In apertura, Whistle for the wind, Portogallo © Mónica de Miranda

Multietnico, pluriforme, inquieto. Appare così il Vecchio continente raccontato nella 18esima edizione di Fotografia europea, a Reggio Emilia dal 28 aprile all’11 giugno. La rassegna ai Chiostri di San Pietro, che si è aggiudicata il titolo di miglior photo festival dell’anno ai Lucie Awards 2022 di Los Angeles, diventa osservatorio privilegiato delle culture, delle visioni e dei sentimenti che attraversano l’intera Europa. Un territorio che, dopo aver perso nei secoli l’egemonia spirituale e materiale, va ora alla ricerca di una nuova identità, tenendo insieme più voci. 

Maddalena divenuta per forza di ragione Maria (2022), Basilicata © Alessia Rollo

Maddalena divenuta per forza di ragione Maria (2022), Basilicata © Alessia Rollo

Gli artisti e le artiste in mostra raccolgono i segnali di questa irrequietezza e li traducono in immagini potenti, con accostamenti semantici insoliti in grado di rappresentare il melting pot che contraddistingue il continente. È il caso di Alessia Rollo, fotografa di origini pugliesi che usa tecniche di manipolazione analogiche e digitali per raccontare i riti del Sud Italia. 

Sganciandosi dagli stereotipi culturali tipici del neorealismo, descrive un mondo in cui la magia non è superstizione ma una forma antica di conoscenza.

Gule Gule © Caimi & Piccinni

Gule Gule © Caimi & Piccinni

Tenta di restituire corporeità e dignità alle persone, invece, Mónica De Miranda, fotografa portoghese di origine angolana.

Attraverso una contro-narrazione costruita dalle biografie di uomini e donne di origine africana che vivono in Portogallo, l’artista svela i pregiudizi radicati nella società. 

Connesso a questa indagine è il lavoro portato avanti dal duo composto da Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni: una serie di scatti che raccontano Istanbul e i suoi esclusi, l’espressione più sincera di un luogo al di là della facciata solitamente accettata.

Broadstairs Dickens Festival, Isle of Thanet (2008) © Simon Roberts

Broadstairs Dickens Festival, Isle of Thanet (2008) © Simon Roberts

A questo elogio al margine si contrappone il progetto di Simon Roberts.

Nelle sue fotografie del Regno Unito è possibile intercettare spunti di riflessione sulle nozioni di identità e appartenenza e su cosa significhi essere britannici in un momento cruciale della storia contemporanea. Così, i bagnanti in abiti vittoriani sull’isola di Thanet, all’estremità orientale del Kent, sembrano rappresentare l’anima antica del continente. L’altra faccia di un’Europa incandescente, che rifiuta le categorie e si ridefinisce per stratificazioni di colore, lingua e cultura.

 

Articolo tratto da La Freccia