Dieci puntate (più un episodio extra), altrettanti itinerari di viaggio, spesso percorribili a piedi (ma non solo) e raggiungibili utilizzando il treno come mezzo di trasporto. La prima stagione di “Prova a prendermi”, il podcast di FSNews.it a cura di Valentina Lo Surdo, si è conclusa nel migliore dei modi. Una bella soddisfazione, tante storie interessanti e diversi ospiti capaci di rendere il racconto ancora più avvincente.

 

C’è di tutto: dalla via Francigena, alla Tuscia, passando per la Val D’Orcia e il Sentiero del Viandante a pochi passi dal Lago di Como. Valentina Lo Surdo, d’altronde, non sta mai ferma e il titolo di questo progetto le calza proprio a pennello. “Prova a prendermi” è, infatti, un film del 2002 diretto da Steven Spielberg dove Leonardo Di Caprio, nel ruolo di Frank, è un ventenne con il vizio della truffa che non riesce mai a farsi acchiappare dall’FBI. Proprio come Valentina che, fortunatamente, non è una truffatrice, ma come il protagonista della pellicola americana di stare ferma non ne vuole proprio sapere.

 

Dieci puntate, quindi, che per capire come siano state sviluppate, studiate e realizzate hanno dato vita ad altrettante domande. Il risultato è un’intervista per tentare di entrare nell’intimità di “Prova a prendermi” e svelare cosa ci sia dietro ai suoni e alle parole che si ascoltano in un podcast.  

 

È finita la prima stagione di Prova a Prendermi. Ti sei divertita?

Moltissimo, è un progetto fatto su misura. La mia vita è un incontro dopo l’altro. Mi può capitare di avere lo zaino in spalla, camminando in qualche zona remota della Penisola e poi la sera stessa indossare un abito elegante ritrovandomi su un palco a presentare una serata. In questo podcast ho provato proprio a raccontare questa parte della mia vita: fatta di storie, persone, facce e – in questo caso – voci.

 

C’è una tua puntata preferita?

Sì, non me ne vogliano le altre. Ma quella sulla Val D’Orcia sono particolarmente legata. L’ospite di quella puntata ci svela tanti segreti e smonta anche dei falsi storici. Non aggiungo altro, così chi non l’ha ascoltata deve farlo immediatamente.

 

Fare un podcast non è facile, fare delle interviste camminando forse lo è ancora di meno. C’è qualche situazione complicata che merita di essere raccontata?

Premetto svelando che alcune parti sono state registrate in treno e che, magari, ho dovuto farle anche più volte perché c’era un bambino che piangeva. Detto questo di difficoltà non parlerei mai, a me piace la verità. I miei ospiti la dicono e i suoni in sottofondo la confermano. Io parlo focalizzandomi sulle cose da dire, cercando di creare un legame intimo con chi mi ascolta che sia una persona da intervistare o l’ascoltatore finale che fruirà il podcast dalle cuffiette del suo smartphone. Un ultimo retroscena: quando mi registro parlo sempre a occhi chiusi.

 

C’è una parte del podcast o un’intervista che non è entrata in questa serie?

No. Come detto, sono per il vero. Ho tenuto tutto. I miei ospiti sono stati eccezionali. Da Giovannangelo De Gennaro, camminatore per scelta spirituale, a Alberto Conte, uno dei maggiori esperti del mondo del viaggio lento in Italia. In realtà sarebbero da citare tutti, ognuno ha dato qualcosa alla realizzazione della serie.

 

Cosa ne pensi del mondo podcast?

È il mio mondo, amo lo storytelling e in questa forma riesce benissimo.

 

Hai un podcast da consigliarci?

Ho dei podcast da sconsigliarvi, quelli che sono contenitori vuoti di chiacchiere o quelli di poco valore che sembrano artefatti e studiati a tavolino. A me piacciono quelli con la voce in presa diretta, in grado di essere veri. Di questo tipo ve ne consiglio uno: "Tracce - Storie di cammini", un podcast originale di Rai Radio 3.

 

È prevista una seconda stagione di “Prova a prendermi”?

Certo, siamo già al lavoro e pubblicheremo la prima punta verso fine aprile. Posso anticiparvi che aumenteranno i testimonial e gli ospiti. L’obiettivo è continuare a farvi ascoltare la voce dei cammini più belli d’Italia.

 

Quando è stato il tuo primo viaggio a piedi?

Ho sempre camminato nei miei viaggi. Facevo la reporter e scrivevo storie di esperienze vissute. Ho camminato in Australia, India e Cuba, seppur all’epoca non potevo definirmi una camminatrice. Il mio vero e proprio cammino è datato 2017 quando ha fatto il cammino di Santiago francese.

 

Il cammino nel cassetto?

La via Francigena europea: da Canterbury in Gran Bretagna a Santa Maria di Leuca in Puglia. E poi magari proseguire in Terra Santa.

 

Quando sei in cammino c’è un alimento del quale non puoi fare a meno?

Il burro chiarificato è la mia fonte di energia preferita. È un grasso puro in grado di rafforzarmi quando mi sento stanca.

 

Si era detto 10 domande per 10 puntate. Però “Prova a prendermi” ha anche un episodio extra. Doverosa, quindi, un’ulteriore domanda: e se nella vita non fossi stata la Valentina Lo Surdo che oggi conosciamo?

Sarei stata semplicemente una viaggiatrice. Perché l’importante è non fermarsi mai. 

 

Valentino Lo Surdo è nata a Roma nel 1976, è laureata in Pianoforte al Conservatorio ed è diplomata con master biennale in giornalismo all'Accademia della Critica. È una conduttrice radiotelevisiva, musicista, ideatrice di eventi, speaker, reporter internazionale e – come è evidente - camminatrice. Collabora già con il mensile La Freccia ed è la protagonista di “Prova a Prendermi”, podcast fruibile su Spotify, Spreaker e Google Podcasts.