In cover e nel pezzo tutte le foto sono di Jimmy Nelson, Kaluli Mount Bosavi, Southern Highlands, Papua Nuova Guinea (2017) © Jimmy Nelson B.V.
«Dal punto di vista artistico rimango affascinato dall’estetica delle popolazioni indigene. I loro indumenti vivaci, l’artigianato sofisticato e i paesaggi mozzafiato mi offrono un ricco arazzo visivo per catturare bellezza attraverso il mio obiettivo».
Parola di Jimmy Nelson, il fotografo inglese a cui Palazzo Reale di Milano, insieme
a Skira Editore, dedica fino al 21 gennaio una grande retrospettiva. Attraverso 65 scatti di grandi dimensioni, alcuni sui tre metri d’altezza, la mostra Jimmy Nelson. Humanity documenta l’evoluzione creativa dell’autore, che ha trascorso la vita viaggiando per il mondo e fotografando alcuni dei popoli indigeni più a rischio di scomparsa.
Himba, Hartmann Valley, Serra Cafema, Namibia (2011)
L’artista celebra la diversità attraverso immagini che ritraggono comunità della Papua Occidentale, del Tibet, dell’Africa, della Siberia, del Bhutan. E invita lo spettatore a guardare il mondo attraverso un’altra prospettiva, incoraggiandolo ad accogliere e ad apprezzare la bellezza intrinseca delle persone come parte integrante della grande famiglia umana.
Inizialmente attratto dagli indigeni come custodi di antiche saggezze, esempi di resilienza e di radicamento, nel corso degli anni il fotografo ha compreso quanto il suo lavoro potesse in realtà mettere in discussione i preconcetti che classificavano queste etnie. Una delle cifre espressive tipiche del suo lavoro è rappresentata dai ritratti.
Nei lunghi soggiorni nelle zone più remote della terra, Nelson stabilisce un profondo legame con gli abitanti, prestando attenzione alle caratteristiche culturali delle comunità che ritrae ed enfatizzando l’unicità e la bellezza di ognuna. Le sue composizioni sono sinfonie visive in cui l’elemento umano è armonizzato con l’ambiente naturale.
Jimmy Nelson con un membro degli Huli Wigmen, tribù della Papua Nuova Guinea
Molti i volti di donne che mettono in evidenza la loro forza, diventando un potente simbolo di emancipazione femminile. Gli scatti dell’artista testimoniano come, anche nei riti tradizionalmente maschili, le donne stiano rompendo le barriere di genere. Frequenti anche i membri anziani delle comunità, i cui visi portano i segni del tempo e di una vita di esperienze.
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