perché si era rotta la caviglia, ma tutte le mattine faceva le sue nuotate nella sua enorme piscina. E poi andavamo sempre a mangiare gli spaghetti con le polpette alla napoletana, era golosa di quel piatto.

 

Perché ama tanto Hollywood?

Oltre ai tanti concerti fatti per gli italo-americani, lì vive il mio caro amico Ezio Bertelli, che lavorava con Gianfranco Funari nella trasmissione A bocca aperta e nei programmi di Paolo Limiti. Quando era ragazzino veniva sempre ai miei live sul Lago di Garda o a Salò (BS). Poi si è innamorato di Sergej, un ragazzo ebreo di origine polacca, proveniente da una famiglia molto ricca. Ma visto che prendeva sempre le botte per la sua omosessualità, si è trasferito con lui a Los Angeles e insieme hanno aperto uno shop di antiquariato con mobili pregiati, frequentato da tantissime celebrità. Pensi che, con Limiti, sono stata anche la loro testimone di nozze.

 

Tra l’altro lei è un’icona per la comunità arcobaleno.

Eh sì, i gay hanno sempre fatto parte della mia vita, da quando la mia casa discografica era la Fonogram su etichetta Polydor. Lì erano tutti tedeschi e, nell’ufficio stampa e in quello artistico, omosessuali. Nel mondo dello spettacolo, secondo me, hanno una marcia in più. Mi mandarono a scuola di trucco perché dicevano che un’artista deve sapersi preparare da sola, per essere sempre perfetta. In più facevano una selezione sulle canzoni da provinare per il Festival di Sanremo, Un disco per l’estate e Canzonissima. Le demo venivano mandate in onda in una fabbrica e gli operai, i dirigenti e gli impiegati decidevano il pezzo che funzionava di più. Quello sarebbe stato il singolo da promuovere, e non c’era storia. Mi sono sempre affidata a loro e, se sono qui ancora adesso, lo devo anche al fatto di aver ascoltato i suggerimenti di persone competenti in questo lavoro.

 

E invece che cosa le ha consigliato Fedez per Mille?

Di cantarla con la voce fresca e allegra, come se stessi facendo la doccia. Ci sono tanti modi per interpretare un pezzo, bisogna dare retta agli autori.

 

Lei ha avuto il Covid-19, è guarita, è andata a Sanremo e ora scala le classifiche. Si sente un po’ il simbolo della rinascita post pandemia?

È stato un rifiorire che spero tocchi tutto il Paese. Mi auguro si arrivi a ottobre con un bel miglioramento. Anche se ho ancora tanti anticorpi, io mi vaccino comunque così sono coperta per l’inverno.

 

Nella sua carriera ha avuto tante esperienze diverse. Cosa le piacerebbe fare adesso?

Sono aperta alle sorprese. Mi hanno offerto molti progetti interessanti, sceglierò quello che non ho mai fatto. Così mi carico.

 

Il prossimo viaggio?

Nessuna vacanza, ma sempre in giro. Ho diversi appuntamenti tra Roma e Napoli, quindi passerò tutto agosto sempre in Frecciarossa…1000!

 

Qualche live è previsto?

Solo per alcune convention. Però ci saranno i firmacopie nelle librerie per l’autobiografia Tra bandiere rosse e acquasantiere, in cui racconto la mia vita con aneddoti inediti e foto rare.

 

Con chi vorrebbe duettare?

Con i Måneskin, il gruppo che oggi mi piace di più.