In apertura, Stazione di Trieste Centrale di Anna di Prospero (2022)
Baci scambiati, ultimi saluti e arrivi frettolosi: questi i ricordi della scrittrice Valeria Parrella sulla stazione di Napoli, simili a quelli di intere generazioni di italiani sui non luoghi che, per decenni, li hanno visti transitare.
Il racconto è parte di una raccolta creata appositamente per la mostra La memoria delle stazioni, che celebra le sensazioni fugaci di cui gli snodi ferroviari sono intrisi, attraverso i testi di alcuni autori italiani e una serie di immagini storiche e moderne. Organizzata da Archivio Luce Cinecittà e Fondazione FS, l’esposizione è visitabile all’Auditorium Parco della Musica di Roma dal 16 settembre al 1° novembre, in seguito sarà a Parigi a gennaio e poi continuerà a girare il mondo.
Treno in partenza al binario della stazione di Messina (1968)
In mostra gli scatti d’archivio dei fotografi che, nel corso dell’ultimo secolo, sono riusciti a immortalare la quotidiana frenesia di otto scali ferroviari italiani: Trieste Centrale, Milano Centrale, Venezia Santa Lucia, Bologna Centrale, Firenze Santa Maria Novella, Roma Termini, Napoli Centrale e Messina Centrale. Alle foto in bianco e nero del secolo scorso si contrappongono le immagini vivaci firmate da Anna Di Prospero, giovane artista contemporanea che porta uno sguardo femminile all’interno della mostra.
Non esistevano, infatti, foto d’epoca che ritraessero le stazioni dal punto di vista delle donne: le 92 stampe d’archivio esposte all’Auditorium sono state tutte prodotte da uomini. Per questo motivo la curatrice Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà, ha deciso di inserire nel progetto anche 20 scatti moderni realizzati appositamente per l’evento da una donna, giovane e affermata.
Stazione di Venezia Santa Lucia di Anna di Prospero (2022)
Passato e presente si trovano così a dialogare e, tra nostalgia e dinamismo, invitano alla riflessione su temi complessi. Come lo scorrere del tempo e il modificarsi della società, la memoria collettiva e tutte le particolarissime emozioni che si provano negli scali ferroviari: il nodo alla gola salutando una persona amata, l’allegria pura e sincera nel vederla scendere dal treno.
Allo stesso tempo, la mostra offre il ritratto di un Paese in continuo mutamento, dalle abitudini alle tecnologie, dagli abiti allo stile di vita, passando per i grandi personaggi che ne hanno attraversato cultura e territorio. Come Mahatma Gandhi, immortalato nel 1931 mentre viene accolto da una folla di persone al suo arrivo nella stazione di Roma Termini, o il regista Alfred Hitchcock, nello stesso luogo 29 anni più tardi, in posa sulla tradizionale carrozza romana, la botticella, trainata dai cavalli.
Gandhi, seguito da una folla di persone, attraversa la stazione Termini al suo arrivo a Roma
Oltre alle foto, fanno parte del progetto otto racconti originali di noti scrittori italiani che ricordano le stazioni delle loro città di origine: Mauro Covacich per Trieste, Gaia Manzini per Milano, Tiziano Scarpa per Venezia, Enrico Brizzi per Bologna, Sandro Veronesi per Firenze, Melania Mazzucco per Roma, Valeria Parrella per Napoli, Nadia Terranova per Messina. Ma anche documenti storici e un filmato che racchiude alcune immagini audiovisive mai utilizzate finora.
Viaggiatori nella stazione di Napoli Centrale (1964)
Scopo della mostra è donare nuova vita alla realtà ferroviaria, dando visibilità a un passato senza dubbio romantico, ma offrendo una prospettiva parimenti poetica e allettante sul futuro. Per rispondere a tutti coloro che si chiedono se le stazioni – che hanno visto intere generazioni ridere, piangere, ritrovarsi e dirsi addio – abbiano memoria del loro passaggio.
Maggiori informazioni sulla mostra sul sito di Archivio Luce
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