In apertura, la sperimentazione all’aeroporto di Torino Caselle nel 2022 © Buccia Studio

Restituire libertà di movimento a chi, per età o disabilità, non è in grado di camminare per lunghe distanze. È questo l’obiettivo di Alba Robot, startup innovativa nata a Torino nel 2019. «Il nostro sogno è rivoluzionare la micro-mobilità indoor e nelle aree pedonali trasformando i dispositivi con cui si muovono le persone con ridotta mobilità in veicoli autonomi e intelligenti», spiega il co-fondatore e amministratore delegato dell’azienda, Andrea Bertaia.

 

Di quali tecnologie vi servite per riuscirci?

Utilizziamo l’intelligenza artificiale, la sensoristica, l’Internet of Things e la guida autonoma, presenti ormai in molti campi della vita quotidiana, per rispondere a un’esigenza reale e a un mercato in crescita. Nel mondo si contano oltre un miliardo di persone con disabilità che, nella maggior parte dei casi, corrisponde semplicemente a una ridotta mobilità. E il tema è sempre più importante se si considera l’invecchiamento generale della popolazione. 

Il co-fondatore e amministratore delegato di Alba Robot, Andrea Bertaia © Giorgio Perottino per Ogr Torino

Il co-fondatore e amministratore delegato di Alba Robot, Andrea Bertaia © Giorgio Perottino per Ogr Torino

Per chi sono pensati vostri servizi?

Per tutti coloro che non possono muoversi autonomamente all’interno di strutture come ospedali, aeroporti o musei. Questi utenti hanno bisogno del supporto di operatori per spostarsi e il personale non sempre è nelle condizioni di

intervenire in maniera efficace. Alba Robot punta a fornire a grandi strutture pubbliche e private un servizio di micro-mobilità indoor a guida autonoma.

I benefici sono doppi: i passeggeri a mobilità ridotta diventano indipendenti e il personale è sollevato da attività potenzialmente pericolose per la salute.

 

Si tratta di un progetto ad alto impatto sociale, quindi.

I dispositivi di Alba Robot riducono la frustrazione legata all’impossibilità di accedere a determinate aree e opportunità che sono invece aperte a tutti coloro che non hanno difficoltà a spostarsi. Chi si muove in questo modo non è costretto a richiedere l’intervento di un operatore, se non per specifiche esigenze, e ha la possibilità di vivere gli spazi di comunità con meno limitazioni. Nel nostro piccolo, rispondiamo alla sfida lanciata dall’Onu per il 2030 in tema di sviluppo sostenibile. Uno dei 17 obiettivi dell’Agenda è ridurre le disuguaglianze e potenziare l’inclusione sociale, economica e politica.

Veicolo premium realizzato in collaborazione con Italdesign © Italdesign

Il veicolo premium realizzato in collaborazione con Italdesign © Italdesign

 

C’è un risultato a cui tenete particolarmente?

Il nostro progetto è stato presentato a eventi internazionali come la fiera Gitex di Dubai, dedicata alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, e ha vinto le selezioni per partecipare a diversi acceleratori: nel 2020 Alexa Next Stage, due anni dopo Impact Deal e nel 2023 Innov.it, l’hub che crea una connessione tra il mondo dell’innovazione italiano e l’ecosistema della Silicon Valley, in California.

Nel corso degli anni abbiamo anche ricevuto numerosi premi e riconoscimenti e, pochi mesi fa, siamo stati inseriti nella top 40 dell’Entrepreneurship World Cup che si è svolta in Arabia Saudita, una delle più grandi e diversificate competizioni a supporto delle startup. Questi risultati ci regalano una forte motivazione a svolgere il nostro lavoro di ricerca e sviluppo e ci spingono a dare il massimo affinché le soluzioni tecnologiche che offriamo raggiungano velocemente la più ampia diffusione possibile.

 

Che progetti avete per il futuro?

Oltre alle sperimentazioni avviate con alcuni aeroporti italiani, proseguono le collaborazioni con altre grandi strutture come ospedali e case di cura. In questi mesi stiamo cominciando a produrre la prima pre-serie di veicoli che entrerà in fase commerciale alla fine del 2023. Vorremmo che il nostro servizio diventasse parte di un esteso sistema di trasporto multimodale in grado di integrare quello ferroviario e aereo. Il nostro obiettivo è far sì che un passeggero a ridotta mobilità possa salire su un treno ad Alta Velocità, utilizzare poi i nostri veicoli e infine prendere un volo. D’altronde, il nome Alba evoca l’idea di un principio. Speriamo sia di buon auspicio per molti nuovi inizi.

 

Articolo tratto da La Freccia