Raffinato, colto, emozionante. Tre vocaboli per descrivere Parola, il nuovo progetto discografico di Giovanni Caccamo, prodotto insieme a Leonardo Milani. Scoperto da Franco Battiato, il talentuoso cantautore siciliano unisce la musica pop con quella più alta. Anche le sue partecipazioni al Festival di Sanremo sono state connotate da una certa ricercatezza, sfociata nella vittoria tra le Nuove Proposte grazie al brano Ritornerò da te nel 2015. E poi portando Eterno, nel 2018, la sua hit di maggior successo. L’artista di Modica ci racconta dei suoi inediti, in attesa di esibirsi all’Arena di Verona il 21 settembre, nel concerto Invito al viaggio dedicato a Franco Battiato.


Come nasce Parola?
Cercando tra le fonti da cui nutrirmi per scrivere i nuovi pezzi, ho trovato un appello di Andrea Camilleri: «Stiamo perdendo la misura, il peso, il valore della parola. Le parole sono pietre, possono essere pallottole». L’invito continuava chiedendo ai giovani di far partire un nuovo umanesimo del linguaggio. Da qui l’idea di ispirarmi, per ogni singolo estratto del disco, a un testo di letteratura italiana o straniera. Una voce famosa introduce il pezzo con la lettura di un brano che ha influenzato la canzone.

 

Iniziamo dalla composizione nata dalle frasi del creatore di Montalbano.
Si intitola Le parole hanno un peso ed è introdotta dalla voce postuma di Andrea Camilleri, concessa con grande affetto dalla famiglia. Lo scrittore si riferisce anche alle ingiurie e a certi termini che possono ferire se usati in modo superficiale.


Il singolo di lancio è stato Aurora. Come è nato?
È ispirato al testo di I’m that di Battiato e Manlio Sgalambro, contenuto nell’album Dieci stratagemmi. Si parla di buio, luce, rinascita, di come un’anima, alla fine della vita, si affacci alla finestra della propria esistenza e viva di nuova luce. L’introduzione è affidata a Willem Dafoe.

Addirittura un nome di Hollywood. Come l’hai convinto?
L’ho contattato una domenica pomeriggio, dopo 48 ore passate a formulare l’e-mail. L’ho mandata alle 16 e alle 17:30 ho ricevuto la sua risposta entusiasta, con già quattro registrazioni. È stato meraviglioso.


C’è anche Michele Placido, abbinato al brano Evoluzione. Con che testo introduce il pezzo?
Legge Risarcimento di Gesualdo Bufalino. Parla della vita e della natura dell’uomo: quando sembra di aver toccato il fondo, di essere al tramonto, arriva una ventata di energia che spariglia le carte.


Tra le canzoni è particolarmente riuscita Canta.
In questo caso, tutto è partito dalla lettera che Ernesto “Che” Guevara scrisse ai figli, in Bolivia, prima di morire. Un testamento di valori con tanto di scuse per essere stato un padre assente. Cosa che mi ha particolarmente commosso.


Come mai?
Avendo perso mio papà da piccolo, ho sempre cercato un documento, una carta, qualcosa di scritto per me e mia sorella. Non l’ho trovato ma ho scoperto un’eredità valoriale incredibile. Tornando al brano, mi sono chiesto, pensando al Che, se la parola rivoluzione avesse ancora un significato.


Ce l’ha?
Sì, nel momento in cui è concepita come pacifica, per creare una società inclusiva in cui la diversità sia vista come virtù, le persone fragili possano sentirsi parte di un’armonia e ci si prenda cura del nostro pianeta.


Nel disco figura anche Beppe Fiorello.
È stato l’ultimo prezioso incontro in ordine cronologico. Avevo finito di scrivere Perditi con me pensando alla poesia Senza di te tornavo, di Pier Paolo Pasolini. I versi riassumono il tormento, la solitudine e l’angoscia dello scrittore ma anche la speranza che l’emarginazione possa diventare qualcosa di diverso, per non sprofondare nelle tenebre. Ne è uscita una canzone metafisica, con suoni elettronici preponderanti.


Come renderai live questo progetto per il pubblico?
Faremo tre presentazioni molto speciali, il 16 settembre al Museo Gallerie d’Italia di Milano, il 30 a Palazzo Vecchio di Firenze e il 9 ottobre al MAXXI di Roma. Ho scelto spazi espositivi perché credo che le arti, in questo momento di difficoltà, debbano unirsi per correre in nostro soccorso. Dopo la lunga apnea, nutrirsi delle opere di secoli lontani o decenni vicini è una terapia per l’anima. È una firma sinestetica di tutto il progetto. I fan possono partecipare, acquistando il disco e prenotandosi via mail attraverso il mio sito. Li aspetta un giro esclusivo tra mostre permanenti e temporanee, oltre all’allestimento del tour Parola con tutti i capitoli del disco in anteprima e alcune sorprese live.